Scuola, sciopero oggi 30 maggio: le ragioni dello stop, possibili chiusure e disagi

Il personale scolastico incrocia le braccia: è la prima astensione unitaria del settore dal 2015

Scuola chiusa

Scuola chiusa

Scatta oggi, lunedì 30 maggio 2022, lo sciopero nazionale del personale scolastico, proclamato dai sindacati contro le novità in tema di formazione, reclutamento, salario e carriera varate dal governo con il Decreto Legge 36/22. "Misure inaccettabili", le avevano definite le organizzazioni sindacali, prima di arrivare a proclamare il primo sciopero unitario nel settore dal 2015.  Si preannuncia alta la partecipazione, con molte scuole che rimarranno chiuse o apriranno solo per poche ore per l'assenza di docenti e personale Ata. 

La protesta è stata indetta da FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams, che hanno anche organizzato un sit-in a Roma a Piazza SS. Apostoli dalle ore 10.30 (con qualche polemica preventiva, non essendo stata concessa dalla Questura Piazza Montecitorio, tradizionale luogo di protesta di fronte al Parlamento). Quattro le richieste principali dei sindacati al governo: 1) Stralciare dal decreto tutte le disposizioni che invadono il campo della contrattazione, dalla formazione agli aspetti economici e normativi che riguardano il rapporto di lavoro. 2) Rivalutare nel nuovo contratto le retribuzioni: più risorse nella legge di Bilancio e no a un sistema a premi per pochi. 3) Dare stabilità al lavoro e rafforzare gli organici invece che tagliarli, con un sistema di reclutamento che assicuri la copertura dei posti vacanti e preveda opportunità di stabilizzazione per i precari. 4) Riconoscere la professionalità di chi lavora nella scuola come risorsa fondamentale: mettere in sicurezza le scuole, ridurre gli alunni per classe. 

Per i sindacati il Dl 36/22 "invade i campi della contrattazione in materia di reclutamento e formazione: capitoli che dovrebbero essere, appunto, regolati tra le parti. Quella disegnata dal decreto è una formazione tra l'altro finanziata con un cospicuo taglio di personale (10 mila unità), mentre le nuove modalità di reclutamento - oltre a dare un nuovo impulso al mercato dei crediti - non lasciano nessuna possibilità di stabilizzazione per i precari, quelli che da anni hanno permesso alle scuole di andare avanti. Il tutto, tradendo lo spirito del Patto per la scuola, siglato un anno fa, che invece 'prometteva' scelte condivise. Infine sul contratto - concludono i sindacati - le cifre stanziate sono assolutamente insufficienti per dare una risposta dignitosa all`impegno del personale della scuola".