Recovery Plan, Draghi: "Così cambieremo l'Italia"

Il dibattito sul piano da 248 miliardi: il Senato approva con 224 voti a favore. Intanto arriva l'assist di Monti. Il premier: la scommessa è spendere bene il denaro

Roma - Il Recovery Plan o Piano nazionale di piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr) ha mosso il primo passo. Il maxi piano da 248 miliardi per il rilancio del Paese ha ottenuto Iin mattinata il via libera alla Camera. Poi la discussione è passata in Senato, dove il piano è stato approvato con 224 sì, 16 contrari e 21 astenuti. I senatori di FdI si sono astenuti. Incassato il via libera anche di Palazzo Madama  potrebbero esserci due riunioni del consiglio dei Ministri, o una unica tra mercoledì e giovedì, per l'esame del decreto con la proroga delle cartelle fiscali e il via libera definitivo al Recovery da trasmettere alla Commissione europea entro venerdì. Il Governo lavora alla proroga dei termini per le cartelle fiscali, congelate dalle misure per l'emergenza Covid fino al 30 aprile, e all'estensione per la chiusura dei bilanci dei comuni. 

La discussione 

Tra i primi interventi a favore del piano presentato dal presidente del Consiglio c'è quello della viceministra alle Infrastrutture e Mobilita' sostenibili Teresa Bellanova, presidente di Italia Viva. "Riforme, investimenti, nuove generazioni, donne, Mezzogiorno: è da qui che passano i pieni diritti di cittadinanza nel nostro Paese, l'inclusione sociale ed economica, il futuro delle nuove generazioni, l'Italia migliore che dobbiamo essere capaci di consegnare ai nostri figli. La sostanza del Pnrr consegnata al Parlamento dal Presidente Draghi è qui, ed è qui il senso del richiamo piu' forte dell'appello diretto alle classi dirigenti perche' non un euro vada perduto, e ogni singolo progetto attuato sia nella condizione di concorrere all'allargamento del mercato del lavoro per le nuove generazione e le donne e alla creazione stabile di nuova occupazione". Il premier ha ribadito che il 30 aprile non è un "termine mediatico" ma si tratta in sostanza di un'opportunità: "Prima si arriva e prima si accede ai fondi", ha precisato Draghi. Da parte sua Gianni Pietro Girotto (M5S) ha spiegato che "l'impianto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è discreto, ma e' necessario che vengano messi in atto i giusti provvedimenti affinché si proceda alla sua concreta attuazione, assicurando un impiego coerente alle risorse a esso correlate". 

Mario Draghi e Mario Monti in una foto de 2017 (Ansa)
Mario Draghi e Mario Monti in una foto de 2017 (Ansa)

L'assist di Monti 

"Se dovessi elencare i motivi per cui apprezzo il Pnrr presentato dal presidente Draghi non mi bastarebbero 4 minuti. Parlerò allora delle riforme", quelle riforme "necessarie per trasformare i soldi europei in 'riparazioni' che vanno fatte e se non si faranno, non arriveranno i soldi europei". Lo dice il senatore a vita Mario Monti intervenendo al Senato sulle comunicazioni del premier Mario  Draghi sul Pnrr.  "L'Italia se guardiamo indietro ha fatto riforme di solito in connessione con l'Europa", però "da qualche anno sono iniziate le controriforme rispetto a una moderna economia sociale di mercato e si sono fatti passi indietro. Con la pandemia ci si sta sempre più rintanando nel concetto di "Stato papà" e "Europa mamma". Vanno evitati arretramenti nella mentalità e nella cultura". 

Come dopo la guerra 

Dopo di che il Pnrr tornerà in consiglio dei ministri e sarà quindi inviato a Bruxelles per ottenere la fetta di contributi che spetta all'Italia dal piano Next Generation Eu. "Nell'insieme dei programmi che presento oggi c'è anche il destino del Paese" , aveva spiegato Mario Draghi presentando il Piano alla Camera. Il premier aveva citato Alcide De Gasperi. "L'opera di rinnovamento fallirà se in tutti i centri non sorgeranno delle persone pronte a sacrificarsi per il bene comune". Perché il piano servirà a rilanciare un Paese non solo fiaccato dalla pandemia ma anche da una crescita economica (e demografica) debolissima da vent'anni. Come ha rilevato la Commissione europea che nel 2020 ha stimato una crescita del prodotto interno lordo scesa allo 0,4%.

