Fake news, Jerry Lee Lewis e Rosa Russo Iervolino come Vasco e Ghali: morti solo sul web

L'elenco di personaggi famosi dati per morti è lungo e in continuo aggiornamento

Rosa Russo Iervolino

Rosa Russo Iervolino

Milano - L'ultimo caso è quello di Jerry Lee Lewis, stella del rock'n'roll e autore, tra le altre, della celebre Great balls of fire, suonata al piano da Tom Cruise in Top Gun. Dato per morto alle 23.38 del 26 ottobre: "Si è spento a 87 anni nella sua abitazione di Memphis, Tennessee". Ma una mezz'oretta dopo, alle 00.04, la stessa agenzia recita: "Ci hanno detto che è vivo. Ci scusiamo". Rosa Russo Iervolino? Il 31 agosto la sua morte è stata annunciata prima via social e poi rilanciata da alcune testate nazionali, ma la lista dei morti (solo) sul web è lunga e in continuo aggiornamento.

Per bloccare la fake news sull'importante politica napoletana, prima donna ministro degli Interni della Repubblica italiana, sono dovuti intervenire i figli: "La notizia della morte di Rosa Russo Iervolino è assolutamente infondata. Nostra mamma - hanno detto i figli Michele e Francesca - è viva, sta bene e saluta tutti".  

Prima della Iervolino, era toccato al procuratore di calcio Mino Raiola, dato per morto prima a gennaio e poi il 28 aprile di quest'anno, due giorni prima cioè dell'effettivo decesso avvenuto il 30 aprile. Proprio il 28 aprile il suo entourage era stato costretto a pubblicare su Twitter una smentaita della notizia: "Condizione di salute attuale per chi se lo sta chiedendo: incazzato perché per la seconda volta in quattro mesi mi hanno ucciso. Sembra che sono capace di resuscitare". 

Sempre recentemente tra i morti virtuali eccellenti ci sono Michael Schumacher, ricoverato in stato vegetativo dal dicembre 2013 dopo un incidente sugli sci, e più volte dato per deceduto dai siti a caccia di click, ma anche il rapper Ghali, la cui (finta) morte avvenuta in seguito a un incidente stradale è addirittura diventata una delle più ricercate su Google il 18 agosto scorso. 

Sempre di agosto il macabro titolo acchiappa click pubblicato da diversi siti "Celentano è morto". Non si trattava però del Molleggiato, bensì di Carmine Celentano, imprenditore  39enne salernitano morto dopo un incidente stradale in moto. 

La stessa sorte è toccata a moltissimi personaggi famosi della musica, del cinema e della politica. Vasco Rossi, per esempio, ha un lungo curriculum di morti apparenti su internet, l'ultima della quali risale a poche settimane fa, quando alcune pagine social hanno rilanciato il titolo: “Lutto per Vasco Rossi, l’addio sui social commuove il web”. L'articolo collegato in realtà conteneva il cordoglio del cantante per la morte di un suo fan, noto nella community della “Combriccola del Blasco”.

Anche per Giorgio Armani è stato necessario, sempre in agosto, ricorrere alle smentite per fermare la marea di inutile cordoglio montata dopo l'apertura di una pagina di Facebook dal nome sinistro “R.I.P. Giorgio Armani”. Sulla pagina, che in poco tempo aveva raccolto 1 milione di 'Mi piace', veniva addirittura spiegato: "Il nostro amato Giorgio Armani è scomparso. Ci mancherà, ma non sarà dimenticato. Si prega di mostrare la vostra simpatia e le condoglianze commentando e dando un mi piace a questa pagina". Dopo poco la secca smentita da parte dello staff dello stilista. 

Ma l'elenco, alimentato dalla frenetica corsa a dare per primi la notizia di una morte eccellente, è lunghissimo e comprende, tra gli altri, Lady Gaga, Pippo BaudoSylvester Stallone, Jon Bon Jovi e risale però, addirittura, fino all'1897 quando il grande scrittore americano Mark Twain, fu costretto a smentire i giornali con un ironico commento passato alla storia: “La notizia della mia morte è fortemente esagerata".