Farfalle, lo scandalo si allarga: altre denunce. L’allenatrice: voglio vedere i pm

Brescia, si allunga la lista di esposti sulle presunte vessazioni. La Mobile in campo per gli accertamenti

Brescia, 12 ottobre 2022 -  I casi delle ginnaste della ritmica che si dicono vittime di vessazioni fisiche e psicologiche ad opera di chi le allena si moltiplicano, e si scatena un fenomeno alla ‘me too’. Adesso sulla scrivania del sostituto procuratore di Brescia Alessio Bernardi, titolare di un fascicolo per presunti maltrattamenti, non ci sono più solo gli esposti di due giovanissime promesse - una di 15 anni, l’altra di 13, la prima di Brescia, la seconda di Valeggio sul Mincio (Verona) - che qualche mese fa erano improvvisamente fuggite dalla palestra Nemesi di Calcinato, centro dell’entroterra gardesano, in cui volteggiavano sulla pedana da anni entrambe a livelli altissimi. Ora sono parecchie le ragazze - non si arriverebbe a dieci, ma le denunce non sarebbero molte meno, si dice - che si sono rivolte all’autorità giudiziaria per denunciare presunti abusi e comportamenti umilianti e insopportabili, tali da essere in grado di mettere a repentaglio l’equilibrio psico-fisico delle giovani atlete.

Casi caratterizzati da dinamiche fotocopia vissute da ragazzine piene di talento e pronte a qualunque sacrificio per seguire la passione delle evoluzioni con le clavette, i nastri e la palla, le quali bruscamente a dispetto degli ottimi risultati hanno interrotto il rapporto di fiducia costruito con gli allenatori. Atlete che sono sparite dai radar, hanno abbandonato l’attività tanto amata e solo a volte sono riuscite a risolleversi e a ricominciare altrove.

Le testimonianze delle ginnaste che avrebbero subito abusi, insulti e sottili manipolazioni per obbligarle a rimanere scheletriche al limite dell’anoressia e sottoporsi ad allenamenti ininterrotti a dispetto degli infortuni sono state già quasi tutte acquisite dalla Procura che, complice anche la forte attenzione sulla vicenda da parte del Ministero dello sport, procede a ritmi serrati nel compimento degli accertamenti demandati alla squadra Mobile. All’appello manca la testimonianza delle ultime atlete, poi a giorni la polizia consegnerà la relazione conclusiva al pm, che tirerà le somme e deciderà come procedere.

Nel frattempo la titolare dell’Accademia Nemesi tramite un legale di fiducia ha chiesto di essere sentita dagli inquirenti e si è messa a disposizione dell’autorità giudiziaria. Gli esposti depositati in Procura a Brescia lo scorso agosto ricalcano le denunce pubbliche delle ex Farfalle Nina Corradini e Anna Basta, che hanno riferito di avere lasciato lo sport tanto amato perché distrutte psicologicamente e fisicamente dopo aver subito un lavaggio del cervello: "Di gente che andrebbe portata in tribunale per abusi fisici e psicologici qui è pieno" si leggeva fino a pochi giorni fa nel forum di ritmica BeatriceVivaldi.it, in subbuglio per i troppi ritiri, e adesso chiuso. "Non sempre il silenzio è la cosa migliore - aveva scritto Corradini riferendosi all’abbandono della 15enne di Brescia, atleta in Nazionale, di recente tornata ad allenarsi nella palestra Light Blue di Mazzano -. Per quanto mi riguarda nell’ultimo periodo del mio percorso mi era diventato impossibile mangiare normalmente, pensavo al cibo tutto il giorno e usavo costantemente rimedi per continuare a mangiare senza pesare di più. Tuttora faccio fatica a mangiare".

Solidarietà alle colleghe della ritmica è arrivata anche dalla campionessa di ginnastica artistica Vanessa Ferrari, che si è detta "non stupita" purtroppo dai racconti delle “farfalle” essendo a suo dire i maltrattamenti non isolati nemmeno nella sua sua disciplina.