Suor Mainetti diventerà Beata: uccisa in odio alla fede, perdonò

Mentre veniva massacrata chiese di rimettere il peccato delle sue assassine, per Chiavenna è già santa

Suor Maria Laura Mainetti fu uccisa il 6 giugno del 2000

Suor Maria Laura Mainetti fu uccisa il 6 giugno del 2000

Chiavenna (Sondrio), 20 giugno 2020 - Sarà beata suor Maria Laura Mainetti, all’anagrafe Teresina Elsa Mainetti, la religiosa della congregazione delle Figlie della Croce, Suore di Sant’Andrea, assassinata da tre ragazze minorenni a Chiavenna quasi esattamente vent’anni fa: il 6 giugno 2000 durante un delitto commesso più per noia, e ordito tra le vie di un paese solitamente tranquillo, che per un autentico rituale satanico. Papa Francesco, ricevendo ieri in udienza il cardinale Angelo Becciu, prefetto per le Cause dei Santi, ha quindi autorizzato - quindici anni dopo l’inizio del processo di beatificazione - la Congregazione a promulgare il decreto che ne riconosce il martirio, in quanto uccisa "in odio alla fede". Sarà beata ma per tutti in questa terra compresa tra monti e lago - era nata nella non lontana Colico, nel Lecchese, 61 anni prima - è santa da almeno due decenni, da quando si seppe che mentre le sue carnefici la massacravano con 19 coltellate dopo averla stordita con un sampietrino, la suora in ginocchio pronunciava parole di perdono verso le sue assassine: "Eccomi! Signore, perdonale".

Non a caso i suoi resti riposano già nella cappella laterale della Collegiata di San Lorenzo, a Chiavenna, dove è stato lasciato un piccolo volume in cui i fedeli possono lasciare un pensiero: in poco più di un anno il volume si è riempito con oltre 1.500 scritti. Mentre dove avvenne il delitto, nell’angusto sentiero che porta verso il percorso naturalistico delle “Marmitte dei Giganti“, e dove una lapida la ricorda, da quel 6 giugno è meta di pellegrinaggi. Agli investigatori le tre ragazze “diaboliche“, Veronica Pietrobelli, Ambra Gianasso, e Milena De Giambattista, dissero di aver ucciso nel nome di Satana, il 6 del 6 del nuovo millennio, anche se emerse subito, come del resto una di loro ammise anche in un’intervista, che il delitto fu deciso di fatto per noia davanti a una birra nel bar del paese.

La religiosa di 61 anni fu fatta cadere in una trappola: le ragazzine - una di 16, le altre due di 17 anni - per attirarla in quel luogo appartato usarono un pretesto: Veronica, la più giovane, telefonò al convento dell’Istituto dell’Immacolata, dove suor Laura era madre superiore, dando un nome falso: raccontò di essere rimasta incita dopo uno stupro e di aver bisogno di aiuto perché voleva abortire. La suora accorse nel luogo dell’appuntamento, in vicolo Poiatengo, e lì cadde nell’agguato. Tre settimane dopo le tre ragazze furono arrestate e, tra lo sconcerto di tutti, confessarono l’omicidio con quel movente incomprensibile. Oggi tre le baby-killer sono da tempo libere e di loro, in Valchiavenna, si sono da tempo perse le tracce. Per suor Maria Laura, quindi, si apre definitivamente la strada all’onore degli altari.