Occasione unica 

"E' un'occasione unica", aveva ribadito il premier nella sua replica. Il faro del piano resta la crescita. Senza crescita non si riuscirà a uscire da una situazione che quest'anno vedrà il debito pubblico sfiorare il 160% del Pil. I 248 miliardi che l'Italia si appresta a chiedere all'Europa sono quel "debito pubblico buono" a cui lo stesso premier Draghi aveva accennato nel giorno della presentazione del nuovo Def nel quale il Recovery Plan dovrà fungere da "shock positivo senza precedenti nella storia recente", come lo aveva definito il ministro dell'Economia Daniele Franco. Serviranno da una parte a rilanciare l'economia ma anche a portare a termine quelle riforme strutturali (fisco, pensioni, pubblica amministrazione, giustizia) che da tanto, troppo tempo rallentano la crescita. Un recente studio di Standard&Poors il piano Next Generation Eu avrà per l'Italia un impatto sul Pil  da un +1,9% minimo a un +6,5% massimo. L'importante sarà organizzarsi per utilizzare davvero questi soldi per ammodernare il Paese. In soldoni: decreti legge che traducano i progetti in realtà. Ecco le ragioni contenute nel discorso di replica alla Camera dove il premier ha ribadito che il 30 aprile non è un "termine mediatico" ma si tratta in sostanza di un'opportunità: "Prima si arriva e prima si accede ai fondi", ha precisato Draghi. 

La replica al Senato

In serata il premier ha risposto ai senatori, ricordando che "oggi è  un giorno positivo per l'Italia. Il Senato sarà protagonista nell'attuazione del piano".  Poi ha affrontato alcune delle questioni su cui sono state eccepite osservazioni. Intanto il Mezzogiorno. "Sarà importante evitare che i programmi straordinari al Sud siano compensati da una riduzione della spesa ordinaria. La prima lezione è però che il Sud non è stato discriminato: si potrà far meglio, rimediare a qualche mancanza, ma non c'è una discriminazione colpevole. La seconda lezione è che le risorse saranno sempre poche se uno non le usa. Per usarle certamente le riforme aiuteranno ma c'è una storica inerzia che non è colpevole ma si vede soprattutto nella fase di progettazione. Il governo ha previsto nel Pnrr gruppi di lavoro che possono essere di aiuto in questa fase se graditi".   E così, anche per la ricerca, secondo molti poco sostenuta nell'attuale piano, ci saranno "più fondi nella prossima legge di bilancio". Poi il nodo degli appalti, che pesa sulle grandi opere. "La semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni è obiettivo fondamentale per rilanciare il settore", ha sottolineato Draghi, assicurando che "si interverrà con una legge delega da adottare entro l'anno".  Un lavoro che "proseguirà fino al 2026". Ma soprattutto, il Recovery plan "nasce da una scommessa collettiva in Europa sulla capacità di spendere ma soprattutto spendere bene il denaro e l'Italia è in prima fila. Saremo responsabili del successo o della perdita di questa scommessa".  

Parlamento sovrano

“Ho profondo rispetto per il ruolo del Parlamento. Nella riscrittura del Piano sono stati fondamentali i rilievi da voi effettuati durante gli approfondimenti e le discussioni tenute nei mesi di febbraio e marzo e sintetizzate nelle risoluzioni. Anche grazie al vostro contributo, il Piano è significativamente diverso da quello che era stato approvato dal Consiglio dei ministri a gennaio – e qui rispondo all’On. Ferro di Fratelli d’Italia. Circa un terzo delle misure (60 su 180) sono o del tutto nuove o profondamente modificate. La parte sulle riforme – pubblica amministrazione, giustizia, concorrenza, semplificazione - è completamente nuova. È vero che i tempi per la discussione parlamentare sono stati contingentati, ma abbiamo avuto modo di confrontarci con il Parlamento e i suoi rappresentanti costantemente durante la stesura del Piano, ad esempio durante gli incontri con le forze politiche avvenuti nelle scorse settimane. Abbiamo inoltre incontrato le forze economiche e sociali, le Regioni, le Provincie e i Comuni. Come sapete il dialogo con la Commissione è stato approfondito, in particolare sul tema delle riforme, che abbiamo voluto dettagliare non solo per soddisfare i requisiti del Dispositivo europeo, ma anche per permetterci di offrire agli italiani cronoprogrammi chiari e credibili".

