La storia di Veronica, giovane pediatra: io, a Betlemme per curare bimbi

E con la telemedicina Pavia offre consulti

In primo piano Veronica Capelli

In primo piano Veronica Capelli

Pavia, 4 marzo 2018 - «Io prima o poi qui ci torno». Sei anni fa Veronica Capelli all’epoca studentessa in medicina aveva fatto questa promessa lasciando l’ospedale pediatrico di Betlemme. Ora l’ha mantenuta. È tornata al Caritas Baby Hospital per lavorare in quell’ospedale che tanto l’aveva colpita e appassionata. «Nel 2012 – racconta il giovane medico – ho fatto un pellegrinaggio in Terra Santa con alcuni amici di Lecco e abbiamo avuto la possibilità di visitare il Cbh. Fin da subito ho capito che per me sarebbe stato un luogo di quelli che ti rubano il cuore».

Dopo il viaggio, Veronica si è laureata con 110 e lode e ha cominciato la specializzazione in pediatria. Ora grazie a una borsa di studio che le permetterà di rimanere in Palestina fino a maggio, la giovane è ripartita per Betlemme. «Il Caritas Baby Hospital – spiega Luigi Vassanelli, presidente di “Aiuto bambini Betlemme”, l’associazione umanitaria internazionale che in Italia ha la propria sede operativa a Bussolengo (Vr) e sostiene il CBH – oggi è una struttura insostituibile in un’area in cui vivono circa 300mila bambini senza una reale possibilità di assistenza sanitaria. Per loro il Caritas rappresenta una vera oasi di salute in un territorio particolarmente difficile. E poter contare sulle capacità di questo giovane medico è molto importante».

Le porte dell’ospedale sono aperte ogni giorno, senza interruzione, dal 1952 per tutti i bambini ammalati della Terra Santa e per le loro madri. Ogni anno passano dal poliambulatorio del Cbh migliaia di bambini: l’anno scorso, ne sono stati visitati oltre 46mila. Negli 82 letti dei reparti sono stati ricoverati e accolti quasi 5mila piccoli degenti, mentre sono state più di 12.300 le notti in cui sono state accolte le madri. Di loro in questi mesi si occuperà anche la dottoressa Capelli, che completerà un tirocinio nei diversi reparti e ambulatori dell’ospedale, «per avere un’esperienza che si possa definire a tutto tondo – racconta – Inoltre, accanto all’ospedale si trova un orfanotrofio; l’idea è quella di prendersi cura anche di questi piccoli».

I legami con Pavia comunque non saranno interrotti. Gian Battista Parigi, professore di chirurgia pediatrica, che già collabora con il Caritas intende sviluppare un progetto di telemedicina. «Vorremmo riprendere quel progetto già iniziato qualche anno fa – conferma Veronica Capelli –. Si tratterebbe di realizzare lezioni interattive, tra il Cbh e la pediatria di Pavia, avvalendosi dei nuovi supporti informatici, a cadenza mensile o bisettimanale, riguardanti temi specifici. Sarebbe bello riuscire a integrare le conoscenze, discutendo di casi clinici particolarmente complessi per i quali il confronto è imprescindibile».