San Giuliano, il giallo dell’imprenditore sgozzato. Sotto la lente debiti e vita privata

Turnover di aziende e situazione familiare: indagini a tutto campo

Le ricerche dell'arma

Le ricerche dell'arma

San Giuliano Milanese (Milano), 3 gennaio 2018 - Debiti, una situazione familiare tormentata e un turnover di aziende sospetto. La vita dell’imprenditore Cosimo Vincenzo Carino - il 73enne morto tra le campagne di San Giuliano Milanese nella notte tra il 30 e il 31 dicembre - non era facile. Il taglio al collo che lo ha portato al dissanguamento era superficialee questo potrebbe essere compatibile con un suicidio oppure con una lite finita male, ma dell’arma da taglio nessuna traccia. Se fosse stato un suicidio, i carabinieri avrebbero trovato un coltello o un altro oggetto tagliente, invece gli indizi sono talmente confusi da tracciare il quadro di un giallo.  Nemmeno l’autopsia eseguita ieri mattina ha fatto emergere elementi utili alle indagini: la ferita è poco profonda e i medici non sono riusciti a capire se sia stata inferta da un’altra persona e con quale arma. I carabinieri della Compagnia di San Donato stanno scavando nella situazione debitoria dell’imprenditore, forse è proprio lì che si nasconde il movente di un ipotetico omicidio. Quattro società aperte e chiuse nel corso degli anni, tra cui la Ca.Ma di San Giuliano: una ditta di panificazione finita da decenni e situata in una palazzina dismessa, ma che sulla carta non solo risulta attiva, ma è addirittura intestataria del furgone – un Mercedes Vitò – sul quale l’imprenditore è stato trovato morto. 

«Il movente sarà tutto da chiarire, ma il mancato ritrovamento dell’arma insospettisce - dice l’assessore alla sicurezza di San Giuliano, Daniele Castelgrande -. È vero che non aveva il cellulare con sé, però può darsi che non volesse farsi intercettare e qualcuno gli avesse detto di non metterselo in tasca, sono metodi che la malavita spesso usa. Ovviamente, sono solo ipotesi, ma il quadro della vicenda è troppo intricato». Insomma, tasselli di un giallo che insospettiscono.  «Siamo distrutti, non vogliamo parlare: lasciateci in pace nel nostro dolore». Sono le parole di Massimo Carino, un parente della vittima che risulta socio dell’azienda Ca.Ma. di San Giuliano. È un nome noto nel panorama del commercio musicale quello del socio dell’imprenditore: dal 2002 Massimo Carino ha lavorato per sei anni alla trasmissione «Home Theatre» su Sky che parlava di tecnologie, innovazioni e nuove tendenze. L’imprenditore attraversava un periodo di grande difficoltà economica e pare anche una fase di depressione. Tre figli, un divorzio, una nuova compagna dalla quale si era appena separato. Gli inquirenti non escludono nulla. L’uomo era residente a Milano, ma il cellulare è stato trovato in una casa di Varese, dove pare avesse vissuto con la donna con cui aveva appena troncato la relazione.