Rocco Morabito nelle foto del ministero dell'Interno

Da Africo a Milano al Sud America, inseguendo i soldi facili del traffico di cocaina e diventando punto di riferimento dei cartelli dei narcos. Rocco Morabito, il super latitante calabrese,  esponente di spicco della cosca Morabito - Bruzzaniti - Palamara di Africo Nuovo, arrestato ieri a Joao Pessoa in Brasile insieme a Vincenzo Pasquino, ha vissuto metà della sua vita a 11mila chilometri dalla Calabria. Ma ‘u tamunga, chiamato così forse perché guidava un indistruttibile fuoristrada Munga, adesso potrebbe finalmente tornare in patria. L’Italia d’altra parte lo aveva messo in cima all’elenco dei ricercati, secondo solo a Matteo Messina Denaro.   I primi anni: dalla Calabria alla bella vita milanese La fuga in Sudamerica La latitanza dorata in Uruguay La cattura e la fuga L’ultimo atto  I primi anni: dalla Calabria alla bella vita milanese Figlio di Domenico Morabito e Carmela Modafferi, nipote di Domenico Antonio Mollica e parente del temuto boss Peppe Morabito, ‘u tiradrittu, Rocco nasce nel 1966 ad Africo. Il cognome è un destino segnato: nell’88 minaccia un docente universitario a Messina e per questo viene arrestato, nell’89 perde il fratello Leo, assassinato ad Africo. A 25 anni, nel 1991, sale al nord per fare il salto di qualità e fare affari. qui vive lo zio Domenico Mollica, già ricercato. E con lui nel 1994 viene fotografato dalle forze dell’ordine in un summit con narcotrafficanti colombiani. Sono gli anni terribili di Escobar, dei cartelli di Medellin e Cali.  A Milano Rocco Morabito, che è giovane e ha fiuto per gli affari, si inserisce bene nell’affare di famiglia: inondare la città di cocaina. Fa i soldi e non bada a spese: si fa costruire una villetta in provincia pavese, a Casarile, un’altra al paese.  La fuga in Sudamerica Morabito attiva dunque un florido traffico di drogache dal Sudamerica si diramava verso la Sicilia, quindi la Lombardia e la Calabria. A rompere le uova nel paniere, nel 1994, arriva l'operazione Fortaleza, dal nome della città che era diventata il suo snodo strategico: viene condannato a 30 anni per associazione di tipo mafioso e traffico di droga. Fa sparire le sue tracce e finisce nella lista dei latitanti più pericolosi d’Italia. Lo cercano a Milano, nel Pavese, in Calabria. Si pensa possa essersi trasferito in Brasile, insieme alla storica compagna Paula Maria De Olivera Correia, angolana naturalizzata portoghese.  La latitanza dorata in Uruguay In Uruguay ‘u tamunga vive tra Montivideo e Punta del Este, con un passaporto brasiliano falso: si fa chiamare Francisco Antonio Capeletto Souza, vive anche qui tra i lussi di una villa con piscina nel quartiere esclusivo di Beverly Hills e si spaccia per imprenditore, attivo nel settore dell’import-export e nella. La cattura e la fuga A incastrarlo, dopo 23 anni di latitanza è l’iscrizione della figlia a scuola con il suo vero nome. E così il 4 settembre del 2017 Morabito viene catturato a Montevideo, in un hotel dove alloggiava da solo a causa di un diverbio avuto con la compagna. Il 29 marzo 2019 il tribunale di appello in Uruguay autorizza l’estradizione in Italia. Ma Rocco Morabito non ha intenzione di tornare e così il 24 giugno 2019 evade, scavando un tunnel, insieme ad altri tre detenuti (Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, Matias Sebastián Acosta González e Bruno Ezequiel Díaz) dalla terrazza del carcere "Central" di Montevideo grazie all’aiuto, sembra, dei membri dei Bellocco residenti tra Argentina e Uruguay.  L’ultimo atto I carabinieri del Ros si mettono sulle tracce del superboss  dal momento dell’evasione. Gli investigatori seguono le sue tracce lungo tutto il Sudamerica, fino all’atto finale di ieri, la cattura a San Paolo in un’operazione congiunta che ha visto gli uomini del Ros di Torino e Reggio Calabria, Interpol, polizia federale brasiliana e l’Fbi e Dea.

