Covid, proroga stato di emergenza: sì dalla Camera. Cosa succederà dopo?

Dal Cts al commissario straordinario, ecco gli scenari possibili

Approvato con 452 voti favorevoli e 53 contrari dalla  Camera dei Deputati il voto di fiducia al dl sullo stato di emergenza prorogato fino al 31 marzo e sulle altre misure per il contenimento della pandemia tra cui il Green Pass. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16.30.  Dopo il voto è iniziato l'esame degli ordini del giorno, che riprenderà domani giovedì alle 8,30. Poi, dalle 10,30 si svolgeranno le dichiarazioni di voto finali sul provvedimento, già approvato dal Senato: il voto finale è previsto intorno alle 12.

Se il voto era scontato, vista anche la fiducia posta dal  Governo, lo sono meno gli scenari del dopo 31 marzo, data limite oltre la quale Draghi non sembrerebbe intenzionato a estendere lo status emergenziale e i poteri straordinari riconosciuti alla struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo per fronteggiare la pandemia da Covid 19.

La prima volta e perché

Lo stato di emergenza Covid è stato proclamato la prima volta il 31 gennaio del 2020 dall'allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La sua scadenza è stata prorogata  di volta in volta sulla base dell’andamento epidemico. Ma in cosa consiste? Lo stato di emergenza consente a Governo e Protezione civile di agire con poteri straordinari o speciali. In sostanza permette all'esecutivo di attuare procedure più veloci per l'approvazione di leggi e decreti e consente di ricorrere ai Dpcm che non devono essere approvati dal Parlamento. Durante l'emergenza sanitaria, ad esempio, sono state introdotte misure come il lockdown, la divisione per colori delle regioni italiane, l’obbligo delle mascherine all’aperto e il distanziamento sociale.

Cosa succederà

Una volta usciti dallo stato di emergernza, si ritorna formalmente all'era pre Covid. Il Governo non avrebbe più i poteri straordinari per derogare leggi e normative per motivi sanitari: quindi basta alle misure che limitano la libertà dei cittadini. Addio anche ai colori delle regioni e stop ai poteri dei governatori: non sarà più possibile decidere regole ancora più restrittive di quelle stabilite da Palazzo Chigi.

Green Pass

La certificazione verde, base o rafforzata, resterà sganciata dall'eventuale dallo stato di emergenza. Le norme per disciplinarla saranno ancora in vigore? Non è stato ancora deciso anche se il sottosegretatio  Andrea Costa, ipotizza l'addio al green pass dopo il 31 marzo ma c'è chi insiste per una sua estensione fino all'estate Sull'argomento in questi giorni si registra un acceso dibattito, il cui epilogo dipenderà dall'andamento della curva pandemica.

Comitato tecnico scientifico e commissario

La fine dello stato di emergenza comporterebbe lo scioglimento del Comitato tecnico scientifico (Cts), deputato a offrire pareri autorevoli al Governo per la gestione della pandemia, con particolare riferimento alla norme comportamentali. Come scritto in precedenza, decadrebbe anche il  commissario straordinario per l'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, che si occupa di gestire la campagna vaccinale.

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Campagna vaccinale

Nulla cambierà anche per l'obbligo vaccinale agli over 50. Fino al 15 giugno, i lavoratori pubblici e privati dovranno esibire al lavoro il Super Green pass, che si ottiene con il vaccino o con la guarigione dal Covid. Chi non lo farà non riceverà lo stipendio, ma conserverà il posto. L’accesso ai luoghi di lavoro senza certificato è vietato: le sanzioni vanno da 600 a 1.500 euro.

Lavoro a distanza

Un tema focale è quello dello smart working: nel pubblico come nel privato, si tornerà a lavorare in presenza una volte venute meno le raccomandazioni del Governo sull'utilizzo del lavoro agile.Tuttavia, nel corso degli ultimi due anni, si sono moltiplicati gli accordi individuali e aziendali per accedere allo smart working. Un ritorno completo al passato, al di là di tutto, appare inverosimile.