Ruby ter, la difesa: giudici hanno già messo pietra tombale sulla corruzione di Berlusconi

L'arringa dell'avvocato del leader di Forza Italia, imputato insieme ad altre 28 persone che parteciparono ad Arcore alle serate del 'bunga bunga'

Milano, 17 ottobre 2022 - L'ordinanza disposta dal Tribunale di Milano nel novembre 2021 "dice che tutte le coimputate di Berlusconi dalla primavera del 2012 erano indiziate ma dal momento che non erano state iscritte nel registro degli indagati le loro dichiarazioni non sono utilizzabili. E questo mette fine in modo tombale anche al reato di corruzione in atti giudiziari". E' stato questo il tasto più battuto dall'avvocato Federico Cecconi, difensore di Silvio Berlusconi, nella prima parte della sua arringa difensiva nell'aula del processo Ruby ter, che vede il leader di Forza Italia imputato per corruzione in atti giudiziari insieme ad altre 28 persone, molte accusate anche di falsa testimonanza, che parteciparono ad Arcore alle serate del 'bunga bunga'

Le dichiarazioni delle "olgettine"

"L'effetto di quell'ordinanza è devastante e dirompoente sulla stessa tenuta degli elementi costituenti del reato di atti giudiziari", ha insistito il legale, schierandosi apertamente contro la richiesta della procura di Milano di revocare l'ordinanza con cui i giudici della Settima Sezione Penale avevano dichiarato inutilizzabili le dichiarazioni sui festini di Villa San Martino rese da 18 delle cosiddette "olgettine" ascoltate come testimoni nelle aule dei processo  Ruby e Ruby bis: "I pm hanno chiesto di revocare o comunque rimeditare l'ordinanza, ritendendo che non sia corretta. La richiesta della Procura è totalmente irricevibile soprattutto perchè non è stata avanzata in sede di istruttoria. Ma è una richiesta infondata anche nel merito. Ed è irrispettosa del nostro lavoro".

Il ricordo di Ghedini

 "Siamo ben consapevoli per quanto questo processo vede una trentina di imputati, questo è comunque un processo a carico di Berlusconi", ha tra l'altro detto l'avvocato Cecconi che non appena presa la parola in aula ha voluto ringraziare pubblicamente il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio per il "massimo rispetto dei ruoli" che ha caratterizzato il corso del processo. Poi un ricordo di Niccolò Ghedini, storico legale di Berlusoni scomparso di recente: "Permettetemi un ricordo di un grande collega e caro amico che non c'è più che purtroppo è stato troppo spesso evocato a sproposito in questo processo. Mi piacerebbe immaginare che ora possa sentire questa discussione e apprezzarne anche il contenuto", le parole di Cecconi.

"Aiutava e sosteneva le imputate"

"Qui siamo di fronte a un processo per corruzione per pubblici proclami: Berlusconi ha sempre detto che provvedeva ad aiutare e sostenere alcune delle imputate", ha evidenziato Cecconi. Berlusconi, come detto, è imputato per corruzione in atti giudiziari insieme ad altre 28 persone (molte accusate anche di falsa testimonanza) che parteciparono alle serate di Arcore e che - secondo l'accusa formulata dalla procura di Milano - sarebbero state corrotte dall'ex premier per rendere dichiarazioni false o reticenti durante le loro testimonianze nei processi Ruby (che si concluse con l'assoluzione definitiva di Berlusconi dalle accuse di concussione e prostituzione minorile) e Ruby bis. 

L'accordo corruttivo

"La dazione di denaro o di un'altra utilità - ha puntulizzato il legale - non è tale per ritenere integrato il reato di corruzione in atti giudiziari che presuppone l'indivuduazione di un accordo corruttivo preliminare. In questo caso l'accordo corruttivo è stato individuato? No, non c'è neanche un germoglio. Gli elementi raccolti dalla procura sono tutti di carattere indiziario e perciò inidonei a ritenere compiuto il reato di corruzione in atti giudiziari contestato a Berlusconi". Sulle dichiarazioni rese ai pm milanesi da Imane Fadil, la 34enne morta il marzo 2019 per un'aplasia midollare, il legale ha detto: "Sono inidonee a dimostrare l'esistenza di un accordo illecito" tra Silvio Berlusconi e le cosiddette "olgettine" che parteciparono alle serate di Arcore. "Imane Fadil - ha spiegato Cecconi - rese affermazioni particolarmente significative secondo la procura. In particolare Fadil parlò di Barbara Guerra e Iris Berardi che non erano soddisfatte dei soldi ricevuti fino al quel momento Berlusconi e volevano chiedere di più per mantenere il loro silenzio".

I rapporti millantati

Per il difensore di Berlusconi non ci sono dubbi: "Siamo di fronte a una rappresentazione plastica della volontà di approfittamento, senza alcuna forma di disinvoltura, da parte di queste ragazze", ha detto tra l'altro l'avvocato Cecconi che poi ha evidenziato: "I soggetti che hanno cercato di fare business millantando rapporto con Berlusconi sono tanti".  Imane Fadil è considerata una delle teste chiavi della procura di Milano nel caso Ruby ter. "Sfuggono a questa difesa coma mai Imane fadil si presentò spontaneamente in procura nel marzo 2015".

Gli screenshot e i messaggi

Più che imputato per corruzione in atti giudiziari, Berlusconi dovrebbe "essere considerato come parte offesa di un altro reato che qui non si è voluto perseguire" perchè "è emersa la volontà di ricattare Berlusconi da parte di alcune ragazze", ha sostenuto il legale. Secondo la difesa, ciò che emerge dall'analisi degli screenshot e dai messaggi di alcune delle cosiddette "olgettine" è una "ricostruzione esatta ma contraria rispetto a quella dei pm". Perchè alcune delle ragazze ospitate ad Arcore intendevano "fare pressioni su Berlusconi, per ottenere benefici".