Udine, studente di 18 anni muore schiacciato nell’ultimo giorno di stage

Una putrella è caduta sul giovane Lorenzo Parelli mentre lavorava in una azienda di carpenteria meccanica

I soccorsi. Nel riquadro, una foto della vittima dal suo profilo Facebook

I soccorsi. Nel riquadro, una foto della vittima dal suo profilo Facebook

Lorenzo Parelli ha perso la vita a 18 anni durante il suo ultimo giorno di stage in una azienda di carpenteria meccanica di Lauzacco, in provincia di Udine. Era lì per un progetto di alternanza scuola-lavoro e studiava all’istituto udinese di Bearzi.

Secondo le prime ricostruzioni, una putrella (una grossa trave di metallo) gli è caduta addosso uccidendolo all’istante. Subito dopo l’incidente sono accorsi sul posto ambulanze, vigili del fuoco e carabinieri. Le forze dell’ordine hanno transennato l’area dell’incidente e nelle prossime ore indagheranno per stabilire eventuali responsabilità di terzi.  

Era al suo ultimo pomeriggio di stage. Ancora poche ore da trascorrere in azienda: lunedì mattina sarebbe tornato in classe, a raccontare ai compagni l'esperienza in quella ditta di carpenteria metallica nella quale aveva svolto il proprio tirocinio in un progetto di alternanza Scuola-Lavoro. Invece Lorenzo Parelli, 18 anni compiuti a fine novembre, è morto schiacciato da una putrella di acciaio alla Burimec, che realizza bilance stradali e utilizza lo stabilimento di Lauzacco di Pavia di Udine, dove è avvenuta la tragedia, per lavori di laminazione.

Lorenzo è stato ucciso a seguito di un impatto violentissimo che non gli ha lasciato scampo. Immediati sono stati i soccorsi da parte degli operai dell'azienda. In pochi minuti sono giunti alcuni equipaggi dei Vigili del fuoco di Udine, un'ambulanza e l'equipe medica dell'elicottero sanitario Fvg. Per lo studente non c'era più nulla da fare: è morto all'istante, sotto lo sguardo di chi, fino a pochi istanti prima, gli stava insegnando il mestiere.

La zona della tragedia è stata immediatamente transennata per essere posta sotto sequestro dal sostituto procuratore di turno della Procura di  Udine: le indagini sono state affidate ai Carabinieri di Palmanova e agli ispettori dell'Azienda sanitaria. Tra i primi ad accorrere sono stati anche i genitori della vittima, che abitava a Castions di Strada, a un quarto d'ora di distanza di auto dalla fabbrica.

A loro si sono immediatamente stretti i titolari dell'azienda e i «colleghi» di lavoro: il clima all'esterno del capannone, dove la produzione è stata immediatamente fermata, era di disperazione e incredulità. Il 18enne frequentava il Centro di Formazione Professionale all'interno dell'Istituto superiore Bearzi di Udine, gestito dai salesiani.

Amici e compagni di classe si sono dati appuntamento fuori da scuola e per le vie del paese natale per cercare di darsi conforto. Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha espresso il proprio cordoglio e quello dell'Amministrazione regionale. «Ci stringiamo attorno ai genitori, ai parenti e agli amici del giovane deceduto sul lavoro oggi a Lauzacco mentre stava terminando il periodo di tirocinio. È incomprensibile - ha aggiunto - come ancora oggi si possano verificare episodi di questa gravità. In questo momento però l'incommensurabile dolore sofferto dalla famiglia impone a tutti un rispettoso silenzio, in attesa che le autorità competenti ricostruiscano l'esatta dinamica di quanto accaduto».

«Un fatto di una gravità inaudita, indegno per un paese civile, la morte sul lavoro di uno studente di appena 18 anni - ha scritto su Twitter il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra - Lo stage in un'azienda dovrebbe garantire il futuro ad un giovane, non condurlo alla morte. Non ci sono parole per commentare questa tragedia orribile».

Cordoglio e indignazione anche dal presidente del gruppo del Partito democratico alla Camera, Debora Serracchiani: «È toccato nuovamente al Friuli versare un ingiusto tributo, un ragazzo alla cui famiglia dobbiamo stringerci muti - le sue parole -. È un dolore senza fine questa sequela di vittime innocenti che perdono la vita mentre si guadagnano il pane, lavoratori anziani su impalcature, giovani che si affacciano ai cantieri, madri e padri di famiglia uccisi dai macchinari. Non si può pagare un simile prezzo per costruire la ripresa del Paese. Abbiamo sentito con chiarezza l'appello dei sindacati, le risposte del governo, la posizione delle imprese: adesso però basta, le cose devono cambiare». Nel 2021, in italia sono morte più di 1.404 persone per infortuni sul lavoro, con un aumento del 18 per cento rispetto al 2020. Di questi, 695 sono morti sui luoghi di attività (+18% rispetto all'anno 2020), mentre i rimanenti nel tragitto verso o dal posto di lavoro.