Sintomi Covid, contatto stretto e tamponi. Cosa fare: la guida

Le nuove indicazioni della Regione per affrontare l’ondata di contagi da variante Omicron. "Tamponi anche dal medico di base"

Tampone Covid

Tampone Covid

Milano - Ieri mattina, al drive through aperto da tre giorni sotto la gestione del Gruppo San Donato al parcheggio 5 della Fiera di Rho, s’è verificato un fenomeno bizzarro: un’affluenza molto bassa, tanto che l’Ats ha lanciato in corsa un invito ad approfittarne. Del resto, se la variante Omicron, tra due e tre volte più contagiosa della Delta anche se si stima che causi tre volte meno ricoveri in una popolazione altamente vaccinata, ha cambiato le carte in tavola, deve cambiare velocemente anche il modo di affrontarla. 

Ad esempio , con oltre cinquantamila contagiati quotidiani in Lombardia (ieri 52.693) e Milano città che sfonda i seimila (ieri 6.405), il tracciamento è un puro miraggio. Così, le nuove indicazioni diramate dalla Direzione regionale Welfare con una serie di circolari alla vigilia dell’Epifania raccomandano di ripristinare l’”autotracciamento“, già sperimentato dall’Ats Metropolitana nella seconda ondata del 2020: nell’sms inviato a chi risulta positivo al tampone sarà inserito un link per segnalare i propri “contatti stretti“ delle ultime ventiquattr’ore. I “contatti“ poi riceveranno un unico sms col provvedimento di quarantena e le prescrizioni (che con le novità introdotte dal Governo cambiano a seconda che la persona sia vaccinata col booster o il primo ciclo completato o la guarigione da meno di 120 giorni, oppure vaccinata da più di 120 giorni, o ancora non vaccinata completamente da almeno 14 giorni), senza che ne debba arrivare un secondo per scioglierla.

Oltre a potenziare i punti tampone, la Regione cerca di alleggerirli dall’assalto iniziato a Natale in una Lombardia che ormai viaggia sui 230 mila test quotidiani. Mercoledì la Direzione Welfare aveva ribadito pubblicamente che "non è previsto alcuno screening / test preventivo per ricominciare la frequenza scolastica" (peraltro mai previsto, al netto dell’antico antigenico gratuito in farmacia ogni due settimane, già sparito da ottobre con l’entrata in vigore dei prezzi calmierati del protocollo Figliuolo), per frenare la corsa ai drive gratuiti con a bordo minori asintomatici ma "senza alcuna richiesta del curante". In Lombardia era già previsto che non occorra più un test molecolare di conferma quando quello rapido risulta positivo (mentre i test fai-da-te non hanno mai avuto alcuna validità, chi risulta positivo deve contattare il suo medico di base). La novità che dovrebbe concretizzarsi nelle prossime ore è che chi ha bisogno di un tampone rapido di guarigione o per chiudere la quarantena potrà farlo anche in farmacia (esibendo il provvedimento dell’Ats), a spese del servizio sanitario nazionale.

Oppure dal medico di famiglia, come ricorda una delle circolari inviate mercoledì dal direttore del Welfare Giovanni Pavesi, in cui si precisa che il medico o pediatra di base "può erogare direttamente" il tampone, "prioritariamente ai soggetti sintomatici" ma "anche per confermare la fine isolamento"; in alternativa lo può prenotare per i pazienti ("sia quello diagnostico, ma soprattutto quello di guarigione") e "in caso di mancata disponibilità di slot, può emettere una ricetta che costituisce l’unico titolo per l’accesso ai punti tampone". Quanto ai “contatti stretti“ , qualora il tampone di fine quarantena "non sia eseguito dal medico", devono essere "orientati presso i punti tampone prenotabili e le farmacie", alle quali potranno accedere mostrando "il provvedimento di quarantena generato informaticamente da Ats".