Covid, allarme dei virologi: varianti più contagiose e aggirano il virus

Il medico genovese: piano vaccinale fallito. Non si è adeguatamente investito sui laboratori per il sequenziamento genetico

L'utilizzo dei vaccini potrebbe essere aggirato da alcune varianti

L'utilizzo dei vaccini potrebbe essere aggirato da alcune varianti

Milano, 5 febbraio 2021- Torna a crescere la curva dei positivi al Covid in molte regioni. Perché? I virologi lanciano l’allarme: “Le varianti del coronavirus sono più contagiose“, spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano, precisando che invece sulla letalità è ancora tutto da stabilire. 

COME AGGIRANO I VACCINI

Rispetto alle varianti, “l’elemento più preoccupante è che i vaccini vanno contro lo spike, ovvero l’uncino che è l’aggancio alle cellule. Le varianti agiscono soprattutto nel cambiare la conformazione di questo uncino, rendendolo più efficace ma, soprattutto, rendendolo meno riconoscibile da parte degli anticorpi che noi produciamo attraverso il vaccino, mirati a diverse parti di questo uncino”.

CHE FARE? 

Per prevenire le varianti, spiega il virologo, “l’unica cosa è cercare di limitare la diffusione del virus su scala mondiale. E il problema è rendere disponibili i vaccini anche e soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, perché se lasciamo che il virus vada come va, in quei territori avremo aspetti di devastazione ulteriori ma anche più varianti. E soprattutto casi importati. Quindi l’approccio alla disponibilità dei vaccini è fondamentale per tutto il mondo”.

LE PRINCIPALI VARIANTI E COME SI COMPORTANO 

“Difficile dire quale variante sia più pericolosa tra quelle finora  individuate. Quella sudafricana e quella brasiliana sembrerebbero essere le più pericolose“. Lo precisa Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. “La prima si concentra di più nella saliva ed è più facilmente contagiosa, e poi ha la capacità di avere questo meccanismo per cui può scappare alle difese immunitarie che noi produciamo. Una persona viene in contatto con il virus, produce gli anticorpi ma  si infetta lo stesso per una seconda volta, anche poco tempo dopo la prima”. 

IL BACO NEI VACCINI 

“I vaccini sono stati sviluppati sulla proteina Spike del virus cinese, il primo sequenziato - ricorda Bassetti - Potrebbe essere quindi che queste varianti scappino ai vaccini. E’ un punto ancora non definito che però preoccupa. Sulla variante inglese invece, per ora predominante in Europa, i vaccini sembrano funzionare”. 

IL CASO ITALIANO

L’Italia è  il Paese in Ue che fa meno rilevazione di sequenziamenti: 1 su 1.000 positivi, mentre ci sono Paesi che ne fanno 40-50 e la Danimarca arriva a 150 su 1.000 positivi. “Non si può pensare di parlare delle varianti senza questo dato e - avverte Basetti - Non abbiamo un’idea chiara su questo problema perché non si è adeguatamente investito sui laboratori per il sequenziamento genetico. Servono risorse per fare una mappatura quotidiana: tutti i laboratori  devono inviare un certo numero di campioni e mandare i risultati al ministero della Salute che poi deve elaborare una mappa della circolazione delle varianti nel Paese. C’è urgenza su questo tema e stiamo perdendo molto tempo”.