"Spogliati in chat". Pedofilo arrestato: violenze sessuali virtuali su bimbe di 10 anni

Di giorno 30enne insospettabile la sera orco sul web a caccia di bambine. Quaranta i capi d’imputazione: 26 le vittime sotto i 13 anni

 La polizia postale e il contrasto della pedofilia online

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"Vedrai come sei più carina se ti spogli...". "Sei bella, devi avere più fiducia in te stessa, mostrati nuda". "Mi piaci tu, ti ho scelta fra tante ragazze, perché non fai sesso virtuale con me? Vedrai che dopo ti sentirai molto meglio, l’hai mai provata questa sensazione?". Eccole le chat che il più insospettabile dei “bravi ragazzi“ inviava via whatsapp a bambine di dieci, tredici anni al massimo. Vittime prescelte con abilità: piccole, inesperte, le “catturava“ con parole e modi che erano un mix giocoso, fino poi a trascinarle nell’abisso di perversione della sua mente.

Ventisei piccole vittime

Ventisei le bimbe cadute in trappola, identificate fino a ora dagli investigatori coordinati dal pm Giovanni Tarzia, in un’inchiesta partita dalla denuncia ai carabinieri della famiglia di una di queste bimbe che, dopo aver conosciuto l’uomo, si mostrava sempre più fragile e spesso turbata.

I racconti delle bimbe

Con l’aiuto di uno psicologo la bimba ha raccontato tutto, a partire da un rapporto intimo “virtuale“ che è valso al predatore l’accusa di violenza sessuale consumata virtualmente, ma reale per il codice penale. Perché l’induzione al compimento di tali atti, in una bambina che non ha volontà, è a tutti gli effetti un abuso, spiegano dalla procura.

Chi è l'orco

Ma chi era il predatore di bambine? "Come spesso succede un insospettabile", dicono gli investigatori. Trent’anni, bella presenza, un lavoro stabile come impiegato, fidanzatissimo, il tipo tranquillizzante, quasi timido, che sui social posta cuori per la fidanzata, tramonti e foto di cibo. Si presentava alle vittime con l’identità di un 14enne e su whatsapp aveva la foto di un ragazzino avvenente. Così adescava le vittime, che attratte dalla bellezza, cadevano in trappola e all’inizio ricambiavano cuore e baci, fino a quando stare in chat con lui diventava per loro quasi una “dipendenza“.

L'inganno

Le bambine pensavano di parlare con un ragazzino poco più grande di loro e invece dietro c’era lui, il trentenne dalla vita fin troppo normale. Nel suo account sono state trovate 177 foto dello stesso 14enne, cioè la sua identità da predatore, leggermente modificate. Molte di più quelle delle vittime nude, che lo hanno portato dritto in carcere con 40 capi di imputazione contestati. L’accusa è detenzione, cessione di materiale pedopornografico, produzione di materiale, tentativo di produzione e violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima, anche se avvenuta con mezzo “virtuale“. Quest’ultima accusa è stata contestata nei confronti, per ora, di cinque casi.

L'arresto

L’uomo è stato arrestato e messo ai domiciliari dal Riesame. Proprio in questi giorni il pm Tarzia ha fatto opposizione al Riesame, giustificando l’atto di opposizione con la gravità di lasciare un pedofilo in casa propria, da solo. Se precedentemente all’arresto riusciva a chattare continuamente pur avendo lavoro e fidanzata, per il magistarto, in casa solo, potrebbe ricominciare con la medesima condotta, per questo Tarzia chiede con urgenza il ripristino del carcere.