Cronaca

Da Africo a Milano al Sud America, inseguendo i soldi facili del traffico di cocaina e diventando punto di riferimento dei cartelli dei narcos. Rocco Morabito, il super latitante calabrese,&nbsp; esponente di spicco della cosca Morabito - Bruzzaniti - Palamara di Africo Nuovo,<a href="https://www.ilgiorno.it/cronaca/ndrangheta-arrestato-brasile-superboss-morabito-1.6402058"> arrestato ieri a Joao Pessoa in Brasile </a>insieme a Vincenzo Pasquino, ha vissuto metà della sua vita a 11mila chilometri dalla Calabria. Ma ‘u tamunga, chiamato così forse perché guidava un indistruttibile fuoristrada Munga, adesso potrebbe finalmente tornare in patria. L’Italia d’altra parte lo aveva messo in cima all’elenco dei ricercati, secondo solo a Matteo Messina Denaro.&nbsp; 
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 <li><a href="#primi anni" rel="nofollow">I primi anni: dalla Calabria alla bella vita milanese</a></li> 
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<h2 class="title-paragraph"><a id="primi anni" name="primi anni" rel="nofollow">I primi anni: dalla Calabria alla bella vita milanese</a></h2> 
Figlio di Domenico Morabito e Carmela Modafferi, nipote di Domenico Antonio Mollica e parente del temuto boss Peppe Morabito, ‘u tiradrittu, Rocco nasce nel 1966 ad Africo. Il cognome è un destino segnato: nell’88 minaccia un docente universitario a Messina e per questo viene arrestato, nell’89 perde il fratello Leo, assassinato ad Africo. A 25 anni, nel 1991, sale al nord per fare il salto di qualità e fare affari. qui vive lo zio Domenico Mollica, già ricercato. E con lui nel 1994 viene fotografato dalle forze dell’ordine in un summit con narcotrafficanti colombiani. Sono gli anni terribili di Escobar, dei cartelli di Medellin e Cali.&nbsp; 
A Milano Rocco Morabito, che è giovane e ha fiuto per gli affari, si inserisce bene nell’affare di famiglia: inondare la città di cocaina. Fa i soldi e non bada a spese: si fa costruire una villetta in provincia pavese, a Casarile, un’altra al paese.&nbsp; 
<h2 class="title-paragraph"><a id="fuga" name="fuga" rel="nofollow">La fuga in Sudamerica</a></h2> 
Morabito attiva dunque un florido traffico di drogache dal Sudamerica si diramava verso la Sicilia, quindi la Lombardia e la Calabria. A rompere le uova nel paniere, nel 1994, arriva l'operazione Fortaleza, dal nome della città che era diventata il suo snodo strategico: viene condannato a 30 anni per associazione di tipo mafioso e traffico di droga. Fa sparire le sue tracce e finisce nella lista dei latitanti più pericolosi d’Italia. Lo cercano a Milano, nel Pavese, in Calabria. Si pensa possa essersi trasferito in Brasile, insieme alla storica compagna Paula Maria De Olivera Correia, angolana naturalizzata portoghese.&nbsp; 
<h2 class="title-paragraph"><a id="uruguay" name="uruguay" rel="nofollow">La latitanza dorata in Uruguay</a></h2> 
In Uruguay ‘u tamunga vive tra Montivideo e Punta del Este, con un passaporto brasiliano falso: si fa chiamare Francisco Antonio Capeletto Souza, vive anche qui tra i lussi di una villa con piscina nel quartiere esclusivo di Beverly Hills e si spaccia per imprenditore, attivo nel settore dell’import-export e nella. 
<h2 class="title-paragraph"><a id="cattura" name="cattura" rel="nofollow">La cattura e la fuga</a></h2> 
A incastrarlo, dopo 23 anni di latitanza è l’iscrizione della figlia a scuola con il suo vero nome. E così il 4 settembre del 2017 Morabito viene catturato a Montevideo, in un hotel dove alloggiava da solo a causa di un diverbio avuto con la compagna. Il 29 marzo 2019 il tribunale di appello in Uruguay autorizza l’estradizione in Italia. Ma Rocco Morabito non ha intenzione di tornare e così <a href="https://www.quotidiano.net/cronaca/ndrangheta-evaso-il-boss-rocco-morabito-in-uruguay-1.4663012">il 24 giugno 2019 evade, scavando un tunnel</a>, insieme ad altri tre detenuti (Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, Matias Sebastián Acosta González e Bruno Ezequiel Díaz) dalla terrazza del carcere "Central" di Montevideo grazie all’aiuto, sembra, dei membri dei Bellocco residenti tra Argentina e Uruguay.&nbsp; 
<h2 class="title-paragraph"><a id="ultimo atto" name="ultimo atto" rel="nofollow">L’ultimo atto</a></h2> 
I carabinieri del Ros si mettono sulle tracce del superboss&nbsp; dal momento dell’evasione. Gli investigatori seguono le sue tracce lungo tutto il Sudamerica, fino all’atto finale di ieri, la cattura a San Paolo in un’operazione congiunta che ha visto gli uomini del Ros di Torino e Reggio Calabria, Interpol, polizia federale brasiliana e l’Fbi e Dea.&nbsp;&nbsp; 
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Chi è Rocco Morabito, il narcos calabrese arrestato in Brasile

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