Portuali di Trieste e protesta green pass, il leader Puzzer si dimette

Il coordinamento annuncia: il presidio dura sino al 20 ottobre e non si molla. I lavoratori però sono sempre più divisi

Stefano Puzzer si è dimesso

Stefano Puzzer si è dimesso

Tireste, 17 ottobre 2021 -  "Il presidio continua fino al 20 ottobre e non si molla". Così il Coordinamento lavoratori portuali di Trieste rettifica il comunicato di ieri in cui si parlava di rientro al lavoro ma intanto è spaccatura tra i portuali. Una "svista" comunicativa di cui si è assunto la responsabilità il portavoce del Clpt Stefano Puzzer. "Allora cosa molto importante in data odierna ho rassegnato le dimissioni dal Clpt  Trieste poiché è giusto che io mi assuma le mie responsabilità - scrive su Faceboob - Una di queste è la decisione di proseguire il presidio fino al 20 di ottobre. La decisione è soltanto, mia non è stata forzata da nessuno, anzi non volevano accettarle, ma io l'ho preteso".

Intanto emergono alcuni particolari sulla sua scelta. Spiega all'Agi, Marcello, impiegato all'Agenzia delle Entrate e partecipante alla protesta: "Stefano ha capito la nostra delusione e di avere sbagliato. Il suo mestiere non è quello di pesare le parole e poi forse era stanco". E poi svela i particolari di una sorta di "processo". "Quando abbiamo letto il primo comunicato in cui si annunciavo l'epilogo e si parlava di un incontro in Parlamento, abbiamo capito che Stefano era stato preso in giro perché da un incontro in Parlamento, nemmeno col Governo, non ci avrebbe ricavato nulla. Dopo qualche minuto di agitazione tra noi, Stefano si è reso conto della nostra delusione e attorno a lui si è creato un capannello di gente". "Gli abbiamo fatto capire che aveva sbagliato - prosegue - e lui onestamente ci ha chiesto scusa poi ha preso il microfono e ha detto che avrebbe cambiato il comunicato annunciando la prosecuzione del presidio". Marcello è arrivato a Trieste da Lecce a bordo di una grossa moto rossa con appeso un cartello anti green pass. "Tornerò in ufficio domani? Non ci penso neanche. Sono in sciopero e, da giurista, so che non è uno sciopero illegittimo. Quando mi chiederanno conto, spiegherò che se devo esibire il green pass non lavoro. Io me lo posso permettere per un po' di tempo. So che altri non possono farlo. E' una scelta individuale come qui al porto. Chi vuole lavorare, lo fa".

E verso mezzogiorn o è tornato a parlare Stefano Puzzer: "Mi sono dimesso sia dal ruolo di vicepresidente sia dal Coordinamento lavoratori portuali Trieste in seguito al caos generato dal comunicato e di ieri sera, perché sono errori che ho commesso io. Non voglio che la responsabilità cada su di loro".  "Io sciopererò fino al 20 ma tornerò a lavorare solo quando il green pass verrà ritirato. Andrò a portare pizze piuttosto oppure da Samer, dove non serve il green pass".

"Stefano Puzzer non è il dio di nessuno, è uno che parla perché forse sa parlare meglio degli altri, perché è meno timido degli altri, ma questa lotta contro il decreto è di tutti i lavoratori portuali, di tutti i lavoratori italiani", ha detto r parlando ai manifestanti per spiegare le ragioni delle sue dimissioni. Subito dopo ha invitato a scandire lo slogan di questa protesta: "La gente come noi non molla mai", che è stato accompagnato da uno lungo scroscio di applausi. 

Ma nel porto di Trieste si è realizzata una vera e propria spaccatura tra i lavoratori. Sarebbero infatti solo una quindicina i portuali ancora a favore dello sciopero iniziato venerdì scorso. Molti meno rispetto alle decine che inizialmente avevano sostenuto la battaglia guidata da Stefano Puzzer.  "Se siamo così pochi non riusciamo a fermare il porto. Allora non ha senso, non possiamo stare senza stipendio così tanti giorni", ha spiegato un portuale a un rappresentante dei no vax che lo invitava a proseguire nella protesta "fino all'abolizione del decreto sul green pass".