Green pass obbligatorio: per molti ottenerlo è ancora un incubo. Ecco chi sono

Tutte le categorie che stanno affrontando problemi in serie nel rilascio del sospirato lasciapassare

Controlli sul green pass

Controlli sul green pass

Green Pass: mentre si attendono nuove norme riguardanti l'estensione della durata da 9 a 12 mesi (e l'obbligatorietà per lavoratori della pubblica amministrazione e del settore privato), c'è ancora chi ha grossi problemi a ricevere il "lasciapassare". Un mix micidiale di burocrazia, "bug" tecnologici e sfortuna che per decine di italiani ha segnato l'inizio di un'Odissea. A collezionare segnalazioni e lamentele è arrivata, nelle scorse settimane, la pagina Facebook "Problemi rilascio green pass UE soggetti guariti e vaccinati con una dose".

Il nome era stato scelto dal fondatore Angelo Floresta "ispirandosi" alla catagoria di cittadini italiani che più aveva riscontrato problemi nell'ottenere il green pass, ovvero chi aveva contratto il Covid e, come da indicazione della campagna d'immunizzazione, dopo essere guarito aveva ricevuto unicamente una dose di antidoto. In particolare aveva patito difficoltà chi aveva fatto il vaccino a meno di tre mesi dalla guarigione o sei mesi dopo aver sconfitto il Covid.

Ebbene, per questa ampia platea i problemi sono quasi completamente svaniti, spiega Floresta, con l'emissione di una circolare del ministero della Salute che ha esteso a un periodo di dodici mesi la possibilità di effettuare un'unica dose, eliminando così il limite dei tre mesi dall'avvenuta guarigione. Numerosi, infatti, successivamente a questo provvedimento governativo sono riusciti a scaricare (o ricevere) il loro green pass dopo aver ricevuto la prima - e unica - dose di vaccino

Questa, però, era solo una delle casistiche. In realtà numerosi italiani sono ancora in lotta con la burocrazia e ancora attendono la carta che permetta loro di accedere ai luoghi in cui è obbligatorio mostrare il green pass. 

Queste, secondo un elenco delle segnalazioni ricevute sulla pagina Facebook, le categorie che stanno accusando difficoltà nel ricevere il lasciapassare:

  • i soggetti che manifestano quelli che potremmo definire problemi di "allineamento tecnico" fra i dati della avvenuta guarigione e quelli della somministrazione del vaccino. Sembra - afferma Floresta - che questi guai siano da ricondurre per una buona parte a casi di errata trasmissione della notizia di positività al tampone che non farebbe scattare in automatico il via libera al vaccino con un'unica dose. In altre occasioni, invece, pare che il problema sia nella trasmissione dei dati legati alla vaccinazione. Nella maggior parte dei casi pare che l'impasse possa risolversi con l'immissione di tutti i dati corretti in seguito a un intervento esterno; dei funzionari del centro vaccinale, del medico di base o dei tecnici dell'azienda sanitaria locale.
  • I soggetti, spesso "asintomatici" o paucisintomatici che hanno scoperto di aver contratto il coronavirus dopo essersi sottoposti a un test sierologico che ne ha attestato la positività e non a un tampone. Anche a loro è stato concesso di fare un'unica dose di vaccino all'avvio della campagna. Per questi soggetti, spiega il fondatore della pagina Facebook,  pare che il sistema sia bloccato, senza la possibilità di emissione del Green Pass, proprio perché non è presente il tampone positivo. Da qui la sollecitazione, da parte di Floresta, di una circolare che chiarisca la loro situazione, come è accaduto in Francia, con una nota diffusa già nel febbraio di quest'anno. 
  • Soggetti che hanno ricevuto due dosi di vaccino ma stanno affrontando problemi di natura tecnica nel momento in cui il sistema non ha registrato la somministrazione di una delle due dosi. Accade soprattutto a cittadini residenti nel Lazio, dopo il caso dell'attacco hacker al portale della Regione.
  • Soggetti che hanno effettuato le due dosi di vaccino in due regioni differenti, situazione che mostra il prezzo da pagare a sistemi sanitari regionali differenti che non riescono a dialogare fra loro con efficacia.
  • Soggetti italiani che abbiano effettuato il ciclo vaccinale all'estero.

"Tra le persone che hanno effettuato segnalazioni di questo tipo sulla nostra pagina - chiosa Floresta - ci sono molti operatori scolastici, insegnanti e personale Ata, che dal 1 settembre sono 'costretti' a dover effettuare tamponi a proprie spese solo per poter lavorare". Le richieste sono quelle di istituire uno sportello dedicato, in rete o telefonico, tutto dedicato alla risoluzione di questi problemi, la realizzazione di una sorta di vademecum chiaro e comprensibile per addetti a lavori e cittadini e la possibilità da parte dei medici di famiglia di integrare i dati mancanti con l'emissione diretta del green pass.