Pass per gli spostamenti tra regioni, tecnici al lavoro: ecco le ipotesi

Il Cts affronterà il tema del lasciapassare e delle riaperture. Poi arriverà il nuovo decreto

Le nuove regole

Le nuove regole

Doveva essere oggi pomeriggio ma è stata rinviata per domani alle 17 la riunione del Cts per analizzare nel dettaglio le proposte emerse dalle categorie e dalla conferenza delle regioni sul tema della riaperture. Il parere del comitato tecnico scientifico sarà poi dirimente nel'articolazione del nuovo decreto che verrà varato in settimana per entrare in vigore dal 26 aprile. All'ordine del giorno, più di tutto il tema della road map per le riaperture e degli spostamenti, mentre sembra esserci meno spazio di manovra sul coprifuoco che dovrebbe rimanere fissato dalle 22 alle 5.

Il pass

Risulta l'argomento più dibattuto in questi giorni, il lasciapassare tra regioni, soprattutto in vista delle vacanze estive. Il premier Draghi ha già definito il perimetro della novità: per spostarsi da una regione in zona gialla a un'altra sempre in zona gialla non sono necessari documenti, ci si muove liberamente a partire dal 26 aprile. Per spostarsi, invece, da regioni di colore diverso servirà il famoso pass e bisognerà attendere la prima settimana di maggio per mettere a punto il sistema. Una soluzione, quella del pass, che ricalca la formula che sta studiando l'Ue e implica tre pre-condizioni: essere stati vaccinati e avere un certificato che lo attesti, essere negativi al Covid e poterlo dimostrare con l'esito di un tampone o un anti-genico effettuati nelle 48 precedenti. Infine, essere guariti dopo aver contratto il Covid nei sei mesi precedenti e poterlo dimostrare con un test anti-genico che attesti la presenza di anticorpi oltre all'esito dell'ultimo tampone negativo

Carta, tesserino o app

Servono dunque certificati medici. Al momento due le strade, la più vicina e immeidata è presentare brevi manu di volta in volta i documenti sanitari richiesti emessi dalle aziende sanitarie o laboratori clinici. Si parla anche di un'autocertificazione, soluzione però ad elevato rischio perchè il controllo degli enti preposti sulla verificità delle dichiarazioni non potrebbe che essere successivo. Dalla carta alla tecnologia, un'ipotesi è quella di inserire le informazioni necessarie su tesserino sanitario: dati che poi andrebbero "letti" da chi è incaricato dei controll tramite terminale. Operazione non proprio agevole che implica l'aggiornamento e il dialogo dei database. Ancor meno immediata anche se la più sicura e agevole in prospettiva è quella della App scaricabile sul telofonino, alla stregua di "Immuni" o "Io" (cashaback), dove "caricare" le certificazioni mediche. Oppure ancora, per garantire la non diffusione di informazioni sensibili, la creazione di un Qr code - operazione che prevede a monte una convenzione tra piattaforma informatica e azienda sanitaria - da esibire tramite telefonino o in formato stampato su carta, stile imbarco aeroportuale. Anche in questo caso servirà un "lettore" di dati. Per questo motivo, oltre ai tecnici del ministero della Sanità, sono al lavoro anche quelli del nuovo dicastero alla transizione digitale.