Remuzzi: due pandemie, una di Omicron e l'altra di Delta. Precauzioni? Almeno per 2 anni

Il direttore dell'Istituto Mario Negri: "Se Omicron riesce a sopraffare Delta forse avremo la discesa della curva nel giro di qualche settimana". Su immunità di gregge "non c'è verità assoluta"

Giuseppe Remuzzi (Ansa)

Giuseppe Remuzzi (Ansa)

Milano - Dopo due anni di pandemia la domanda che tutti gli italiani si pongono è "quando torneremo alla vita di prima"? Difficile, se non impossibile, dare una risposta. Nelle ultime settimane, dopo un autunno relativamente sotto controllo, l'Italia sta vivendo una nuova impennata di contagi sulla spinta della circolazione della variante Omicron. Secondo Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto Mario Negri, riguardo al raggiungimento dell'immunità di gregge "non c'è una verità assoluta". "Se vogliamo parlare di tempi - ha aggiunto nella trasmissione 'Mezz'ora in più di Rai3 - dobbiamo tener conto che dovremo prendere delle precauzioni almeno per un paio di anni". Riferendosi al termine del 2024 individuato tempo fa in una ricerca pubblicata sulla rivista Nature, Remuzzi si è detto "convinto che, più ci avviciniamo e più ci rendiamo conto che quella previsione era probabilmente realistica". 

Secondo Remuzzi ci sono al momento tanti fattori da considerare e che potrebbero far pendere la bilancia dalla parte di chi dice che bisogna stare attenti, senza adottare misure eccessive, o dalla parte di chi ritiene che misure rigide siano necessarie ancora per molto tempo: "sostanzialmente hanno ragione tutti e due perchè, se le cose andranno in un certo modo, è vero che potremmo raggiungere un'immunità del 95%", tuttavia perché sia un'immunità di gregge "bisognerebbe essere certi che il virus non muterà più e che non abbiamo contatti con persone che vengono da altri Paesi"; se invece "Omicron riuscisse a vincere la corsa contro le altre varianti, allora si aprirebbe qualche prospettiva: se non all'immunità di gregge, si potrebbe pensare di arrivare almeno all'immunità di una parte sostanziale della popolazione". Un obiettivo al quale, secondo l'esperto, si arriva attraverso tre vie: i vaccini, considerando che per proteggersi da Omicron è necessaria la terza dose; l'immunità di chi si è ammalato e quella di chi si è ammalato e vaccinato. Quest'ultima è un'immunità ibrida perché offre il vantaggio di avere gli anticorpi contro tutte le proteine del virus. C'è infine una rara immunità preesistente, emerso dalle ricerche condotte in Olanda sul sangue dei donatori. 

Per quanto concerne la pandemia in Italia Remuzzi ha sottolineato che "Adesso noi in realtà, in un certo senso, abbiamo due pandemie: una sostenuta da Omicron e l'altra ancora sostenuta da Delta''. Se vivono insieme questo può rappresentare un ulteriore problema, possono esserci delle preoccupazioni in più''.Parlando dei ricoveri attuali Remuzzi dice: ''Penso, anche se non abbiamo ancora i dati, però lo stiamo studiando, che le persone ricoverate in terapia intensiva in questo momento siano ancora le persone che hanno contratto la variante delta''. "Se Omicron riesce a sopraffare Delta, e segnali in questo senso ci sono, dal momento che la malattia è meno severa, forse avremo la discesa della curva nel giro di qualche settimana" ha sostenuto il direttore scientifico dell'Istituto Mario Negri.