Lombardia, rivoluzione sanità: ecco il contratto per il Welfare vicino a casa / LA MAPPA

Il Pnrr porterà 1,404 miliardi di euro per la salute. La mappa dei 24 presidi "di comunità" che nasceranno a Milano

Il ministro Roberto Speranza

Il ministro Roberto Speranza

Milano -  I contratti "di sviluppo" con le ventuno Regioni e Province autonome sono stati firmati mercoledì, "con trenta giorni d’anticipo", ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza, sulla scadenza europea del Pnrr: Piano nazionale di ripresa e resilienza, che alla missione numero 6 finanzierà in Italia, grazie al Recovery Fund voluto per sostenere l’uscita dei Paesi Ue dalla crisi della pandemia, "seimila progetti per costruire il servizio sanitario nazionale del futuro, sempre più prossimo e vicino ai bisogni delle persone", con 1.350 Case di comunità pensate come punti d’accesso, che concentreranno servizi sociosanitari anche ambulatoriali e spazi per i medici di base, e 400 piccoli Ospedali di comunità da una ventina di letti per le cure intermedie a pazienti non acuti.

Il contratto della Lombardia, ricorda sui social la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti, prevede un investimento di un miliardo 404 milioni di euro: un miliardo e 192 milioni dal Pnrr più 212 milioni di risorse regionali per costruire 199 Case di comunità (Cdc), 66 Ospedali di comunità (Odc), e 101 Cot, Centrali operative territoriali deputate alla regìa tra le varie braccia del servizio sanitario, ma la Regione, con una delibera dello scorso 7 marzo, "ha previsto investimenti ulteriori ccon risorse proprie al di fuori del Pnrr per arrivare a 216 Cdc, 71 Odc e 104 Cot. "Siamo stati la prima regione italiana" ad aprire Ospedali e Case di comunità come previsti dal Pnrr, ricorda Moratti: "In questi mesi ho visitato una trentina di queste strutture già funzionanti, ci siamo mossi in fretta con l’obiettivo di completare il 40% dei nuovi presidi sanitari di prossimità entro quest’anno, il 30% entro l’anno prossimo e il restante 30% nel 2024".

Le 199 Case di comunità finanziate in Lombardia dal Pnrr, e per questo realizzabili solo in immobili di proprietà pubblica (del servizio sanitario regionale o concessi da altri enti, come i Comuni), costeranno in tutto 277 milioni di euro: 151 sono da ristrutturare e adattare alle nuove funzioni, 48 da costruire ex novo. Così come 14 dei primi 66 Ospedali di comunità, mentre 52 sono da ristrutturare, per un importo complessivo di 151 milioni di euro; le 101 Cot costeranno 17,5 milioni. Gli investimenti regionali aggiungeranno alla mappa altre 17 Cdc, tre Cot e cinque Ospedali di comunità: di questi “extra”, quattro Case, una Centrale e due Ospedali sono a Milano città. Che avrà, complessivamente, 24 Case della comunità, otto Ospedali di comunità e 14 Cot . Delle 24 Cdc di Milano, tre saranno abbinate a un Ospedale di comunità, nove a una Centrale operativa territoriale (incluso il complesso intorno a piazzale Loreto, oggi come in futuro sotto la giurisdizione dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco, che si sviluppa tra via Andrea Doria 52, via Ricordi 1, via Pecchio 19 e via Canzio 18), e altre cinque saranno contemporaneamente Casa, Odc e Cot.

Queste ultime strutture “full optional” saranno create al posto degli attuali poliambulatori di piazzale Accursio 7, via Ippocrate 45 e via Sassi 4, nella vecchia sede della Provincia (oggi Città Metropolitana) in viale Piceno 60 e all’ex ospedale degli infettivi Bassi di viale Jenner 44, del quale una porzione è stata messa a disposizione dal Comune. Sono 12 in tutto gli spazi concessi da Palazzo Marino per questa nuova sanità territoriale: l’elenco definitivo è stato approvato un paio di settimane fa, con alcune sostituzioni rispetto al preliminare di dicembre. In otto diqueste location, concesse all’Ats con un diritto di superficie di novant’anni, le strutture sono da costruire da zero o demolendo e rifacendo l’esistente: è il caso, tra gli altri, dei mercati coperti di via Moncalieri e di Gorla, delle ex scuole di via Betti al Gallaratese e via Ghini in zona Ripamonti, e dei parcheggi di via Valsesia a Baggio e via dei Missaglia (che dopo le polemiche dei residenti ha sostituito in extremis quello di via De Andrè, per una Cdc che non sottostà alla deadline del Pnrr dato che sarà pagata dalla Regione). Quattro gli edifici comunali che dovranno essere solo riqualificati: una parte dell’immobile di via Aldini a Quarto Oggiaro, l’ex cassa di mutuo soccorso per i dipendenti Atm in via Farini 9, un immobile in via Polesine 3 da collegare alla Cdc di via dei Cinquecento al Corvetto e il già citato viale Jenner.

L’altra metà delle strutture della nuova sanità territoriale a Milano nascerà in immobili che appartengono al servizio sanitario regionale, incluse le due Cdc (più Cot) già inaugurate in via Rugabella e a Villa Marelli, rispettivamente dalle Asst Nord Milano e Niguarda.