Scomparsi, una città di fantasmi: 59mila persone mai rintracciate

Un fenomeno sociale che appare sempre più drammatico

Ricerca persone (foto di repertorio)

Ricerca persone (foto di repertorio)

Milano, 16 dicembre 2019 - Un esercito di senza nome. Una città di fantasmi. Erano persone prima di uscire di casa e dissolversi. Un fenomeno sociale che appare sempre più drammatico nella relazione semestrale delCommissario straordinario del Governo per le persone scomparse, Giuliana Perrotta. Il 12 dicembre è stata la Giornata dedicata alle persone scomparse.

Sono 59.044 quelle sparite e ancora da rintracciare in Italia dal 1° gennaio 1974 (data di avvio delle statistiche) al 30 giugno 2019. Erano 57.713 al 31 dicembre di un anno fa. Dal 1974 le denunce di scomparsa su tutto il territorio nazionale sono state 236.656, i ritrovamenti 177.612. Nella malinconica classifica regionale delle persone ancora da rintracciare la Lombardia è terza con 6.191 (erano 6.103 al 31 dicembre 2018), preceduta dalla Sicilia con 16.948 (una cifra tanto impressionante anche per il problema degli ospiti che si allontanano dai centri di accoglienza) e dal Lazio (8.071). Seguono Calabria (4.753), Puglia (4.167), Piemonte (2.237), Friuli Venezia Giulia (2.079). Agli ultimi posti Basilicata (290), Trentino Alto Adige (247), Molise (219), Umbria (201), Valle d’Aosta (55). Un discorso a parte è quello dei cadaveri senza nome: 919 dal 1974 al 30 giugno di quest’anno, la maggior parte nel Lazio (245) e in Lombardia (129). Di questi 129 sono 32 quelli recuperati in fiumi o laghi lombardi; per gli altri 97 si tratta di persone prive d’identità decedute negli ospedali o di corpi di persone senza nome che non sono state vittime di reato.

Nei primi sei mesi del 2019 ci sono state in Italia 6.761 denunce di scomparsa con 4.288 ritrovamenti, di cui 82 di persone decedute. Le motivazioni delle scomparse sono state allontanamento volontario (5.074 casi, 75%), allontanamento da istituto o comunità (419, 6,2%), possibili disturbi psicologici (423, 6,2%), sottrazione di minore da parte di uno dei coniugi (55, 0,8%), possibili vittime di reato (22, 0,4%), mentre resta non determinata la causa di 768 sparizioni (11,4%). “Allontanamento volontario”. E non viene avviata la ricerca della persona scomparsa. "È una battaglia che stiamo portando avanti, a maggior ragione di fronte al trend in crescita delle sparizioni nella nostra regione", spiega Valentina Zaniolo, presidente di Penelope Lombardia, una delle 15 sezioni territoriali di Penelope Italia, nata nel 2002 per iniziativa delle famiglie di alcune persone scomparse. "Spesso sono le forze dell’ordine a classificare la sparizione in questo modo. Noi pensiamo che se invece il meccanismo delle ricerche fosse subito operativo sarebbe più facile ritrovare chi è scomparso. Faccio un esempio che mi sembra illuminante. La vigilia di ferragosto di quest’anno è scomparso Filippo, un settantenne di Baggio. Con il nostro impegno e quello dei familiari siamo riusciti a rintracciarlo. Abbiamo pubblicato la sua fotografia sulla nostra pagina facebook, l’abbiamo fatta circolare sui giornali online. Ci sono arrivate tante segnalazioni. Lo abbiamo ritrovato dopo una settimana, nel Pavese. Viveva per strada. Mangiava quello che trovava o che gli veniva dato. Il figlio è andato a prenderlo. Quest’uomo è stato riportato a casa grazie alla solidarietà della gente. E grazie anche al fatto che si è partiti subito con le attività". Oggi Penelope Lombardia ha 36 soci, opera con l’appoggio della Protezione civile di Cinisello Balsamo, ha un indirizzo di posta elettronica (info@penelopelombardia.org).