Como, 'i ragazzi del lago' colpiti dalla maledizione della Sla

Farmaci presi come caramelle che ora fanno paura a tutti gli ex

Stefano Borgonovo

Stefano Borgonovo

Como, 20 gennaio 2020 -  C’è la maledizione che ha colpito “i ragazzi del lago“ (sei ex calciatori del Como deceduti a causa della Sla, compresi l’ex capitano Lombardi e il bomber Borgonovo), o il destino terribile che ha accomunato interisti e milanisti di varie epoche, da Giorgio Rognoni a Tito Cucchiaroni (sbagliò un rigore nel derby per colpa di... un limone messo da “Veleno“ Lorenzo sul dischetto). C’è pure la triste parabola di Marco Sguaitzer, mantovano, uno dei tanti simboli della lotta alla Sla (nel libro “Senza Limite Alcuno“ invitava i giovani a ‘mai molàr’, mai mollare, il suo motto nella vita e nella malattia), perché il calcio lombardo è ricco di storie dolorosissime, di campioni e gregari colpiti dalla “sclerosi laterale amiotrofica“ e da altre terribili malattie. Per anni a denunciare l’uso di farmaci o di sostanze sospette, possibili cause di malattie (su cui ha indagato l’ex pm torinese Guariniello), c’è stato Carlo Petrini (foto) , spentosi nel 2012 dopo una lunga agonia. Ben 14 le maglie indossate dall’ex attaccante, comprese quelle di Milan e Varese (con Morini, Trapattoni e Braida). Già, il Varese, stessa società con cui Anastasi si presentò al grande calcio qualche anno prima, nel 1966 (giocò anche con Armando Picchi, deceduto in giovane età per un male incurabile).

Quei medicinali , e quelle pratiche, sperimentate anche nel club biancorosso, Petrini le raccontò in un libro, “Nel fango del dio pallone”, ritratto scioccante del calcio italiano tra gli anni ’60 e ’80. "A Varese si erano inventati una ricetta contro il freddo invernale. Prima della gara, prendevamo due o tre palline di Micoren più un caffè con dentro due aspirine tritate. Il dottore ripeteva che in questo modo portavamo a temperatura giusta i muscoli e avremmo stracciato gli avversari". E ancora: "A Varese trovai Rubens Oliva, medico di fiducia di Maradona. Arrivò a praticarmi tre infiltrazioni quotidiane nella caviglia... E poiché il ginocchio sotto sforzo si gonfiava, le infiltrazioni diventarono quattro per due settimane consecutive. Non so quale mistura mi rifilasse; so che ora quando cambia il tempo mi riprendono dolori lancinanti alle gambe. E in Francia mi è stato diagnosticato un glaucoma che s’è divorato l’occhio sinistro...".