La scadenza

“Abbiamo ritenuto fosse molto importante approvare il Piano entro il 30 aprile, perché questo ci permette di avere accesso ai fondi europei il prima possibile. Le riforme saranno adottate con strumenti legislativi (disegni di legge, leggi delega e decreti legge), nei cui procedimenti di adozione il Parlamento avrà, com’è ovvio, un ruolo determinante nella discussione e nella determinazione del contenuto. Una fruttuosa collaborazione tra il potere legislativo e l’esecutivo è cruciale in questa prospettiva. Per quanto riguarda le modifiche inserite nella versione del 26 aprile, come comunicato dal Ministro D’Incà alle Camere, sono state di carattere formale, di coordinamento tra le diverse parti del Piano e di riallineamento di alcuni tempi di attuazione”.

Pubblica amministrazione 

“La vera sfida indubbiamente inizia non appena avremo consegnato il Piano alla Commissione europea. Noi tutti, Governo centrale e amministrazioni territoriali, siamo chiamati ad attuare una mole di interventi, soprattutto investimenti pubblici, decisamente eccezionale. È per questo che il Governo ha in programma un’ambiziosa riforma della pubblica amministrazione e un decreto volto a semplificare e accelerare le procedure. Agli enti territoriali compete la realizzazione di 87,4 miliardi di investimenti fra PNRR e Fondo complementare, il 40% del totale. Abbiamo ritenuto dare un ruolo centrale a Regioni, Provincie e Comuni nel Piano, anche perché sono loro ad avere massima contezza delle esigenze dei loro territori, in particolare in ambiti quali la coesione sociale e la sanità. Non c’è lo Stato contro gli enti locali. Questa sfida si vince insieme. Inoltre, il governo del Piano prevede anche la creazione di squadre di lavoro che possano aiutare le amministrazioni locali e recepire le loro osservazioni e critiche. Per quanto riguarda il governo del Piano, questa sarà definita in un provvedimento normativo che sarà adottato a breve”.

Giovani generazioni

“L’intero piano è un investimento sul futuro e sulle giovani generazioni Come ho già detto ieri, dobbiamo garantire ai nostri giovani welfare, sicurezza abitativa e un mercato del lavoro adeguato. Ieri in quest’Aula, ho parlato delle misure del Piano per le famiglie giovani, quelle per le infrastrutture sociali e le case popolari, e gli incentivi fiscali per i mutui. Inoltre, il piano interviene per garantire in maniera equa e adeguata il diritto allo studio, e stanzia quasi un miliardo per gli alloggi studenteschi, 500 milioni per le borse di studio per accedere all’università. Prevede poi l’ampliamento dei dottorati, attraverso un finanziamento cumulativo di circa un miliardo. Ribadisco inoltre l’introduzione di una previsione per condizionare l’esecuzione dei progetti finanziati non solo dal PNRR, ma anche da REACT-EU e dal Piano complementare, alla nuova occupazione giovanile e femminile”.

Donne lavoratrici

“Il Piano prevede importanti misure a sostegno delle donne lavoratrici. Vi sono interventi a favore dell’imprenditoria femminile, ma soprattutto un corposo pacchetto per aiutare ad alleggerire il carico familiare che spesso grava sulle spalle delle donne. Il Piano asili nido, di cui ha parlato  stanzia ben 4,6 miliardi per gli asili nido e le scuole d’infanzia. Questo investimento porta a creare circa 230.000 nuovi posti destinati ai bambini più piccoli, e si tratta di una stima prudenziale. L’ambizione del Governo è raggiungere e superare gli obiettivi europei a riguardo. Si prevede inoltre il rafforzamento dei servizi di prossimità e di supporto all’assistenza domiciliare.

Mezzogiorno

“Sul Mezzogiorno ci sono stati molti interventi durante il dibattito, che testimoniano l’estrema rilevanza di tale tema. Al Sud andrà circa il 40% delle risorse che possono essere ripartite con il criterio del territorio, ovvero circa 82 miliardi di euro. È una cifra più alta della quota della popolazione residente al Sud (34%), e molto più alta della quota di prodotto interno lordo (22%). Alcune Missioni del Piano prevedono poi investimenti in quote ancora maggiori: Penso ad esempio alla Missione 3, Infrastrutture per la Mobilità Sostenibile, dove arriva al 53%, o alla Missione 4, Istruzione e Ricerca, dove tocca il 46%. Inoltre, oltre il 45% degli investimenti nella connettività a banda ultralarga si svilupperà nelle regioni del Sud.

Asili nido

“Il Governo sta lavorando inoltre in particolare sul tema degli asilo nido, in modo da aumentare l’offerta delle prestazioni di educazione e cura della prima infanzia nei territori più lontani dall’obiettivo europeo del 33% di bambini che possono accedere al servizio”.

