Qatargate, Antonio Panzeri patteggia: un anno di carcere, braccialetto elettronico e multa

Inchiesta per corruzione, frode e riciclaggio al Parlamento Ue, accordo con la Procura belga dell'ex eurodeputato di Pd e Articolo 1 che ha deciso di pentirsi e collaborare: 5 anni di condanna (di cui uno in cella)

Un anno di carcere. L'accordo siglato tra l'ex eurodeputato Antonio Panzeri e la procura federale belga prevede "una condanna a cinque anni, ma con sospensione condizionale della pena per la parte eccedente un anno". Lo ha dichiarato ad Afp l'avvocato di Panzeri, Laurent Kennes. "Subirà un anno di detenzione, parte del quale sotto braccialetto elettronico", ha spiegato. L’ex eurodeputato del Pd e di Articolo Uno dunque si è pentito e ha accettato di collaborare con la giustizia belga nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura federale belga per sospetta frode all’interno del Parlamento Europeo. Oggi, informa la Procura, si è verificata una “importante evoluzione” nelle indagini.

Panzeri, uno dei “protagonisti importanti” del dossier, accompagnato dai suoi avvocati, ha ricevuto anche una multa da 80mila euro e ha firmato un memorandum con il procuratore federale, in base ad alcuni articoli del codice di procedura penale belga che riguardano i “pentiti”. Panzeri, accusato di “aver partecipato ad una organizzazione criminale in qualità di dirigente, di riciclaggio di denaro e di corruzione pubblica, attiva e passiva”, ha ottenuto uno sconto di pena che include comunque “il carcere, un’ammenda e la confisca di tutti i vantaggi patrimoniali acquisiti, valutati per ora a 1 milione di euro”. 

«L'iniziativa portava avanti in Parlamento era un'iniziativa di lobbying e ovviamente cercavamo dei parlamentari che fossero disponibili ad appoggiare certe posizioni in favore del Qatar. In questo quadro alcuni parlamentari hanno appoggiato tali posizioni per semplice convinzione e io e Giorgi, a volte io da solo, qualche volta Giorgi, li abbiamo invitati ad una riflessione su queste posizioni». È quanto si legge nell'interrogatorio degli inquirenti belgi ad Antonio Panzeri il 10 dicembre scorso del quale alcuni stralci sono stati allegati alla richiesta di revoca di immunità per Marc Tarabella e Andrea Cozzolino.

«Li consigliamo, diciamo loro che 'sarebbe utile...' ma non tutti sono d'accordo. In un caso, vale a dire quello di Marc Tarabella, è stato ricompensato più volte per un importo totale, a memoria, di 120-140mila euro», si legge nell'interrogatorio dell'ex eurodeputato socialista.  Panzeri racconta di aver dato «più volte il denaro in contanti» a Tarabella. «Talvolta ero accompagnato da Giorgi Francesco. Consegnavo il denaro a Tarabella in luoghi diversi. Il denaro si trovava in sacchi di carta. È cominciato due anni fa», spiega ancora Panzeri secondo quanto si legge nella documentazione.