Super Ape sociale: cos'è, a chi spetterà e a che età si potrà andare in pensione

Con la scadenza di quota 100 il Governo prepara una riforma per anticipare la pensione di alcune categorie

Una sede dell'Inps (Newpress)

Una sede dell'Inps (Newpress)

L'acronimo Ape, che sta per Anticipo pensionistico, permette dal 2017, ad alcune categorie ritenute usuranti, di accedere alla pensione in tempi più rapidi rispetto a quelli previsti dalla norma generale. In sostanza chi ha compiuto 63 anni può anticipare l'uscita dal lavoro con un'indennità mensile che viene corrisposta fino all'età della pensione vera e propria. Ad esempio se uno può andare in pensione a 67 anni e rientra nelle categorie usuranti può andarsene a 63 prendendo l'indennità fino al compimento appunto del 67 anno, quando poi percepirà la reale pensione. Un provvedimento che come Quota cento finirà il 31 dicembre 2021 e il Governo sta pensando di introdurre un Super Ape, ampliando le categorie che la possono ottenere.

Quanto si prende?

L'indennità, in caso di iscrizione ad un’unica gestione, è pari all'importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell'accesso alla prestazione (se inferiore a 1.500 euro) o pari a 1.500 euro (se la pensione è pari o maggiore di questo importo). L'importo dell'indennità non è rivalutato, né integrato al trattamento minimo. Quindi massimo 1.500 euro mensili.

La riforma e il Supe Ape Sociale

A fine anno scadrà quota 100, La norma consente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per tutti coloro che vantano almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni (es.: un lavoratore con 39 anni di contributi e 61 anni di età dovrà attendere un anno per presentare domanda). Il tutto, senza penalizzazioni sull’assegno (se non quella dovuta al minore montante contributivo). Una normativa che sarà cambiata. Si pensa a una Quota 102 o a una reintroduzione della Fornero.

Co la fine di Quota 100 il Governo pensa a un apliamento dell'Ape Sociale aumentando le categorie che possono usufruire di questa possibilità. L'attuale lista dei lavori gravosi è stilata in base ai criteri Inail che applicano ai mestieri del mansionario Istat tre indici: frequenza degli infortuni rispetto alla media, numero di giornate medie di assenza per infortunio, numero di giornate medie di assenza per malattia. La Commissione istituzionale sui lavori gravosi ha stilato una nuova graduatoria che incrociando i dati raccolti da Inail, Inps e Istat individua un elenco aggiornato categorie maggiormente esposte a oneri fisici e stress lavorativi, e quindi meritevoli di maggiori tutele, come appunto l'anticipo del'età pensionabile. Nell'elenco sono stati inseriti: bidelli, saldatori, tassisti, falegnami, conduttori di autobus e tranvieri, benzinai, macellai, panettieri, insegnanti delle scuole elementari, commessi e cassieri, operatori sanitari qualificati, magazzinieri, portantini, forestali, verniciatori industriali. Ma non è ancora detta l'ultima parola, toccherà ora ai ministeri dell’Economia e del Lavoro decidere quali e quante nuove categorie includere.

Le reazioni

"Così come è strutturata la Super Ape social, con la riduzione del requisito a 30 anni di contributi, potrebbe avere un impatto significativo sul settore delle costruzioni, con circa 20mila possibili uscite di lavoratori. Un effetto molto positivo per un settore usurante come il nostro, che fa segnare la maggior parte di infortuni sul lavoro proprio nella fascia d'età over 55". Così il segretario generale della FenealUil, Vito Panzarella, sulle conclusioni della prima istruttoria della Commissione sui lavori gravosi, presieduta dall'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano.  Per Panzarella, "invece, quota 100 e l'Ape social avevano avuto un effetto quasi nullo sul comparto, vista la discontinuità della contribuzione nel settore".