Banda larga

“Il governo intende stanziare 6,31 miliardi per le reti ultraveloci, la banda larga e il 5G. L’obiettivo del Governo è portare entro il 2026 reti a banda ultralarga ovunque senza distinzioni territoriali ed economiche. A maggio avviamo la mappatura dei piani d’investimento previsti dai privati per identificare le aree del Paese che senza interventi del governo resterebbero sfavorite. Per queste aree è previsto un contributo statale per assicurarci che non si creino nuovi divari digitali da qui al 2026. Vogliamo che si evitino duplicazioni di investimento, che gli operatori di mercato scelgano le tecnologie più adatte ad ogni zona e che comunque la scelta dei cittadini e la concorrenza vengano tutelate. Grazie a questa nuova e completa infrastruttura intendiamo investire per ammodernare la nostra amministrazione, connettere tutte le scuole e gli ospedali, incentivare le imprese a investire e digitalizzarsi”.

Roma Caput mundi

“Il PNRR prevede un’iniziativa specifica “Caput Mundi” da 500 milioni di euro per finanziare progetti che valorizzano il patrimonio storico e culturale della città di Roma; permettono la messa in sicurezza di luoghi pubblici ed edifici storici; digitalizzano i servizi culturali e rinnovano parchi e giardini storici. Nel complesso, intendiamo avviare un progetto che muovendo dalla Capitale porti il turismo lungo i percorsi nazionali spesso meno noti ma non meno unici”.

Made in Italy

“Uno degli obiettivi principali della Missione 1 è favorire l’internazionalizzazione e la crescita dimensionale delle imprese, soprattutto nei settori più innovative e strategici. In questo senso vanno gli interventi nell’ambito del Fondo per l’internazionalizzazione la cui dotazione è di circa 1,2 miliardi di euro, e quelli specifici sui settori ad alta tecnologia come l’aerospazio. In generale, gli investimenti su ricerca e sviluppo contribuiranno a un Made in Italy improntato sempre di più alla capacità innovativa”.

Superbonus 

“Ribadisco che per questa misura, tra PNRR e Fondo complementare, sono previsti oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 per le case popolari (Iacp). Per il futuro, il Governo si impegna a inserire nel Disegno di Legge di bilancio per il 2022 una proroga dell'ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021. Inoltre, già con un decreto legge a maggio, interveniamo con delle importanti semplificazioni per agevolare la sua effettiva fruizione”.

Agricoltura

“Stanziamo 500 milioni per l’innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare. Il progetto sostiene l’ammodernamento dei macchinari agricoli che permettano l’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione e l’utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0, nonché l’ammodernamento del parco automezzi al fine di ridurre le emissioni”.

Idrogeno

“Il PNRR italiano stanzi complessivamente 3,6 miliardi sullo sviluppo dell’idrogeno, dato significativamente superiore ai 2 miliardi della Francia e all’1,6 miliardi della Spagna. È evidente che la transizione debba tendere all’utilizzo di idrogeno verde. Questo richiederà una efficacia senza precedenti nel raggiungimento dei target di generazione di elettricità da sorgenti rinnovabili, in assenza delle quali si dovranno considerare tecniche alternative per la generazione del vettore idrogeno. Il target previsto è il 72% dell’elettricità globale da fonte rinnovabile nel 2030. Vuol dire installare circa 70 GigaWatt di potenza rinnovabile nei prossimi 10 anni. Il ritmo attuale è 0,8”.

Transizione ecologica

“Nel piano abbiamo obiettivi puntuali ed ambiziosi. Intendiamo sviluppare 7.500 punti di ricarica nelle superstrade e circa 13.755 punti di ricarica in centri urbani. Più in generale, noto che sono arrivate osservazioni apparentemente opposte circa la transizione ambientale. Alcuni temono che possa far danno al nostro sistema industriale esistente. Altri chiedono che essa permei ogni ambito di intervento. Personalmente, credo sia una contraddizione facile da sciogliere. Il Governo è convinto che la transizione ecologica debba riguardare tutti i settori produttivi. Infatti essa è una priorità trasversale del nostro Piano. Il PNRR alloca circa il 40% delle risorse ad obiettivi climatici. Oltre agli interventi previsti nella Missione 2, ci sono quelli sui trasporti, e sull’efficienza energetica. Siamo quindi ben oltre l’obiettivo europeo del 37%. Allo stesso tempo, siamo convinti che la transizione ambientale sia un motore di sviluppo e di occupazione, soprattutto per i giovani. Un esempio è la filiera dell’automotive, e i cambiamenti che vengono ad essa apportati dalla mobilità elettrica. Per questo sono presenti specifici investimenti sulle batterie”.

