Vaccino Covid, Speranza: "Nessuno pensa alla quarta dose per tutti"

Il ministro della Salute ha però confermato che sarà destinata a immunodepressi e fragili. Riguardo gli anziani si attende "un'indicazione dalla Commissione europea"

Il ministro della Salute Roberto Speranza

Il ministro della Salute Roberto Speranza

Sulla quarta dose di vaccino contro il Covid-19 non c’è nessuna prospettiva certa, nel futuro. Sicuramente “non sarà per tutti ma solo per gli immunocompromessi e per i fragili”, ha assicurato il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante una trasmissione su Rai 3. Dagli enti regolatori, ad oggi, non c’è alcuna indicazione ma – ha detto Speranza – “la Commissione europea darà un'indicazione condivisa sulla fascia generazionale'' che dovrà fare la quarta dose "la prossima settimana".

Dal 1° aprile lo stato di emergenza sanitario è finito, ma il ministro invita alla prudenza perché la pandemia non è finita. "Dopo due anni – ha dichiarato Speranza – noi usciamo dallo stato d'emergenza e vogliamo fronteggiare il Covid che ancora c'è, non più con strumenti straordinari ma con strumenti ordinari".

“Non dimentichiamoci che Omicron sta portando in terapia intensiva i non vaccinati e può essere pericolosa per pazienti immunodepressi», ha sottolineato un mese fa Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, della Società europea di virologia e componente del Comitato tecnico scientifico. È possibile che sia necessario vaccinarsi ogni anno, come si fa con l’influenza stagione. A patto che, chiarisce Palù, “che il vaccino sia polivalente, cioè efficace contro diverse varianti. Questo non eliminerà il virus, ma eviterà le forme gravi della malattia, i ricoveri e, quindi, le morti”.

Ultimamente, la variante Omicron sta provocando danni soprattutto tra la popolazione non vaccinata. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità, rispetto a coloro che sono vaccinati con terza dose, i non vaccinati finiscono in terapia intensiva 16 volte più spesso e hanno un tasso di morte 15 volte maggiore. In questo momento, il virus sta circolando con una libertà che non ha mai avuto, infettando sia vaccinati che non vaccinati. Per un vaccinato, tuttavia, contrarre oggi il coronavirus non vuol dire essere malato, perché difficilmente svilupperà forme gravi o finirà in ospedale (soprattutto se ha meno di 80 anni). Al contrario, non vaccinarsi rappresenta un rischio sempre più grave e inutile.