Allarme siccità in Lombardia, l'acqua non basta: irrigazioni a turno e laghi ai minimi

Dal Ticino all’Adda, dal Villoresi ai Navigli, la battaglia per una risorsa scarsa. In un anno danni per un miliardo

Il Villoresi

Il Villoresi

Somma Lombardo (Varese) - Il gioco delle arcate in stile rinascimentale della diga del Panperduto si specchia su un enorme bacino di acqua dai riflessi verdi. Qui, dove le acque del Ticino appena uscite dal Lago Maggiore, si raccolgono per dare vita al canale Villoresi, che arriva fino all’Adda, e al canale industriale che alimenterà il Naviglio Grande diretto alla Darsena di Milano, la siccità sembra un allarme sopravvalutato. Ma è nei livelli delle chiuse che riforniscono i corsi d’acqua che si avverte che questa è una stagione anomala. La peggiore da almeno settant’anni. Poca neve in quota, zero precipitazioni, campagne riarse che chiedono annaffiature che non arrivano, dighe che in quota (in Valtellina in particolare) tengono chiusi i rubinetti per continuare a produrre corrente e laghi ai minimi.

Pochi chilometri più a monte dello sbarramento del Panperduto, il Verbano dà al Ticino 138 metri cubi al secondo e ne riceve dagli immissari 99. Cala costantemente, ma al fiume e alle campagne non basta. Così al consorzio hanno il freno a mano tirato. Il Naviglio Grande dà ancora l’86% della portata. Il Villoresi, che solca tutta l’alta pianura, fra Legnano, Nerviano, Monza e l’Adda, ha rallentato i turni di erogazione. Con buona pace dei produttori di mais, segale e grano. Si temono danni da un miliardo nella pianura del Po, -50% di raccolto. E la stagione è all’inizio. Cala anche il Lago di Como, che dà all’Adda il doppio dell’acqua che riceve, 200 metri cubi al secondo, contro i 100 che arrivano. E non basta ad alimentare a dovere Muzza e Martesana. Dà 65 metri cubi invece il Garda, che ne riceve 53. Perde poco e c’è chi polemizza. L’autorità che gestisce il livello del bacino concederà 20-30 metri cubi al secondo in più. Ma al Po, vittima finale della filiera della siccità estrema, ne servirebbero almeno 500. Così chi irriga pescando acqua da quello che fu il Grande Fiume si deve arrangiare. Delle tre idrovore che pescano dall’alveo a San Benedetto Po, nel Mantovano, ne funziona una sola. E già sta aspirando aria.