Si stanno stabilizzando i dati relativi ai ricoveri per Covid e alle terapie intensive ma non per tutte le fascie d'età. I numeri risultano infatti in aumento tra i bambini sotto gli 11 anni di età per cui è comunque disponibile il vaccino. Nell'ultima settimana nei bambini tra 5 e 11 anni sono state registrate circa 400 ospedalizzazioni sulle 834 complessive che hanno riguardato la popolazione 0-19 anni. Lo riferisce la presidente della Società italiana di pediatra (Sip), Annamaria Staiano, citando dati frutto di una elaborazione delle statistiche dell'Istituto superiore di sanità (Iss), e sottolineando l'importanza della vaccinazione per proteggere i più piccoli anche dal rischio di ricoveri. Complessivamente, nell'ultima settimana sono state oltre 294mila le nuove infezioni nella fascia di età 0-19 anni, con 834 ospedalizzazioni, 13 ricoveri in terapia intensiva e un morto, sempre secondo l'elaborazione Sip sui dati dell'Iss.
Ricoveri nei reparti
A livello giornaliero, secondo Agenas, la percentuale di posti occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri di area non critica è ferma al 30% in Italia ma cresce in 11 regioni o province autonome: Abruzzo (al 31%), Campania (31%), Emilia Romagna (28%), Friuli Venezia Giulia (35%), Lazio (31%), Liguria (41%),PA Bolzano (21%), PA Trento (27%), Sardegna (18%), Sicilia (38%), Valle d'Aosta (53%). Cala in Lombardia (39%), Marche (28%), Toscana (26%). Stabile in Basilicata (al 25%), Calabria (40%), Molise (10%), Piemonte (31%), Puglia (24%), Umbria (29%), Veneto (25%).
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Terapie intensive
Stabile anche la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti Covid: il dato medio è 17% con un calo in in 6 regioni o province autonome: Calabria (15%), Campania (12%), Liguria (19%), PA Bolzano (18%), Umbria (9%), Veneto (16%). Cresce in 5: Basilicata (al 6%), Emilia Romagna (17%), Friuli Venezia Giulia (22%), Molise (5%), Piemonte (25%). È stabile in 10: Abruzzo (al 20%), Lazio (22%), Lombardia (15%), Marche (al 21%), PA Trento (26%), Puglia (14%), Sardegna (15%), Sicilia (19%), Toscana (21%), Val d'Aosta (21%). Questi i dati Agenas del 23 gennaio.
Vaccinati e non
I non vaccinati hanno un rischio, se si infettano, 21 volte maggiore di finire in terapia intensiva rispetto a chi ha fatto due dosi vaccinali. Una possibilità che diventa 39 volte più alta rispetto a chi ha sfatto anche il booster: 31,3 casi su centomila conto 0,8 casi. E' uno dei dati che emerge dal report esteso dell'Istituto superiore di sanità sull'andamento dell'epidemia di Covid-19 in Italia. Per quanto riguarda l'ospedalizzazione per le persone sopra i 12 anni, il tasso, per i non vaccinati (248,5 ricoveri per 100.000 abitanti) risulta circa dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (25,3 ricoveri per 100.000 abitanti) e circa dodici volte più alto rispetto ai vaccinati con booster (20,8 ricoveri per 100.000 ab.), spiega l'Iss.
Reinfezioni
Sono 108.886 gli italiani che si sono reinfettati con Sars-Cov-2- negli ultimi 5 mesi. "Dal 24 agosto 2021 al 9 gennaio 2022 sono stati segnalati 108.886 casi di reinfezioni, pari a 2,7% del totale dei casi notificati. Nell'ultima settimana la percentuale di reinfezioni (3,2%) sul totale dei casi segnalati risulta stabile rispetto alla settimana precedente (3,4%). La probabilità di contrarre una reinfezione risulta più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose e negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione".
Protezione vaccini
L'efficacia della vaccinazione anti Covid nel prevenire l'infezione da Sars- Cov-2 si riduce nel tempo in tutte le fasce di età. Con la dose di richiamo la protezione si attesta al 66,7%, mentre dopo 4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale (seconda dose o vaccino J&J) si arriva al 34,7%. Una piccola riduzione si registra anche nella protezione dalla malattia grave passando dal 97,5% di chi ha fatto già il richiamo all'89% dopo 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale. L'efficacia del vaccino, "come riduzione percentuale del rischio (rispetto ai non vaccinati), nel prevenire la diagnosi di infezione da Sars-Cov-2, è pari al 66% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 53% tra i 91 e 120 giorni, e 34,7% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale. Ed è pari al 66,7% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster", si legge nel Report. Per quanto riguarda la prevenzione della malattia severa la percentuale è: "pari a 95% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 89% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. E' invece pari al 97,5% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster", indica il Report Iss.
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