L'urlo di Pioltello: "Dateci sicurezza"

Due anni fa il regionale deragliato e i tre morti. "Pendolari, problema dimenticato"

Il treno deragliato a Pioltello

Il treno deragliato a Pioltello

Milano, 25 gennaio 2020 - All’orizzonte una guerra di perizie nel processo sull’incidente di Pioltello nel quale, il 25 gennaio del 2018, sono morte tre persone e quasi cento sono rimaste ferite. La Procura di Milano si prepara a chiedere il rinvio a giudizio di 12 persone, ossia 2 manager e 7 tra dipendenti e tecnici Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), la stessa società, e due ex vertici dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria. L’ultimo atto, prima che la parola passi al giudice, è l’ispezione, da parte dei consulenti di Rfi dei pezzi del treno ora custoditi nello scalo Milano-Fiorenza. Verifiche condotte con l’obiettivo di accertare «eventuali problemi, non riscontrati dagli esperti nominati dagli stessi pm, relativi al funzionamento dell’impianto di frenata del convoglio». Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti contestano una lunga serie di «omissioni» nella «manutenzione» e nella sicurezza, con un duro atto d’accusa nei confronti di Rfi. Il treno regionale 10452, partito da Cremona e diretto a Milano, deragliò infatti per la rottura di un giunto in pessime condizioni e mai sostituito. Nel secondo anniversario della strage è in programma una cerimonia alla stazione di Pioltello per ricordare le vittime, pendolari morti mentre andavano al lavoro.

Filippo Carlo Pavesi fa parte del Comitato Pendolari Cremaschi e abita a Crema. Viaggia regolarmente sulla linea Cremona-Treviglio-Milano. È assegnista di ricerca all’università di Brescia. Due anni dopo Pioltello. Cosa è cambiato nella vita di chi viaggia ogni giorno a bordo di un treno? "Fino a due anni fa, fino a quel giorno, le istanze di noi pendolari erano concentrate sul segnalare problemi, disservizi, ritardi, coincidenze mancate. Dal giorno della tragedia abbiamo dovuto indirizzare la nostra attenzione a qualcosa che davamo per scontato: la sicurezza. Non era scontata. Non lo è". Quali altri fatti accaduti in questo periodo vi hanno messo in allarme? "Solo per parlare dell’ultimo autunno. Un principio d’incendio a bordo, poco prima di Treviglio con esodo dei pendolari in aperta campagna. Qualche giorno fa un passaggio a livello è rimasto aperto vicino a Cremosano, con il treno che è passato. Più grave di tutto, la rottura di un giunto sul binario fra Crema e Casaletto Vaprio. Non è accaduto nulla: dobbiamo ringraziare la prontezza del macchinista". E di positivo invece cosa è avvenuto? "Ci risulta che stiano lavorando per il rifacimento dei binari sulla Cremona-Treviglio. Possiamo solo augurarci che sia un intervento risolutivo. Pare che lavorino di notte e che ci sia un rallentamento a causa del freddo. La speranza è quella che un intervento straordinario rappresenti la messa in sicurezza per i viaggi ordinari". Cosa vi attendete dall’inchiesta giudiziaria sul disastro di Pioltello? "Chiarezza su quello che è accaduto e che non accada mai più. La vita delle persone è inestimabile. Che si arrivi alla verità, senza rimpalli, è colpa dell’uno, è colpa dell’altro. Certo ci interessa che venga accertato se ci sono state delle colpe. Ma soprattutto chiediamo che venga fatta chiarezza e che non si ripeta un’altra Pioltello".