Corruzione, arrestato sindaco del Carroccio. Il pm: poltrone e voto di scambio a Legnano

Decapitata la giunta, arriva il commissario

Il sindaco Fratus (a sinistra) e  il vicesindaco Cozzi

Il sindaco Fratus (a sinistra) e il vicesindaco Cozzi

Legnano (Milano), 17 maggio 2019 - Nomine e poltrone, un do ut des di incarichi con concorsi cuciti stile abiti sartoriali su «soggetti manovrabili», designati a incarichi dirigenziali in aziende a partecipazione pubblica e in un ufficio comunale. Questo il quadro del «poltronificio» che all’alba di ieri ha causato l’ennesimo terremoto politico in Lombardia. Questa volta a Legnano, città di sessantamila abitanti dell’Alto Milanese, dove il sindaco leghista Gianbattista Fratus, il suo vice Maurizio Cozzi e l’assessore alle Opere pubbliche fresca di nomina Chiara Lazzarini – l’uno e l’altra di Forza Italia – sono stati >arrestati con accuse pesanti, che vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta. A Fratus e Lazzarini sono stati concessi gli arresti domiciliari, Cozzi è stato portato in carcere. Regista dell’operazione ‘Piazza Pulita’ la Guardia di Finanza di Milano. Cornice, un’inchiesta coordinata dalla Procura di Busto Arsizio nata da una serie di esposti. 

Fratus è accusato inoltre di corruzione elettorale, per la nomina nel Consiglio d’amministrazione di una società partecipata dal Comune che si occupa della gestione dei rifiuti di Martina Guidi, figlia di Luciano Guidi, candidato sindaco per la lista civica Alternativa Popolare alle elezioni comunali del 2017. In merito al presunto accordo, intercettata nell’inchiesta, l’assessore Lazzarini riporta (a suo dire) a un collega una conversazione avvenuta col sindaco: «Prima del ballottaggio – sono le parole che Fratus direbbe a Lazzarini – ho fatto un accordo con Paolo Alli (già braccio destro di Formigoni in Regione, ex deputato di Forza Italia e nel cda di Expo 2015, ndr), Salvini, e quell’altro provinciale della Lega», in cui «Alli e Guidi mi hanno detto che mi avrebbero appoggiato al ballottaggio e che io in cambio gli avrei dato un posto, quindi io la devo mantenere questa promessa...>». Poi, a elezioni vinte, sempre Lazzarini ascoltata a sua insaputa dagli inquirenti torna sul ‘bottino’ di 1.046 voti, e cioè i voti che da Guidi migrano in direzione di Fratus garantendogli la vittoria al ballottaggio: «Il prezzo è stato pagato».

«Ho fiducia nei miei uomini e nella magistratura – è il commento di Salvini sulla bufera che ha investito la Lega nel suo cuore simbolico, la Città del Carroccio e di Alberto da Giussano – spero che tutte queste indagini si chiudano in fretta per distinguere colpevoli e innocenti». Intanto, il prefetto di Milano, Renato Saccone, alla luce delle indagini, ha deciso immediatamente il commissariamento del Comune, primo passo verso le elezioni anticipate chieste a gran voce da mesi dall’opposizione di centrosinistra e dai comitati dei cittadini. La Giunta di centrodestra era infatti entrata in crisi a fine marzo, con le dimissioni in massa dei consiglieri della minoranza, del presidente del Consiglio comunale – leghista in rotta di collisione col partito di Salvini e poi espulso – e di due consiglieri sempre della Lega. A fare da detonatore ancora una volta Lazzarini, nominata assessore alle Opere Pubbliche. Secondo alcuni ‘imposta’ da Cozzi al sindaco Fratus. Nel 2017 Lazzarini era stata sanzionata dal Tribunale di Busto Arsizio con un decreto penale di condanna per il reato di «false comunicazioni sociali», in pratica per avere ritoccato ad arte il bilancio del 2012 della municipalizzata Amga di cui era presidente in quegli anni.