Strage di Samarate, Nicolò Maja: torno alla vita ma non dimentico l'orrore

Nella notte tra il 3 e il 4 maggio suo papà Alessandro Maja uccise la moglie Stefania Pivetta e la figlia 16enne Giulia. Nicolò, 23 anni, fu colpito alla testa con un martello e un cacciavite

Nicolò Maja con il sindaco di Samarate Enrico Puricelli

Nicolò Maja con il sindaco di Samarate Enrico Puricelli

Varese, 13 settembre 2022 - «Sono pronto a iniziare la mia nuova vita, anche se sarà difficile dimenticare quell’orrore". Per Nicolò Maja, il 23enne unico sopravvissuto della strage di Samarate, da ieri è iniziata una nuova fase: il ragazzo ha lasciato l’ospedale di Circolo di Varese dopo mesi passati a lottare fra la vita e la morte pronunciando solo poche parole a chi gli è stato vicino in questi mesi. Era la notte fra il 3 ed il 4 maggio scorso quando la sua famiglia fu sterminata a martellate da suo padre, Alessandro Maja, che uccise la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia di 16 anni per poi dirigersi nella camera del figlio maggiore col martello in mano ed un cacciavite da conficcargli in testa per finirlo in modo brutale. Il giovane fu colpito con violenza alla nuca. Eppure nonostante la ferocia è sopravvissuto, dopo un coma durato diverse settimane, anche se porta ancora addosso tutti i segni di quella follia paterna.

Oggi Nicolò, sportivo con la passione del volo, è mentalmente lucido, ma ha difficoltà a camminare ed è costretto a muoversi con la sedia a rotelle spinta dai nonni. Proprio i suoi parenti più stretti lo hanno visto in questi fine settimana ospitandolo a casa per abituarsi alla sua nuova normalità. A darne notizia il sindaco di Samarate che ha postato come foto di sfondo sul social facebook proprio l’incontro con i nonni e Nicolò. "Tu chiamale se vuoi emozioni", ha scritto Enrico Puricelli a commento della bella foto che ridà speranza a due comunità del Varesotto: Samarate, dove nella villetta di via Torino si era compiuta la strage, e Cassano Magnago, dove andrà a vivere Nicolò. "Mi ha colpito il sorriso del ragazzo ed è stato emozionante vederlo, considerata la terribile esperienza che ha vissuto – afferma Puricelli –. Per quanto mi riguarda sono felice che appena uscito dall’ospedale abbia chiesto di venire qui nella sua città. Adesso andrà a vivere dai nonni che lo ospiteranno a casa loro a Cassano Magnago. Personalmente l’ho trovato molto lucido. Non cammina, ma i medici sono fiduciosi: ci hanno garantito che ci saranno miglioramenti grazie alla fisioterapia".

In ogni caso anche se andrà a vivere in un’altra città, Nicolò avrà sempre dalla sua il supporto del Comune di Samarate perché di fatto risulta a tutti gli effetti ancora residente nella villetta di via Torino, teatro dell’orrore. Il Comune lo accompagnerà due volte alla settimana, martedì e venerdì, all’ospedale di Somma Lombardo per la fisioterapia. Sulle condizioni del giovane interviene anche il suo avvocato, Stefano Bettinelli: "Sulle sue condizioni fisiche siamo ottimisti, anche se non ci sarà purtroppo una ripresa totale dal punto di vista fisico a causa delle importanti conseguenze per il trauma subito. La parte sinistra del corpo è in parte compromessa e le difficoltà a deambulare purtroppo evidenti. Nonostante questo il ragazzo è mentalmente lucido ed è pronto ad affrontare un lungo periodo di riabilitazione per tornare quanto prima a vivere una vita normale". Sul padre della vittima, Bettinelli chiosa: "Non ha mai espresso pentimento e non si è mai interessato alle condizioni di Nicolò. Da quella sera nessuno lo ha più sentito interessarsi del figlio".