Covid e Omicron 2, in Italia quasi centomila casi al giorno. Dobbiamo preoccuparci?

Cosa dice l'Oms di fronte all'aumento significativo di infezioni in corso in tutto il mondo

Crescono i casi di Covid in Italia e nel mondo

Crescono i casi di Covid in Italia e nel mondo

Milano - Il bollettino di ieri ha certificato che la "tregua" post quarta ondata è durata ben poco. I casi di Covid-19 sono tornati verso quota 100.000: un numero che non si registrava dallo scorso 8 febbraio, quando i contagi erano stati 101.864 in un giorno. Nell'arco di 24 ore l'incremento è stato repentino e i casi registrati dal ministero della Salute sono aumentati a 96.365 dai 32.573 di lunedì 21 marzo. Anche i decessi sono saliti a 197 e sono aumentati i ricoveri nei reparti ordinari: 241 in più in un giorno. Una tendenza che si registra anche a livello mondiale, come spiega un recente report dell'Oms. Ma che - forse - noon deve farci preoccupare troppo. Vediamo perché

Più contagi ma meno morti

Secondo l'Oms, "dopo una consistente diminuzione da fine gennaio 2022, per la seconda settimana consecutiva è aumentato il numero di nuovi casi" di Covid-19 a livello globale, con un +7% nel periodo 14-20 marzo (la risalita era stata dell'8% dal 7 al 13 marzo). Sul fronte decessi si consolida invece "un trend decrescente", con un -23% negli ultimi 7 giorni (-17% nei 7 precedenti).

E' quanto emerge dall'ultimo report settimanale dell'Organizzazione mondiale della sanità, che tuttavia colloca ancora l'Italia fra i primi tre Paesi in Europa per morti registrate. In totale, dal 14 al 20 marzo nelle 6 regioni Oms sono stati segnalati oltre 12 milioni di nuovi casi e poco meno di 33mila decessi. Da inizio pandemia il totale contagi supera così i 468 milioni, mentre le morti complessive sono più di 6 milioni.

La situazione nel mondo

Negli ultimi 7 giorni i nuovi casi sono aumentati nella regione Pacifico occidentale (+21%), appaiono stabili in quella Europea e in calo nelle regioni Mediterraneo orientale (-41%), Africa (-33%), Sudest asiatico (-23%) e Americhe (-17%). I decessi crescono solo nella regione Pacifico occidentale (+5%), mentre scendono nelle altre: Americhe -42%, Mediterraneo orientale -38%, Africa -19%, Europa -18% e Sudest asiatico -18%. "Queste tendenze dovrebbero essere interpretate con cautela - si precisa però nel rapporto - poiché diversi Paesi stanno progressivamente modificando le strategie di test, con una riduzione del numero totale di tamponi eseguiti e quindi dei casi rilevati".

Il numero più alto di nuovi casi settimanali è stato segnalato da Repubblica di Corea (2.817.214, +34%), Vietnam (1.888.694, +13%), Germania (1.538.666, +14%), Francia (582.344, +39%) e Australia (513.388, +161%), mentre picco di nuovi decessi è stato registrato da Federazione Russa (3.681, -19%), Stati Uniti (3.612, -58%), Brasile (2.242, -32%), Repubblica di Corea (2.033, +41%) e Cina (1.921, -2%).  Zoomando sull'Europa, "il numero di nuovi casi settimanali sembra essersi stabilizzato - indica l'Oms - con oltre 5,2 milioni" di contagi dal 14 al 20 marzo; scendono da 12 a 10 i Paesi della regione che segnalano aumenti del 20% o più. I decessi continuano a diminuire, a 13mila negli ultimi 7 giorni con un -18% rispetto ai 7 precedenti. Il numero più alto di nuove morti è stato riportato dalla Federazione Russa (3.681, -19%), seguita dalla Germania (1.345, -8%) e dall'Italia (910, -9%).

La Omicron 2 dilaga

La Omicron 2 (il sottolignaggio BA.2 di Omicron) "è diventato predominante, con 251.645 sequenze (85,96%)" caricate sulla piattaforma Gisaid. Lo scrive l'Organizzazione mondiale della sanità nel suo ultimo report settimanale sulla pandemia di Covid-19.  Il 99,8% delle sequenze messe su Gisaid da campioni raccolti nell'ultimo mese è di variante Omicron, con Delta ormai allo 0,1%, spiega l'Oms. E all'interno della famiglia Omicron, "la quota di BA.2 è cresciuta costantemente dalla fine del 2021" e la sottovariante "è divenuta dominante entro la settima settimana del 2022. Questa tendenza è più pronunciata nella regione del Sudest asiatico, seguita da Mediterraneo orientale, regione Africana, Pacifico occidentale e regione Europea. BA.2 è attualmente dominante nella regione delle Americhe".

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Alcuni Paesi tolgono le restrizioni

Nonostante l'aumento dei casi, nel mondo è ormai diffusa la tendenza ad allentare le restrizioni. Per esempio in Nuova Zelanda, che allenterà le restrizioni sanitarie per il  Covid questa settimana dopo che il numero di casi ha raggiunto il picco. Lo ha comunicato il primo ministro Jacinda Ardern dopo che è stato stimato come la popolazione sia in gran parte immune. I limiti agli incontri all'aperto saranno revocati venerdì mentre il pass non sarà più obbligatorio dal 4 aprile. E ancora: a partire da aprile, Hong Kong toglierà il divieto dei voli internazionali da 9 Paesi tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Australia. 

 A partire da oggi in Giappone è entrata in vigore la revoca dello stato di pre-emergenza, con la sospensione di tutte le misure restrittive decise dalle autorità a partire dallo scorso 9 gennaio in risposta alla sesta ondata di infezioni da coronavirus che ha colpito il paese. Per la capitale Tokyo e le altre 17 prefetture in cui erano ancora in vigore, le misure restrittive, secondo le nuove linee guida al contrasto della pandemia elaborate dal governo, cederanno il passo ad una nuova fase caratterizzata da un bilanciamento tra misure sanitarie temporanee legate agli aumenti delle infezioni e il ripristino delle normali attività sociale ed economiche.