Covid, i contagi ancora non frenano. Mutazioni Omicron e reinfezioni: gli scenari

L'universo delle sottovarianti pesa su una inversione decisa dei nuovi casi. In Italia oggi le persone attualmente positive sono oltre un milione e 100mila. Che estate ci aspetta?

La variante Omicron

La variante Omicron

L'universo delle sottovarianti di Omicron pesa ancora su una inversione decisa dei contagi da Covid-19 in Italia. Oggi sono 30.804 i nuovi casi di positività al Covid-19 (ieri 40.522) e 72 i decessi (ieri 113) registrati nel Paese. Dall'inizio dell'epidemia sono 16.798.998 le persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2, mentre da febbraio 2020 le vittime totali salgono a 164.489. Sono in tutto 15.514.595 le persone guarite o dimesse e 42.603 quelle diventate negative nelle ultime 24 ore. Le persone attualmente positive sono 1.119.914. Compresi quelli molecolari e gli antigenici, i tamponi totali processati sono stati 203.454, ieri erano 305.563. Il tasso di positività, ieri al 13,3%, oggi sale al 15,1%. Sul fronte del sistema sanitario sono -160 i posti letto occupati nei reparti Covid ordinari per un totale di 8.655 ricoverati. Sono invece +1 (saldo tra le persone entrate e uscite in un giorno) i posti letto occupati in terapia intensiva: con 28 ingressi odierni in rianimazione (ieri 33).

Il bollettino coronavirus dell'8 maggio
Il bollettino coronavirus dell'8 maggio

Covid oggi Lombardia e Italia, contagi e decessi nel bollettino coronavirus dell'8 maggio

Iss: monitorate 38 ricombinanti

Come emerso dall'ultimo monitoraggio Iss in Italia tra le sottovarianti Omicron guadagna terreno BA.2, che è "evidentemente nettamente prevalente". Ma - ha osservato Anna Teresa Palamara, direttore Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, nel video di commento al monitoraggio settimanale Covid - in qualche regione cominciano ad osservare la variante BA.4. Vedremo come andrà nelle prossime settimane". "Sulla piattaforma IcoGen osserviamo anche 38 possibili ricombinanti  Omicron-Omicron che sono Xe, Xj, Xl: noi le monitoriamo costantemente, ma fortunatamente non si associa ad una diversità nella quota di trasmissione e di severità della malattia"

Ciccozzi sul ruolo delle mutazioni nei contagi

"Viaggiamo ancora sui 40-50 mila casi al giorno ma c'è un 10-20 per cento che sfugge ai test, come accade nella sorveglianza epidemiologica. È urgente invece rafforzare la sorveglianza genomica e fare sequenze per poter prospettare scenari di evoluzione dell'andamento pandemico in riferimento alla diffusione delle sottovarianti di Omicron e delle ricombinanti" ha detto all'ANSA il direttore dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma, Massimo Ciccozzi spiegando che la diffusione di Omicron 1 e Omicron 2 in Italia e in Europa "sta portando a una sorta di immunità naturale che potrebbe funzionare da possibile scudo e rendere vita difficile alle nuove sottovarianti BA.4 e 5 che invece stanno imperverando in Sudafrica pesando per il 75% sui contagi, ma se avremo anche noi un picco, grazie alla vasta diffusione ancora di Omicron 1 e 2, non sarà come quello del Sudafrica. Qui le due sottovarianti 4 e 5 sembrerebbero inoltre spinte da una loro mutazione importante, la F486V che sembra essere implicata nell'eludere gli anticorpi e quindi favorire i contagi".

Sorvegliata speciale, inoltre, resta sempre la 'vecchia' variante Delta. "Il virus - spiega Ciccozzi - sta evolvendo come altri virus respiratori ma dal Sars-CoV-2 non possiamo escludere sorprese. Dobbiamo essere sempre in allerta anche sulle varianti che sono state soppiantante da Omicron, come la Delta che non è scomparsa e potrebbe avere mutazioni e organizzarsi per la rimonta. Anche la Alfa, l'abbiamo isolata su una persona del Nord Italia proveniente da Londra".

Il nodo reinfezioni

Sul fattore reinfezioni "chi ha preso la Omicron 1 può reinfettarsi con la Omicron 2 ma poi non può contagiarsi di nuovo con la 1", afferma Ciccozzi sottolineando che in Italia "abbiamo ancora un livello di casi sempre importante" mettendo poi l'accento sulla necessità di utilizzare la mascherina quando c'è bisogno e quando ci sono situazioni di rischio". E sui luoghi di lavoro "se i sindacati stanno spingendo sull'utilizzo fino a fine giugno ci sarà un motivo sensato". "Ma penso - conclude Ciccozzi - che avremo un'estate 'normale'". Come messo in luce dal monitoraggio Iss "la percentuale infezioni è abbastanza elevata, al 5%, una costante che vediamo dall'inizio della circolazione della variante Omicron. Fortunatamente questo non si associa a un aumento dei ricoveri e delle intensive".