Arrivi in Italia: tampone per tutti, quarantena per non vaccinati. L'Ue: Roma spieghi

L'ordinanza di Speranza, valida dal 16 dicembre al 31 gennaio, segna un giro di vite per chi viaggia nel nostro Paese dall'Europa. Gli operatori turistici: una mazzata

Controlli anti-Covid all’aeroporto

Controlli anti-Covid all’aeroporto

Roma - Stato d'emergenza prorogato e niente mascherine all'aperto in zona bianca: sono le misure decise oggi dal Governo, in un nuovo decreto, per gestire le prossime settimane della pandemia. Ma la decisione che è destinata a far più discutere è contenuta in una nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, che ha dato una stretta agli arrivi nel nostro Paese. 

Le nuove regole per chi entra in Italia 

Il testo prevede l'obbligo del test negativo in partenza per tutti gli arrivi dai Paesi dell'Unione Europea. Sarà necessario, dunque, un tampone molecolare negativo effettuato nelle 48 ore prima dell'ingresso nel territorio nazionale o un tampone antigenico nelle 24 ore antecedenti all'ingresso in Italia. 

Per i non vaccinati, poi, oltre al test negativo è prevista la quarantena di cinque giorni. Sono prorogate inoltre le misure già previste per gli arrivi dai Paesi Extraeuropei. L'ordinanza è valida a partire dal 16 dicembre e fino al 31 gennaio.

L'Ue: "L'Italia giustifichi questa scelta"

"Quando gli Stati membri introducono condizioni aggiuntive" al Green pass "o rendono le condizioni più severe, come nel caso dell'Italia e forse del Portogallo", la stretta "deve essere giustificata sulla base della situazione reale" e la possibile introduzione del tampone negativo per i viaggi dagli altri Paesi Ue "immagino verrà discussa al Consiglio europeo perché queste decisioni individuali degli Stati membri riducono la fiducia delle persone sul fatto che ci siano condizioni uguali ovunque in Europa".

A dirlo è stata la vice presidente della Commissione europea, Vera Jourova, al termine del Consiglio Ue Affari generali rispondendo a una domanda sull'introduzione da parte dell'Italia della richiesta di un tampone obbligatorio per chi viaggia verso il Paese dall'Unione europea. "Il certificato digitale Covid dell'Ue", meglio noto come Green pass, "non è morto", bensi' "è uno dei progetti di maggior successo dell'Unione europea negli ultimi anni perché aiuta le persone a viaggiare, aiuta il turismo a sopravvivere e i servizi a proseguire", ha aggiunto la vice presidente. "Quando la Commissione ha proposto il regolamento che ha consentito l'entrata in vigore del certificato, abbiamo voluto mantenere il principio che le persone saranno autorizzate a viaggiare liberamente nel caso in cui abbiano o la vaccinazione o il test negativo o il certificato di guarigione dal Covid", ha ricordato la commissaria. "Gli Stati hanno voluto tenere aperta la 'backdoor' per le situazioni di inaspettato peggioramento della situazione epidemiologica", ha sottolineato Jourova. "Quindi, gli Stati membri possono farlo", ha aggiunto con riferimento all'introduzione di requisiti aggiuntivi al Green pass, "ma spero che ciò non faccia morire il certificato, perché è una delle cose piu' pratiche che abbiamo sviluppato per i cittadini europei", ha concluso Jourova. 

Il settore del turismo: un'altra mazzata

"L'ulteriore giro di vite su tamponi e quarantena appena deciso dal ministro Speranza in relazione ai viaggi in Europa e la conferma delle chiusure sulle mete extra Ue rappresentano un'ulteriore mazzata per il settore del Turismo organizzato che va indennizzato subito e in maniera congrua''. Lo denuncia in una nota Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio.  ''Nel frattempo, gli emendamenti al decreto Fisco-lavoro sulla Cig e sul tax credit affitti sono stati ritirati quando avrebbero aiutato le imprese a programmare e a non dover improvvisare. Dalla legge di Bilancio ci attendiamo adesso ciò che abbiamo chiesto anche in conferenza stampa - prosegue Gattinoni - proroga della Cig e del credito di imposta sugli affitti fino a giugno, rifinanziamento di 500 milioni del Fondo per agenzie di viaggi e tour operator. E poi la rimozione dello stop ai viaggi per turismo e interventi finanziari per il rimborso dei voucher''.  ''Insomma bisogna passare subito ai fatti perché lo scenario è sempre più drammatico. La notizia per cui gli Usa sconsigliano di viaggiare anche nel nostro Paese è infatti un ulteriore campanello d'allarme che dovrebbe farci capire quanto pesa una comunicazione eccessivamente allarmistica e spingere la politica ad agire immediatamente. Il Turismo organizzato è al collasso e non c'è più tempo da perdere'', conclude il presidente di Fto.