MILANO 12/09/2013 - SCUOLA CADORNA VIA DOLCI -PRIMO GIORNO DI SCUOLA ELEMENTARI - FOTO MARMORINO/NEWPRESS

Ancora un calo nelle iscrizioni

Brescia, 20 febbraio 2023 - ​ Sempre meno studenti sui banchi di scuola, con l’onda lunga del calo demografico che è ormai arrivata a lambire anche le scuole superiori. Il paradosso, però, è che si rischia di avere aule sempre più affollate, per effetto dell’accorpamento delle classi. I dati delle iscrizioni dell’Ufficio scolastico regionale, aggiornati al 31 gennaio, evidenziano come le scuole siano il primo bando di prova dell’inverno demografico. Per quanto riguarda le primarie, per il 2023-2024 si consolida un trend in corso da anni. In tutta la Lombardia, gli iscritti alle elementari sono il 5% in meno del 2022/2023 (da 72.108 a 68.527, ovvero 3.581 bambini in meno), con punte del 7% in provincia di Como e dell’8,5% nel Lodigiano. Rispetto al 2020/2021, il calo è ancora più netto, -10%, ovvero circa 7.548 bambini, con punte del -13% nella provincia di Sondrio, del 12% nel Cremonese, oltre il 10% tra Bergamo, Como, Milano. Non va meglio nelle secondarie di primo grado (le medie), dove per il 2023-2024 si registra il 4,6% in meno di iscrizioni a livello regionale rispetto all’anno precedente, che significa -3776 alunni. Tra le province, a Mantova si tocca quasi il -10%, a Sondrio ci si avvicina al -8%. Anche in questo caso, la riduzione è più vistosa rispetto al 2020-2021, ultimo anno in cui si era visto un aumento di iscrizioni, con quasi 8mila nuovi alunni in meno alle medie (-15% nel Lodigiano, -12% tra Brescia e Bergamo). L’onda sta ora arrivando anche alle superiori, che fino ad ora erano sembrate indenni. Già per il 2023-2024 si rileva il 3,10% in meno di nuovi iscritti rispetto all’anno 2022/2023, pari a 2.412 studenti che non siederanno sui banchi di scuola. Le percentuali più rilevanti, ben sopra la media regionale, si rileva nel Pavese (-8,7%); in controtendenza il Lodigiano, dove si registra l’aumento del 5,33%. Aver meno studenti in un sistema tarato su ben altri numeri comporta un risparmio di risorse per lo Stato. "Il Governo, come quello precedente, ha confermato che i risparmi legati alle minori iscrizioni saranno investiti nel sistema scolastico – spiega il dirigente dell’Ufficio scolastico di Brescia, Giuseppe Bonelli -. Il problema è che queste risorse non vengono assegnate, ad esempio, per ridurre il numero di studenti per classe, che possono arrivare anche a 30 soprattutto alle superiori, bensì sono destinate a progetti specifici, come la motoria alle primarie". Il rischio è che, nonostante la riduzione di iscritti, aumentino le classi sovraffollate. "Le riduzioni sono ovviamente disomogenee, non è che spariscono classi intere, ma si ha qualche unità in meno per aula. Succede, quindi, che le classi vengono accorpate, arrivando ad avere più studenti per aula. Questo è il grande nodo da rivedere, perché avere tanti studenti in una classe rischia di aumentare la dispersione scolastica, soprattutto alle superiori, dove ci si aspetta che il grande impatto del calo demografico arriverà nel 2025". Conseguenze potrebbero esserci anche per il personale, perché potrebbe aumentare la mobilità dei dipendenti di ruolo. "Se diventano sovrannumerari rispetto alla provincia di riferimento, rischiano la mobilità su altre sedi, per cui potrebbero dover andare anche molto lontano".

Cronaca

Brescia, 20 febbraio 2023 -&nbsp;​&nbsp;Sempre meno studenti sui banchi di scuola, con l’onda lunga del calo demografico che è ormai arrivata a lambire anche le scuole superiori. Il paradosso, però, è che si rischia di avere aule sempre più affollate, per effetto dell’accorpamento delle classi. I dati delle iscrizioni dell’Ufficio scolastico regionale, aggiornati al 31 gennaio, evidenziano come le scuole siano il primo bando di prova dell’inverno demografico. 
Per quanto riguarda le primarie, per il 2023-2024 si consolida un trend in corso da anni. In tutta la Lombardia, gli iscritti alle elementari sono il 5% in meno del 2022/2023 (da 72.108 a 68.527, ovvero 3.581 bambini in meno), con punte del 7% in provincia di Como e dell’8,5% nel Lodigiano. Rispetto al 2020/2021, il calo è ancora più netto, -10%, ovvero circa 7.548 bambini, con punte del -13% nella provincia di Sondrio, del 12% nel Cremonese, oltre il 10% tra Bergamo, Como, Milano. Non va meglio nelle secondarie di primo grado (le medie), dove per il 2023-2024 si registra il 4,6% in meno di iscrizioni a livello regionale rispetto all’anno precedente, che significa -3776 alunni. Tra le province, a Mantova si tocca quasi il -10%, a Sondrio ci si avvicina al -8%. Anche in questo caso, la riduzione è più vistosa rispetto al 2020-2021, ultimo anno in cui si era visto un aumento di iscrizioni, con quasi 8mila nuovi alunni in meno alle medie (-15% nel Lodigiano, -12% tra Brescia e Bergamo). 
L’onda sta ora arrivando anche alle superiori, che fino ad ora erano sembrate indenni. Già per il 2023-2024 si rileva il 3,10% in meno di nuovi iscritti rispetto all’anno 2022/2023, pari a 2.412 studenti che non siederanno sui banchi di scuola. Le percentuali più rilevanti, ben sopra la media regionale, si rileva nel Pavese (-8,7%); in controtendenza il Lodigiano, dove si registra l’aumento del 5,33%. Aver meno studenti in un sistema tarato su ben altri numeri comporta un risparmio di risorse per lo Stato. "Il Governo, come quello precedente, ha confermato che i risparmi legati alle minori iscrizioni saranno investiti nel sistema scolastico – spiega il dirigente dell’Ufficio scolastico di Brescia, Giuseppe Bonelli -. Il problema è che queste risorse non vengono assegnate, ad esempio, per ridurre il numero di studenti per classe, che possono arrivare anche a 30 soprattutto alle superiori, bensì sono destinate a progetti specifici, come la motoria alle primarie". 
Il rischio è che, nonostante la riduzione di iscritti, aumentino le classi sovraffollate. "Le riduzioni sono ovviamente disomogenee, non è che spariscono classi intere, ma si ha qualche unità in meno per aula. Succede, quindi, che le classi vengono accorpate, arrivando ad avere più studenti per aula. Questo è il grande nodo da rivedere, perché avere tanti studenti in una classe rischia di aumentare la dispersione scolastica, soprattutto alle superiori, dove ci si aspetta che il grande impatto del calo demografico arriverà nel 2025". Conseguenze potrebbero esserci anche per il personale, perché potrebbe aumentare la mobilità dei dipendenti di ruolo. "Se diventano sovrannumerari rispetto alla provincia di riferimento, rischiano la mobilità su altre sedi, per cui potrebbero dover andare anche molto lontano". 
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