Sindaco vicino ai no vax sposta l'ufficio sotto un tendone per i dipendenti no Green pass

Il Trevigiano resta zona ad alta concentrazione di contrari al vaccino. Una settimana fa tre puerpere in terapia intensiva. E 7 badanti su 10 non si immunizzano

Il sindaco Riccardo Szumski in una foto tratta da Twitter

Il sindaco Riccardo Szumski in una foto tratta da Twitter

Treviso - Il Trevigiano si conferma zona ad alta concentrazione di persone contrarie al vaccino e al certificato verde. Da oggi il sindaco di Santa Lucia di Piave, nel Trevigiano, ha un nuovo ufficio destinato all'attività comunale: un gazebo all'aria aperta allestito a lato del municipio. Il primo cittadino Riccardo Szumski, di professione medico e vicino ai no vax, non è vaccinato e non intende sottoporsi al tampone ogni due giorni per entrare nella sede municipale. Pur di non avere il Green pass, come riporta il Gazzettino, si è fatto costruire un ufficio alternativo.

Szumski, non nuovo ad iniziative fuori dalle righe, da un anno e mezzo parla di «dittatura sanitaria» e si è scontrato con l'Azienda sanitaria e l'Ordine dei medici che l'hanno richiamato diverse volte. In barba alla stagione fredda in arrivo, il sindaco è pronto a tutto pur di non fare tamponi e vaccino. «Non sono un no vax - chiarisce - ma ritengo che la vaccinazione debba essere una scelta responsabile. Io non mi sono vaccinato - puntualizza - ma non dico ai miei pazienti di non farlo, anzi la faccio a chi me lo chiede».

Preoccupa intanto nel Nord Est  il moltiplicarsi di casi di Covid tra persone non vaccinate nel Trevigiano.Solo una sttimana fa tre giovani donne sono state ricoverate in terapia intensiva, di cui due in condizioni molto gravi e una meno grave, dapprima collocate per problemi respitratori nel reparto di pneumologia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Tutte e tre le donne, di origine nordafricana, non vaccinate, sono incinte tra la ventunesima e la ventinovesima settimana. Nei giorni scorsi si erano presentate in momenti diversi in pronto soccorso con febbre e difficoltà di respirazione, dopo essere state contagiate probabilmente nell’ambito familiare.

Di qui il successivo monitoraggio anche a domicilio e tra i conoscenti più stretti. Le tre donne hanno meno di trent’anni, quindi le statistiche di guarigione sono dalla loro parte, ma i medici non escludono che l’aggravarsi delle condizioni possa portare a un aborto spontaneo. Ora i sanitari della terapia intensiva Covid le assistono su più fronti: l’evoluzione dell’infezione respiratoria e il monitoraggio della salute del feto. L’appello dell’Ulss 2 alle donne in gravidanza resta sempre lo stesso: “Vaccinatevi per proteggere voi stesse e il nascituro“. 

Un ulteriore serio elemento di preoccupazione, in particolare per la possibilità di contagi estesi tra gli anziani e i loro familiari, arriva dalle coop trevigiane. Almeno sette badanti su dieci che operano nel Trevigiano, infatti, non sono munite di Green Pass e non intendono vaccinarsi, e le agenzie alle quali le famiglie normalmente si rivolgono per cercare professionalità idonee all‘assistenza di congiunti invalidi dichiarano di non essere in grado di fornire personale alternativo a quello che, senza certificato verde, non potrebbe continuare a lavorare. Lo sostengono rappresentanti di società per lo più cooperative, che gestiscono la collocazione e la gestione dei contratti di lavoro delle assistenti familiari.

Rispetto alle ragioni che inducono tali figure professionali a respingere l’ipotesi della vaccinazione, la spiegazione andrebbe ricondotta a «reti di connazionali nelle quali circolano informazioni circa la presunta pericolosità del siero». «Molte badanti - aggiungono gli interlocutori - di fronte alle nostre richieste di chiarimento, rispondono di preferire piuttosto il rientro in patria, in genere i paesi dell’Est europeo, dove attendere la conclusione della fase emergenziale per poi rientrare in Italia. È un problema - concludono i rappresentanti delle cooperative - che, in mancanza di correzioni, ricadrà sul sistema pubblico di assistenza sociale».

Ma non è tutto. Dieci giorni fa una maestra trevigiana no vax, no mask, negazionista del virus, è finita in terapia intensiva per una forma grave di Covid-19. La donna, 45 anni di Treviso, dichiarava: “Di Covid muoiono i vecchi. Vi avviso. Tutti quelli che si vaccineranno moriranno”. Ai suoi alunni diceva: il Covid non esiste e le mascherine non servono. Fu allontanata dall’istituto su segnalazione dei genitori per le sue opinioni estremiste, espresse anche in tv e con veemenza durante manifestazioni in piazza. Ora è ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Mestre. Intubata, è in gravi condizioni.

Sempre dal Veneto, è ancora viva l'eco di un caso politico in materia. «Preferisco morire di Covid, che piegarmi al vostro ricatto», ha scritto su Facebook una consigliera comunale della maggioranza di centrodestra a Bassano del Grappa (Vicenza), Ilaria Brunelli, contro i vaccini e l'estensione del Green pass. Il messaggio - riportano i quotidiani locali - oltre a commenti pro e contro in rete ha suscitato polemiche a livello politico, con le forze di opposizione che chiedono al sindaco, Elena Pavan, di dissociarsi e di "cacciarla".