Pedemontana più corta per salvarla. L’ipotesi: risparmiare un miliardo

Revoca del contratto a Strabag, l’autostrada rischia grosso

Cantieri della Pedemontana (Cusa)

Cantieri della Pedemontana (Cusa)

Milano, 24 gennaio 2018 - E ora che succede? Autostrada Pedemontana Lombarda e il colosso Strabag, incaricato di realizzare il secondo lotto dei lavori, sono arrivati alla rottura. Si va verso la rescissione del contratto da 1,5 miliardi ma soprattutto si va a uno stop ufficiale dei cantieri che in Brianza già languono da quasi due anni in attesa che venga deciso come superare l’ostacolo dell’attraversamento dei terreni contaminati dalla diossina.

Ancora silenzio da parte del governatore Maroni, sostenitore della necessità di completare l’opera, ferma a 44 chilometri e mezzo e almeno 3 miliardi di euro dal traguardo. Lo strappo deciso dal consiglio d’amministrazione di Apl è uhna sorpresa politica ma sancisce una battaglia annosa. I rapporti col colosso austriaco sono cominciati nel febbraio 2012, un venerdì 17, e sono sfociati in contenziosi e riserve salite a 3 miliardi. Parlano invece gli avversari del governatore uscente. Per il candidato del M5S in Lombardia, Dario Violi, la rottura è l’occasione giusta per mettere una pietra tombale sul progetto dell’autostrada da Varese a Bergamo: «Oggi ancora di più è ridicolo pensare di portare avanti l’opera. Si metta in sicurezza la Milano-Meda, su cui confluisce Pedemontana ora, e chiudiamo una volta per tutte questo inglorioso capitolo». Rilancia invece il candidato dem alla presidenza: «Al netto del fallimento di chi l’ha gestita in questi anni - dice Giorgio Gori - credo la Pedemontana sia un’opera da completare, possibilmente risparmiando». Come? Sfrondando «un progetto ridondante dal punto di vista ingegneristico», che quindi va rivisitato, «tornando dagli investitori privati, per cercare di renderlo fattibile».

Nel mirino la tratta finale D, tra Vimercate e la Bergamasca: basterebbe eliminarla, attestando l’autostrada a Vimercate e mettendola in collegamento con Tem, per risparmiare 1 miliardo. Ma quello di un asse col Pd per realizzare un’autostrada soft dopo avere buttato impresa e progetto non è l’unico scenario. Lo delinea Gianni Del Pero, geologo del Wwf. «Le riserve iscritte da Strabag sono così onerose che il capitale di Apl non potrebbe garantire la copertura del debito - spiega -. Maroni ha tentato di salvare la società Apl, che morirà di inedia. Rimane però in piedi la concessione e Strabag è creditrice nei confronti del concessionario attuale». E nonostante sia creditrice non si è costituita al tribunale fallimentare. L’ipotesi? «Può darsi che si presenti come gestore di Pedemontana per i prossimi trent’anni, scambiando il credito con la gestione».