Alta velocità

“Il Piano e il Fondo Complementare prevedono investimenti per oltre 15 miliardi. Un esempio, è la linea ad Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, dove i treni potranno viaggiare a 300 Km all’ora. Con questi investimenti, ci si metterà lo stesso tempo da Roma a Torino e da Roma a Reggio Calabria. Tutte le linee ad alta velocità non sono progetti vecchi, ma estremamente innovativi. La Roma-Pescara è una novità assoluta. Il raddoppio del binario sulla linea esistente della Palermo-Catania-Messina va incontro ad un’esigenza avanzata dalla regione Sicilia. Per gli interventi ferroviari al Nord sono destinati 8,6 miliardi. Gli interventi consentono di potenziare i servizi di trasporto su ferro, e stabiliscono per le merci connessioni efficaci con il sistema dei porti esistenti. In particolare grazie ai lavori sul tratto Liguria-Alpi i tempi di percorrenza sono dimezzati sia sulla tratta Genova-Milano che sulla quella Genova-Torino. La capacità sarà aumentata da 10 a 24 treni/ora”.

Housing sociale 

“I 500 milioni dell’housing sociale sono inseriti nel programma innovativo della qualità dell’abitare. Attraverso questo progetto, investiamo 2,8 miliardi nella realizzazione di nuove strutture di edilizia residenziale pubblica, per ridurre le difficoltà abitative, con particolare riferimento al patrimonio pubblico esistente, e alla riqualificazione delle aree degradate e puntiamo sull'innovazione verde e sulla sostenibilità. Il PNRR, poi, prevede diversi interventi di riqualificazione di edilizia pubblica, nell’ambito dei quali sono previsti anche interventi di prevenzione antisismica”.

Fisco

“La riforma fiscale è tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e in tal senso è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee. Per riformare il sistema fiscale è auspicabile una ampia condivisione politica. Il Governo si è impegnato a presentare una legge delega entro il 31 luglio 2021”. 

Debito pubblico

“Quanto al debito, riteniamo che sia essenziale in questo momento concentrarci sulla crescita economica. Il governo vuole rilanciare gli investimenti e la produttività, per permetterci di raggiungere tassi di crescita molto più alti che nel recente passato. Se siamo in grado di rilanciare il potenziale di crescita della nostra economia, riusciremo anche a ridurre rapidamente il rapporto tra debito pubblico e PIL”.

Terzo settore 

“Il valore del Terzo settore è parte integrante del piano, in particolare nella componente, dedicata a Infrastrutture Sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore. Ciascuno dei tre ambiti di intervento prevede proprio che ci sia co-progettazione e siano sfruttate le sinergie tra impresa sociale, volontariato e amministrazione. Siamo convinti che questo consenta di comprendere al meglio i disagi e i bisogni e quindi di venire incontro alle nuove marginalità nel modo migliore. Nel Piano è anche presente l’impegno di completare la riforma del Terzo settore”.

Appalti

“Intendiamo riformare la disciplina nazionale, sulla base delle tre direttive UE (2014/23, 24 e 25), per renderla più snella rispetto a quella vigente, anche sulla base di una comparazione con la normativa adottata in altri Stati membri dell’Unione europea. A tal fine, si interverrà con una legge delega, da presentare entro il 2021. Inoltre, intendiamo prorogare le semplificazioni adottate con il DL 76/2020 fino al 2023. A prescindere dal PNRR, la semplificazione normativa e amministrativa  è un obiettivo cruciale per il Governo. Il PNRR contiene numerose misure per accelerare l’attuazione degli interventi. Le riforme previste nel Piano sono accompagnate da indicazioni sulle tempistiche. Sarà approvato un DL già a maggio 2021, con gli interventi urgenti di semplificazione. Questo lavoro proseguirà in modo progressivo e costante fino al 2026”.

Sport

“L’Italia da anni reclamava un piano sulle politiche sportive. Con un miliardo di investimenti nel PNRR da oggi lo sport ha piena dignità nelle politiche pubbliche del nostro Paese, anche per lo stretto legame che c’è tra l’attività sportiva, il benessere e la coesione sociale. Intendiamo potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie. Delle infrastrutture sportive scolastiche beneficerà inoltre l’intera comunità territoriale, al di fuori dell’orario scolastico attraverso convenzioni e accordi con le stesse scuole, gli enti locali e le associazioni sportive e dilettantistiche locali”.