Referendum eutanasia, Cappato: "Risultato storico, ora la politica ha paura"

La raccolta di firme ha superato quota 750mila

Marco Cappato (Ansa)

Marco Cappato (Ansa)

La raccolta firme per l'istituzione di un referendum sull'eutanasia ha superato quota 750mila adesioni. Un risultato storico per Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Coscioni e promotore della campagna sull'eutanasia legale, e il suo staff. Cappato, si aspettava un risultato del genere?

"E' un risultato che va oltre ogni aspettativa, anche nostra. Abbiamo scelto di raccogliere le firme per il referendum perché ritenevamo possibile riuscire a centrare l'obiettivo, però siamo sorpresi del numero di adesioni".

Cosa risponde a chi sostiene che comunque l'incostituzionalità del quesito impedirà il referendum? "

"La Costituzione italiana esclude la possibilità di fare referendum su temi di materia fiscale, sull'amnistia e sui trattati internazionali. Non credo che neppure creativamente si possa far rientrare l'eutanasia fra questi. Inoltre ci sono costituzionalisti esperti che hanno dato parere favorevole. Se qualcuno ritiene giusto che un medico che aiuta a far finire le sofferenze di un paziente venga condannato a 15 anni di carcere, allora perché non dovrebbe voler difendere la propria posizione anche davanti ai cittadini? Così invece sembra che abbiano paura di un confronto elettorale".

Il successo di questa raccolta di firme dimostra che gli italiani iniziano a occuparsi anche di temi delicati come è quello dell'accompagnamento alla morte... "Il referendum non disturba la politica, ma anzi ricollega il Governo con il tessuto sociale del Paese. I capi dei partiti hanno il terrore della libertà dei propri elettori su questi temi, hanno paura di non poter utilizzare i cittadini. Le critiche che stiamo ricevendo arrivano soprattutto dalla Chiesa, nessun capo di partito ha aperto bocca. Ci sarà una motivazione. In Italia è come se si fosse incapaci di capire cosa deve fare il Parlamento".

Sono tanti anche i giovani che hanno deciso di aderire. "Le persone hanno vissuto questi temi, i giovani sanno di cosa si parla perché è capitato anche a loro in famiglia di parlarne e vivere certe situazioni. Poi, dopo questo anno e mezzo di pandemia, l'idea di partecipazione ha motivato tante persone di ogni età".

Il rischio però non è quello di avere una sorta di "abuso" di eutanasia poi? "L'alternativa è tra eutanasia legale e eutanasia clandestina, che comunque esiste. Avere una legge sull'eutanasia significa avere regole per verificare bene le condizioni di una persona e le sue volontà. Tutti i Paesi europei che hanno legalizzato l'eutanasia non sono tornati indietro. Anzi. L'opinione pubblica ha mantenuto nel corso degli anni il proprio consenso a questo concetto".

Ora cosa succede? "Andiamo avanti con la raccolta di firme e continuiamo a parlare con i cittadini anche in merito al testamento biologico. Ci sono troppe cose che ancora non si sanno in merito".