Ristori Covid in Lombardia: 50 milioni alle categorie non coperte dal governo

Intervento complementare rispetto a quello nazionale. Fontana: aiuti alle categorie toccate dalla nostra ordinanza

Corso Buenos Aires deserta

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Milano, 13 novembre 2020 - La Regione Lombardia stanzierà risorse con le quali assicurare ristori economici a quelle categorie e a quelle figure professionali penalizzate dalle restrizioni imposte dalle ordinanze regionali precedenti all’ultimo decreto del Governo e, in particolare, a quelle categorie e a quelle figure professionali che non possono beneficiare dei ristori già previsti dall’esecutivo nazionale perché la tipologia dei loro contratti di lavoro non rientra tra quelle riconosciute dai provvedimenti di Palazzo Chigi. Detto altrimenti: Palazzo Lombardia approverà un intervento complementare rispetto a quello nazionale, una misura sulla quale Attilio Fontana, presidente della Regione, e Davide Caparini, assessore regionale al Bilancio, si sono confrontati fino a ieri, e che si vuole varare il prima possibile.

Nel dettaglio, il tesoretto a disposizione della Regione per finanziare la delibera sui ristori ammonta ad almeno 50 milioni di euro e la delibera sarà approvata «massimo entro dieci giorni», fanno sapere dallo staff del governatore. Le figure professionali che potranno beneficiare del contributo regionale sono, tra le altre, i lavoratori del settore della cultura e dello spettacolo, ma anche le palestre e le figure professionali che in esse lavorano, a partire dagli istruttori. Un altro comparto incluso nel provvedimento in arrivo da Palazzo Lombardia è quello del turismo. In particolare saranno previsti ristori per le guide turistiche. Come detto, la delibera sarà approvata dalla Giunta lombarda entro dieci giorni. Già ieri mattina, però, Fontana ha preso posizione su questo tema e ha di fatto anticipato lo spirito della delibera che sarà approvata nei prossimi giorni.

«L’emergenza Covid non deve inibire l’economia al punto da fare diventare insostenibile anche lo stato psicologico delle persone – ha sottolineato il presidente della Regione nel corso di un collegamento con Rtl 102.5 –. È da questa estate che dico che serve equilibrio perché con il virus dovremo convivere fino al vaccino. Dovremo mettere in atto tutte quelle precauzioni che consentano lo svolgimento di una vita quasi normale e soprattutto di una vita economica quasi normale perché è fuor di dubbio che le due emergenze, quella sanitaria e quella economica, si sommino. Direi, però, di una terza emergenza, poi. L’emergenza sanitaria è sicuramente la principale, l’emergenza economica è subito dietro come necessità e come preoccupazione, mentre la terza emergenza è l’emergenza della tenuta della gente, della tenuta psicologica della gente – rimarca il governatore lombardo –. Io capisco che in questo momento ci sia un pochino in più di stanchezza rispetto a marzo.

A marzo c’era più determinazione, ora il ritorno del virus, dopo che si era pensato che fosse quasi definitivamente debellato, lascia sicuramente dei segni». Quindi ecco l’anticipazione: «Noi innanzitutto dobbiamo chiedere allo Stato ristori immediati ed efficienti – ha sottolineato Fontana – e poi come Regione dovremo presto riuscire ad emanare un provvedimento nostro per dare una mano a quelle attività che con la nostra ordinanza siamo andati a toccare». Si tratta del provvedimento appena esposto. Infine Fontana ha fatto un punto della situazione lombarda: «La situazione della regione ora è di grande pressione, almeno limitatamente ad alcune zone: nella prima ondata il virus si concentrò su Bergamo, Lodi e Brescia, ora su Varese, Monza e Milano. Noi, nonostante siamo sotto pressione, siamo in grado di dare risposte a tutte le richieste d’aiuto, ma dobbiamo fare in modo che la linea di contagi si abbassi».