Lombardia, da Covid hotel a centri di accoglienza per i profughi dell'Ucraina

L'emergenza del virus non è ancora rientrata che già la regione si prepara ad affrontarne un’altra: gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina

Profughi provenienti dall'Ucraina

Profughi provenienti dall'Ucraina

Milano -  L’emergenza Covid non è ancora rientrata che già la Lombardia si prepara ad affrontarne un’altra: gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina non solo in termini di ricadute economiche ma anche e soprattutto umanitarie. Ecco perché l’assessorato al Welfare della Regione Lombardia ha dato disponibilità al prefetto di Milano, Renato Saccone, per la conversione in centri di accoglienza per profughi ucraini di alcuni Covid hotel, le strutture nate per permettere l’isolamento di persone contagiate dal virus che in casa non avevano la condizione ideale per farlo.

«Si tratta – ha precisato l’assessore al Welfare, Letizia Moratti – di cinque hotel di Milano, due a Bergamo e uno a Varese". Il presidente Attilio Fontana, invece, sta lavorando per portare in Italia i bambini ucraini malati di cancro. "Sono in contatto costante con la onlus Soleterre, che ha una rete consolidata in Ucraina – ha detto il governatore lombardo –. Abbiamo dato la nostra disponibilità a ospitare i bambini malati oncologici, trasferendoli prima in Polonia e poi in Lombardia. Una volta arrivati in Italia, sarebbero accolti al San Matteo di Pavia e all’Istituto tumori di Milano che hanno già dato la loro disponibilità". In accordo con il direttore del dipartimento e struttura complessa Casa pediatrica del Fatebenefratelli di Milano, Luca Bernardo, è stata organizzata un’équipe di medici pediatri e neonatologi in grado di recarsi immediatamente al confine ucraino per coordinare l’assistenza e il trasferimento di profughi bambini che necessitano ricovero e cura.

Nel Pavese , invece, parte un appello a tutti i sindaci della provincia perché trovino alloggi nei quali accogliere i profughi ucraini. Lo ha rivolto il prefetto Paola Mannella che ha presieduto una riunione ristretta del Consiglio territoriale dell’immigrazione, con l’obiettivo di predisporre le misure di prima accoglienza. "Tre famiglie sono già arrivate, ma se ne attendono molte altre nei prossimi giorni – ha detto il prefetto –. Si prevede prevalentemente l’arrivo di donne e bambini, piuttosto che di persone singole". Occorrono strutture che i primi cittadini stanno cercando, effettuando una ricognizione sul proprio territorio e punti nei quali stoccare tutti gli aiuti che continuano ad arrivare. In provincia di Pavia sono residenti circa 4.400 cittadini ucraini che, presumibilmente, richiameranno i familiari in fuga. "È stata prevista una forma di accoglienza diffusa – ha aggiunto il prefetto -, reperendo posti anche nelle strutture destinate ai richiedenti asilo, già attive sul territorio".