Tampone Covid: quale test è meglio fare e dopo quanti giorni

Come evitare falsi negativi: la guida per chi è entrato in contatto con un positivo o ha un dubbio sull'infezione

Grafico di Arnaldo Liguori

Grafico di Arnaldo Liguori

Se si scopre di essere stati a contatto con una persona positiva, si teme un contagio da Sars-Cov-2 o si vuole soltanto stare tranquilli in previsione di feste e cenoni, è importante scegliere il giorno giusto per fare un test di controllo. Infatti, a seconda di quanto tempo è passato dall’ipotetico contagio, i diversi tipi di esami hanno una diversa probabilità di risultare dei falsi negativi (cioè la persona è infetta ma il contagio non risulta all’esame). Uno studio pubblicato sulla rivista Nature reviews genetics aiuta a fare chiarezza.

Innanzitutto, scrivono i ricercatori, bisogna considerare che "la carica virale di Sars-Cov-2 cambia drasticamente nel corso dell'infezione. Generalmente, aumenta rapidamente dopo l'infezione e i pazienti possono iniziare a diffondere a diffondere particelle virali 3-5 giorni prima dello sviluppo dei sintomi di Covid-19".

Il test più affidabile è il tampone molecolare, che risulta piuttosto preciso (90-95%) già a partire dal terzo giorno successivo all’esposizione al virus. I tassi di positività del molecolare restano piuttosto affidabili anche dopo due settimane.

Il test rapido antigenico, cioè quasi tutti quelli fatti in farmacia, sono generalmente meno affidabili (60-70%) e hanno una finestra che va dal quarto al decimo giorno successivo al contagio. Se fatti prima, o dopo, hanno tassi molto alti di falsi negativi. Sull’affidabilità dei tamponi, comunque, può influire anche la attenzione dell’operatore sanitario che esegue il test e le caratteristiche di ogni individuo.

Infine, il test sierologico (quello eseguito mediante prelievo di sangue), riesce a rilevare la presenza di anticorpi IgM a partire dal 9° giorno fino a un mese dopo il contagio e gli anticorpi IgG dalla terza settimana in avanti.

Molti Paesi hanno implementato test su scala di popolazione per monitorare e ridurre la trasmissione virale. Tuttavia, si legge nello studio di Nature, "nonostante la promessa di questo approccio, ottenere risultati di test affidabili su così vasta scala è difficile e senza precedenti".

Con l'avvicinarsi delle feste, poi, è già iniziata corsa al tampone per cercare di garantirsi un Natale  più o meno  "tranquillo". Ma dato l'aumento dei contagi e l'enorme richiesta, sottoporsi a un test molecolare o rapido è diventata quasi un'impresa. Quasi ovunque non si trovano neanche i test di auto-analisi (quelli più inaffidabili di tutti).

"Ieri per mezza giornata non abbiamo potuto fare tamponi rapidi perché avevano esaurito le scorte", ha raccontato al Giorno una farmacista di Milano. "Ormai siamo davvero al limite, passiamo talmente tanto tempo a fare test che riusciamo a malapena a fare il nostro lavoro, quando si è talmente sovraccarichi c'è anche il rischio di fare errori". Le farmacie, beninteso, con il prezzo dei tamponi a 15 euro, arrivano appena a coprire i costi.

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