Riapertura scuole, il 7 aprile 6 studenti su 10 in classe. Ma i tamponi a tappeto?

Tra le ipotesi del Governo per la riapertura, c'era quella di tamponi per tutti da fare al primo giorno. In presenza quasi 5,3 milioni di alunni

Una protesta contro la dad

Una protesta contro la dad

Milano - Sono giorni febbrili nelle case di circa 5,3 milioni di famiglie in Italia: è tempo di preparare zaini e quaderni, dal 7 aprile finalmente si torna a scuola in presenza. Lo prevede l'ultimo decreto Draghi, in vigore proprio da mercoledì, che di fatto spalanca le porte agli asili nido, alle scuole d'infanzia, alle elementari e alle prime medie in tutto il Paese, anche in zona rossa e senza che i governatori di regione possano derogare. Per la zona arancione (non ci saranno zone gialle fino a fine mese) vale sempre la regola che si va in presenza fino alla terza media e con un minimo del 50% alle superiori​. In totale sono 5.296.519 (sei su dieci) gli alunni di scuole statali e paritarie che potranno seguire le lezioni in presenza su un totale di 8milioni e 506mila.

I tamponi a tappeto che fine hanno fatto?

Nulla si è più saputo, invece, dell'ipotesi cui stava lavorando il Governo di tamponi a tappeto per alunni e studenti il primo giorno di scuola (nidi e materne compresi). O addirittura test salivari, che sono anche meno invasivi ma per i quali manca ancora l'ok dell'Iss. L'idea era di ripetere i test ogni settimana e in caso di positività sottoporre l'intera classe a tampone molecolare.Obiettivo: creare una sorta di "bolla scolastica" per far ripartire le lezioni in presenza e tracciare con tempestività i casi di positività. Si era già pensato anche somministrare il test nei 40mila plessi scolastici, tirando in ballo la Protezione civile. A due giorni dall'inizio, salvo casi locali, i genitori nulla sanno dei tamponi per i propri figli. E dunque si ricomincia come sempre. Ecco i numeri.  

Asili nido e scuole dell'infanzia 

Nelle ultime settimane è rimasto a casa il 72% dei bambini tra 0 e 3 anni iscritti ai servizi educativi per l'infanzia, cioè 234mila su 323mila, di cui oltre l'80 per cento al Nord e al Centro Italia, il 19% al Sud (dati Tuttoscuola.it). In questi mesi di Dad si è parlato pochissimo dei più piccoli, i bambini dei nidi, dei micronidi e delle sezioni primavera, come se fossero invisibili. E come se per le loro famiglie la chiusura del nido non fosse un problema. Per loro non c’è la Dad: c’è il servizio in presenza oppure la casa, senza alternative. Il maggior beneficio nei prossimi giorni lo sentiranno 168mila famiglie del nord. Infatti fino a ieri, a causa delle restrizioni anti Covid solo il 3,8% dei bambini del nord est e l’8,6% del nord ovest iscritti ai nidi potevano frequentarli.

La scuola primaria, medie e superiori

I bambini dai 6 ai 10 anni che possono tornare alle elementari sono 2.605.865, il cento per cento. Sono 906.011 alunni della scuola secondaria di primo grado (il 52,9%) e parzialmente in alternanza al 50% 407.304 studenti delle superiori (il 14,6%).

Le differenze tra regioni

Le regioni più interessate da questa riapertura in presenza con quantità notevoli di ragazzi a scuola sono la Lombardia con 785.910 in presenza (e 615.903 in Dad), il Lazio con 687.592 (e 133.737 in Dad), la Campania con 484.731 (e 460.262 in Dad), la Toscana con 265.966 (e 238.650 in Dad), il Veneto con 373.003 in presenza (e 307.093 in Dad). Con la quasi totalità degli alunni in presenza (82-83%) le isole: la Sicilia con 614.891 e la Sardegna con 170.004 alunni in presenza.

I Cinque Stelle: riaprire le scuole

Sarà discussa e votata martedì prossimo, alla Camera, la mozione dei Cinque Stelle "concernente iniziative volte alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici di ogni ordine e grado". Il testo, a prima firma di Marco Bella, deputato pentastellato e membro della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione) impegna il governo "a intraprendere ogni possibile iniziativa finalizzata alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici di ogni ordine e grado per riprendere l'indispensabile attività didattica in presenza".  I grillini chiedono inoltre di "considerare prioritaria la riapertura delle scuole anche rispetto ad altre attività essenziali, anche in considerazione del minore rischio di contagio e dell'importanza educativa dell'istituzione scolastica per l'intera comunità".