Galleria Vittorio Emanuele, Stefanel fa ricorso al Tar

Il marchio ha chiesto il rinnovo del contratto. "No" della Giunta

Negozio Stefanel in Galleria Vittorio Emanuele

Negozio Stefanel in Galleria Vittorio Emanuele

Milano, 2 gennaio 2019 - Un altro ricorso. L’ennesimo. Stavolta è Stefanel a chiamare in causa il Tribunale amministrativo regionale (Tar) per uno spazio in Galleria Vittorio Emanuele – l’indirizzo esatto è Piazza del Duomo 21 – che l’azienda veneta di abbigliamento vorrebbe continuare a occupare anche nel 2019. Sì, perché il contratto di affitto di Stefanel è scaduto nel 2018 e nei mesi scorsi il marchio nato negli anni Ottanta ha chiesto al Comune un rinnovo automatico della locazione. Niente da fare. L’assessorato al Demanio guidato da Roberto Tasca ha rigettato la richiesta di rinnovo del contratto. Il motivo è semplice: l’amministrazione municipale non ha giudicato Stefanel una bottega storica del “Salotto dei milanesi’’ e dunque dovrebbe applicare la stessa linea adottata in altre situazioni simili: un bando di gara per affidare lo spazio di Piazza Duomo 21 al miglior offerente.

Una linea che Stefanel sta contrastando davanti al Tar. L’azienda di abbigliamento, infatti, dopo aver ricevuto dal Comune lo scorso 19 febbraio la comunicazione che il contratto di locazione in Galleria non sarebbe stato rinnovato, ha fatto ricorso alla giustizia amministrativa: i giudici di primo grado hanno aperto un procedimento e la Giunta municipale guidata dal sindaco Giuseppe Sala durante la seduta del 21 dicembre ha deciso di costituirsi in giudizio per resistere al ricorso. Sarà il Tar – ed eventualmente il Consiglio di Stato – a decidere se la linea del Comune nei confronti di Stefanel è corretta o meno.

Nulla di particolarmente nuovo sotto il sole. Non è la prima volta che l’assegnazione di uno spazio in Galleria passa per le sentenze dei giudici amministrativi. Negli ultimi mesi è successo per il ristorante il Salotto e La Locanda del Gatto Rosso – in quel caso il Consiglio di Stato ha dato ragione ai locali – ma anche per la libreria Feltrinelli, che di fronte a una situazione simile a quella di Stefanel almeno dal punto di vista contrattuale – niente rinnovo automatico alla Feltrinelli e avvio di un bando di gara per lo spazio – ha deciso di fare ricorso al Tar. Ma in questo caso i giudici amministrativi hanno dato ragione al Comune: il bando era legittimo.

Da qui una gara che l’amministrazione ha voluto “tarare’’ a misura di libreria, ma che non si è conclusa positivamente perché Feltrinelli, da cui proveniva l’unica offerta per lo spazio, ha presentato una cifra inferiore alla base d’asta fissata da Palazzo Marino (973.303 euro di canone annuo), una mossa in polemica con l’affitto giudicato troppo alto per un’azienda editoriale. Tutto da rifare. La Giunta, intanto, ha approvato le linee di indirizzo per una nuova gara: confermata la stessa base d’asta, ma in questa seconda gara in arrivo lo spazio dedicato ai libri dovrà essere di almeno il 70 per cento (prima era il 90 per cento) e nel restante 30 per cento (prima era il 10 per cento) sarà possibile svolgere altre attività commerciali come ludoteca, area consolle per videogiochi ed eventi privati di natura culturale.