Stato di emergenza e Green pass, verso la doppia proroga: cosa cambia per lavoro e viaggi

Al vaglio del Governo il prolungamento a tre mesi e a sei mesi delle misure anti Covid. Ecco gli scenari e le possibili ripercussioni

Controllo del Green pass sul luogo di lavoro (Ansa)

Controllo del Green pass sul luogo di lavoro (Ansa)

Da una parte l'aumento dei contagi e il timore di una nuova ondata, anche alla luce della situazione negli altri Paesi (la Russia oggi ha segnato un nuovo record con 1.178 morti in 24 ore, mentre la Cina invita la popolazione a fare scorte di beni di prima necessità), dall'altra lo stallo nelle vaccinazioni anti Covid. E' questo lo sfondo su cui si staglia l'ipotesi di una proroga del Green pass e dello stato di emergenza, che scadrà il 31 dicembre. Le ipotesi sul tavolo sono almeno due: prorogare di tre mesi lo stato di emergenza, presumibilmente fino a marzo 2022 e prevedere l'obbligo di Green pass sul lavoro almeno fino all'estate 2022. A confermare quella che sembra più di una semplice ipotesi è il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri: "Dobbiamo procedere con le terze dosi. Una volta raggiunto il 90% delle persone vaccinate conteniamo l'avanzata del virus ma dobbiamo completare l'opera, cercando bene le varianti. Abbiamo già fatto tanta strada negli ultimi 6 mesi. Io credo che 3 mesi'' di proroga di stato d'emergenza ''siano ragionevoli. Parlo da medico, non da politico". Ma cosa potrebbe cambiare in concreto con la proroga dello stato di emergenza e del Green pass? Ecco i principali effetti della proroga settore per settore 

 

Cosa cambia per i lavoratori in smart working

Lo stato d’emergenza consente ai lavoratori, sia pubblici che privati, di ricorrere al lavoro da remoto derogando ad accordi sindacali o individuali con l’azienda. Se non viene prorogato lo stato di emergenza, le norme che regolano il lavoro da casa dovranno essere riviste. Per continuare a lavorare in smart working i dipendenti dovrebbero quindi negoziare accordi individuali. 

Come cambiano le regole per viaggiare

Lo stato d’emergenza incide anche sui viaggi dall'estero e per l'estero, consentendo al governo di limitare l’ingresso in Italia da parte di cittadini provenienti da altri Paesi, ma può anche limitare il turismo verso mete ritenute a rischio a causa del dilagare dei contagi Covid.

Le prossime tappe

Se il governo sceglierà di utilizzare lo stato d'emergenza anche nel 2022 dovrà farlo con una norma primaria, non potendo più prorogare quello attuale. È questa, al momento, l'unica certezza sulla misura in vigore dal 31gennaio del 2020 che scade il 31 dicembre e che, stando a quando ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, l'esecutivo potrebbe decidere di rinnovare "senza timore" se dovesse esserci la necessità. A regolare lo stato di emergenza, che viene deliberato dal Consiglio dei ministri su proposta del presidente del Consiglio, è il comma 3 dell'articolo 24 del Codice di Protezione Civile nel quale si afferma che "la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi". Nel caso dello stato di emergenza per Covid le proroghe possibili sono finite a luglio del 2021 e questo perché il primo stato d'emergenza fu deliberato per 6 mesi e non per un anno. In sostanza, lo stato d'emergenza è scaduto il 31 luglio del 2020, poi è  stato prorogato di un anno: una prima volta fino al 31 gennaio del 2021 e una seconda fino al 31 luglio del 2021. Ed infatti per portarlo fino al 31 dicembre il governo è dovuto intervenire con una norma primaria, il decreto legge 105 del 23 luglio (che ha introdotto l'obbligo del green pass nei ristoranti, cinema, teatri, palestre, manifestazioni sportive e culturali) poi convertito con la legge 126 del 16 settembre. Se il governo decidesse di portare lo stato d' emergenza anche al 2022, dovrebbe dunque fare una nuova norma primaria.

L'iter

Tre le possibili strade: un decreto ad hoc con il quale si indica la durata del nuovo stato di emergenza, un emendamento ad un provvedimento già in discussione in Parlamento, come ad esempio è avvenuto nei giorni scorsi quando nella legge di Bilancio è stata inserita la proroga a tutto il 2022 dello stato di emergenza per il terremoto del centro Italia, e, infine, inserendo una norma nel decreto milleproroghe che arriverà a fine anno. E sarebbe quest'ultima, secondo quanto si apprende, l'ipotesi più plausibile. C'è poi una quarta possibilità. Lo stato di emergenza si porta dietro tutta una serie di norme che in questi ultimi due anni hanno regolato la vita degli italiani: dalle mascherine al distanziamento, dai protocolli sul lavoro allo smartworking, dal ruolo e funzioni del commissario per l' emergenza fino all'obbligo del green pass. Se finisce lo stato d' emergenza decadono dunque anche tutte le altre norme che vi sono legate. Per evitarlo, non volendo prorogare lo stato d'emergenza, si potrebbe indicare sempre con una norma primaria (dunque con un decreto legge) quali delle misure in vigore sono ancora necessarie.

I motivi

La curva dei contagi continua a crescere facendo registrare un raddoppio di positività nel giro di tre settimane. Mediamente, spiega il fisico Giorgio Sestili, si registra un aumento medio di 1,35 casi al giorno, pari al 35%  in più rispetto alla settimana precedente. Numeri simili a quelli di settembre e ottobre di un anno fa - quando l'Italia scopriva le 'zone a colorì e il semi-lockdown - e che, inevitabilmente, sono destinati a lievitare durante l'inverno quando, peraltro, bisognerà fare i conti anche con l'influenza. Ma, sottolinea Sestili, l'aumento, iniziato ad ottobre in tutta Europa, in Italia è mitigato dai vaccini «per questo la nostra situaziopne epidemiologica è fra le migliori». Anche per non perdere il vantaggio di una buona copertura vaccinale l'esecutivo sta pensando ad una proroga del Green pass, almeno fino a marzo e, contestualmente, all'estensione dello Stato di emergenza, con il quale confermare struttura commissariale, protocolli di sicurezza, come distanziamneto e mascherine, smart working e tutte quelle norme e agevolazioni collegate all' emergenza pandemia.