Quarta dose vaccino Covid, Crisanti: "Io la faccio, ma per i fragili non basta"

Per il ricercatore l'eliminazione della quarantena per i contatti di positivi è sensata "con questa variante"

Il virologo Andrea Crisanti

Il virologo Andrea Crisanti

Roma - "Penso che mi farò la quarta dose perché inizio ad essere anche un po' vecchietto (ha 67 anni, ndr). Ma parliamoci chiaro: se uno è fragile lo è anche con la quarta dose, non sia una foglia di fico per cui ci laviamo la coscienza con la quarta dose. Se uno è fragile o immunodepresso, di dosi gliene puoi fare quante ne vuoi, sempre suscettibile rimane". A dirlo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di microbiologia molecolare all'università di Padova, ospite di '24 Mattino' su Radio 24.

Il vaccino comunque, da solo, non è la panacea di tutti i mali legati al Covid "sebbene protegga contro le complicazioni gravi della malattia". Infatti "nella maggior parte delle persone ha una durata che per quanto riguarda la protezione contro le infezioni è piuttosto limitata". "Anche adesso- ha aggiunto- sono usciti recentemente degli studi su circa 800mila casi che dimostrano che anche la terza dose dopo 3-4 mesi ha un effetto molto limitato rispetto alla protezione contro l'infezione".

Per Crisanti comunque si può invece ragionevolmente parlare di "eliminazione della quarantena per i contatti", stante la situazione attuale. "Se stessimo parlando della variante di Wuhan non sarei d'accordo, ma con questa variante qui che ha un indice di trasmissione di 12, in cui la maggior parte delle persone sono asintomatiche, e in più i vaccinati se si infettano neanche se ne accorgono, l'impatto che ha la quarantena è limitato, bisogna guardare le cose per quelle che sono", ha detto.

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"Il quadro - ha spiegato - è completamente cambiato dall'inizio, due anni fa avevamo un indice di trasmissione 2, non avevamo i vaccini, adesso abbiamo un virus che ha un indice di trasmissione come il morbillo, abbiamo dei vaccini che hanno durata limitata e su questo che dobbiamo ragionare. Ieri si sono vaccinate 15mila persone e se ne sono infettate 80mila, la maggior parte di queste persone guarirà e svilupperà un'immunità maggiore da quella indotta dal vaccino, bisogna fare i conti con la realtà''.