Sport di squadra, pronto il nuovo protocollo Covid: ecco cosa prevede

Il Cts dice sì: si gioca se non viene superato il limite del 35% di positivi nella singola squadra

Il calcio al tempo del Covid

Il calcio al tempo del Covid

Il protocollo per l'ingresso negli stadi con capienza limitata a 5mila persone è stato adottato una settimana fa e dispiegherà i suoi effetti questo weekend e il prossimo, quello sulle nuove regole degli sport di squadra per l'emergenza Covid sarà firmato tra poche ore, diventerà legge a stretto giro e dpvrebbe durare a lungo, fino a fine campionati o almeno fino a quando la variante Omicron non frenerà la sua rincorsa.

Dopo l'intesa raggiunta mercoledì scorso in Conferenza Stato-Regioni sulla base del documento presentato dalla sottosegretaria Valentina Vezzali, è arrivato nella giornata di venerdì il via libera del Comitato tecnico scientifico. Gli scienziati non hanno rilevato particolari criticità nelle regole pattuite dai rappresentanti istituzionali con il mondo dello sport. L'obiettivo è mettere ordine e trovare una strada comune tra società sportive, federazioni e autorità sanitarie dopo i vari casi di contagio da Coronavirus all'interno dei club professionistici delle scorse settimane "trattati" di volta in volta in maniera diversa dalle aziende sanitarie territoriali con immancabili polemiche, dubbi di leggitimità e minacce di ricorsi per le partite disputate o rinviate. 

Le nuove regole

È stato dunque ritenuto congruo il limite del 35 per cento di giocatori positivi all'interno del gruppo squadra di un club per disputare le partite, così come le nuove regole in caso di infezioni per limitare il diffondersi del Covid-19: ferma restando la necessità di continua sorveglianza degli sportivi con tamponi molecolari e antigenici, il nuovo protocollo prevede che, in presenza di un contagio all'interno del gruppo squadra, il positivo venga messo in isolamento, monitorato e controllato; i contatti ad alto rischio saranno sottoposti a test antigenico per almeno 5 giorni e all'obbligo di indossare la mascherina FFP2 in tutti i contesti in cui non viene effettuata attività sportiva, a prescindere dallo stato vaccinale: quattro ore prima delle gare, inoltre, andrà sempre e comunque effettuato un test. Per i contatti a basso rischio (soggetti che hanno rapporti con il gruppo squadra in maniera non continuativa) si applicano invece le misure previste dalle indicazioni ministeriali, anche in relazione allo stato vaccinale, oltre a essere sempre raccomandato l'utilizzo della mascherina FFP2.

Le prossime tappe

Superato l'esame del  Cts, il protocollo è ora sul tavolo del ministero della Salute: il mondo dello sport attende la circolare definitiva che rappresenterà il riferimento per tutte le autorità sanitarie locali nella gestione dei contagi negli sport di squadra. La palla passerà poi alle singole federazioni, chiamate a promulgare le linee guida per definire la base di riferimento dei vari gruppi squadra, il numero dei giocatori sul quale cioè calcolare il 35% per cento per capire il limite esatto dei contagi oltre il quale le partite saranno rinviate. Per quanto riguarda infine il campo di applicazione, le nuove norme varranno senza dubbio per i campionati nazionali, ma sarà la stessa circolare del ministero della Salute a precisare se dovranno applicarsi anche ai tornei regionali e provinciali, una preoccupazione già espressa dalla Federvolley per la difficoltà delle società locali di effettuare test quotidiani.