Omicron 2: deve preoccupare? Cosa sappiamo (per ora) sulla nuova sotto variante

Appartiene allo stesso ceppo di Omicron, ma si distingue dalla 'sorella maggiore' per alcune mutazioni della proteina Spike. Ecco cosa dicono gli esperti

Covid, la variante Omicron (Ansa)

Covid, la variante Omicron (Ansa)

Milano - Cosa sappiamo su Omicron 2?  La variante BA.2 appartiene allo stesso ceppo di Omicron, ma si distingue dalla 'sorella maggiore' per alcune mutazioni della proteina Spike. L'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata ha ribadito "le varianti" del coronavirus Sars-CoV-2 "vanno osservate e monitorate, come è avvenuto per Omicron, perché si può passare, nel giro di un paio di mesi, da una forte preoccupazione iniziale, come si è visto, ad un sospiro di sollievo in ordine alla minor severità della malattia che provoca". Facendo il punto sulla crescita nei Paesi del Nord Europa della variante Omicron 2 ha spiegato: "proprio la scorsa settimana, nell'approfondimento settimanale della nostra rubrica su Facebook di informazione scientifica 'Scienza & Salute' avevamo sottolineato il tema delle varianti preannunciando che il virus continuerà a mutare, come sempre ha fatto e come fanno tutti i virus". 

Anche per Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), la parola d'ordine è monitorare: "Per ora la cosidetta Omicron 2 non è una variante d'interesse e non preoccupa - ha spiegato -. Ma va monitorata con l'attività di sequenziamento per anticipare ogni tipo di evoluzione". 

Massimo Galli ha sottolineato che sulla sotto-variante di Sars-CoV-2 che si sta diffondendo in Nord Europa "non sappiamo molto. E comunque non possiamo ignorarla, va osservata. E' ancora una volta la dimostrazione che, come sappiamo, questo virus cambia. In meno di un anno sono emerse la bellezza di tre varianti in grado di sostituirsi l'una con l'altra, avendo grande diffusibilità: la Alfa o inglese, poi l'indiana detta Delta, e poi questa Omicron" segnalata per la prima volta dal Sudafrica. Il problema è sempre lo stesso, ha aggiunto l'esperto: "Finché non vacciniamo a fondo i Paesi più poveri, avremo sempre il rischio di nuove varianti. E ciò accade anche quando in un Paese molto vaccinato, come il nostro, il virus riesce a circolare molto ed infettare molto". 

Massimo Ciccozzi, responsabile dell'unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma ha spiegato che "Omicron 2 è una variante" del coronavirus Sars-CoV-2 "come tutte le altre. Ne abbiamo viste una quantità incredibile man mano che siamo andati avanti in questa storia e probabilmente ne vedremo altre. Non c'è da spaventarsi perché tanto si combattono tutte allo stesso modo: vaccino e mascherine".  "Omicron 2 è una sotto-variante della Omicron perché ha almeno 32 mutazioni uguali alla Omicron e due differenti. Non ci dimentichiamo - ha ricordato l'epidemiologo - che in passato abbiamo visto la Delta e la Delta plus e le abbiamo studiate tutte e due all'epoca. E cosa abbiamo trovato? Che la Delta era sempre quella prevalente, la Delta plus aveva le stesse caratteristiche della Delta ed era meno contagiosa della Delta normale. Quindi - afferma l'esperto - questa sotto-variante Omicron dobbiamo vedere come si comporta".  "I dati che noi abbiamo sono pochi - ha evidenziato - e quelli che ci arrivano dai Paesi del Nord Europa ci mostrano che non è assolutamente prevalente, non sta prendendo ancora il sopravvento e non dovrebbe averne le potenzialità. E' infatti difficile pensare - ha detto Ciccozzi - che Omicron 2 possa essere più contagiosa di Omicron che ha già una contagiosità pari al morbillo, ovvero la capacità per una persona di infettarne 15. Per ora gira soltanto nel Nord Europa, può darsi che si fermi lì".