Pedopornografia, si scambiavano foto e video in chat: arrestato imprenditore e altri 4

In manette 5 insospettabili, tra cui un 45enne bolognese che aveva autoprodotto un video con un familiare minorenne e un bresciano accusato di violenze sulla figlia

Conquistavano la fiducia dei minori chattando, poi chiedevano foto e video intimi

Conquistavano la fiducia dei minori chattando, poi chiedevano foto e video intimi

Non c'è fine all'orrore. La polizia postale ha scoperto e arrestato 5 persone che si scambiavano materiale pedopornografico su una nota piattaforma di messaggistica. I 5 insospettabili, tra cui anche un imprenditore edile bolognese di 45 anni, avevano creato un gruppo chiuso, denominato "Famiglie da Abusi", in cui si scambiavano foto e video espliciti che coinvolgevano i componenti delle loro famiglie, compresi i figli, realizzati anche mediante lo sfruttamento sessuale di minori e ritraenti sia atti sessuali che momenti intimi catturati di nascosto. L'indagine, coordinata dal servizio Polizia postale e delle comunicazioni attraverso il Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia on line, è partita da uno scambio info-investigativo di carattere internazionale, che ha fatto perno sui rapporti avviati da anni con altri organismi investigativi delle forze di polizia estere, ed è stata condotta in piena sinergia investigativa dai compartimenti di Roma, Bologna, Milano, Napoli e Catania.

Attraverso un lavoro certosino e lunghe indagini, gli operatori della Postale sono riusciti a compiere un'identificazione "a catena" dei  componenti del gruppo, con la progressiva evidenziazione di tutte le tracce informatiche di volta in volta raccolte, grazie a queste sono riusciti a ricostruire nella sua completezza la struttura del gruppo criminale.

Una prima perquisizione è stata eseguita in Lazio, su delega della Procura di Roma, a carico di un cittadino residente nella capitale, arrestato in flagranza di reato perché individuato in possesso di un ingente quantitativo di materiale pedopornografico. In quella occasione è emersa per la prima volta l'esistenza del gruppo: dagli approfondimenti  investigativi, in particolare, è stata enucleata dagli investigatori la gravità della posizione di un cittadino bolognese, 45enne, imprenditore edile, perquisito dalla Polizia postale di Bologna. L'indagato, in un video autoprodotto, coinvolge un minore appartenente al nucleo familiare. La Procura di Bologna, assunta per competenza territoriale la direzione delle indagini, ha richiesto e ottenuto dal gip la misura cautelare della custodia in carcere per l'indagato bolognese. 

Il terzo componente del gruppo, dipendente del comune di Napoli, è stato denunciato a piede libero perché detentore di materiale pedopornografico mentre il quarto componente, cittadino italiano residente nel bresciano, è stato a sua volta arrestato in flagranza di reato per detenzione di ingente quantitativo di materiale attinente allo sfruttamento sessuale di minori e indagato per violenza sessuale ai danni della propria figlia, nell'ambito di una separata attività investigativa originata dal Canada.