All’ergastolo il killer dello stiletto: "Giustizia dopo due anni di inferno"

San Giuliano, lo stalker era libero per decorrenza dei termini

 Antonia Bianco, italoargentina di 43 anni uccisa a San Giuliano Milanese con uno stiletto o uno spillone

Antonia Bianco, italoargentina di 43 anni uccisa a San Giuliano Milanese con uno stiletto o uno spillone

San Giuliano (Milano), 7 dicembre 2017 - La Cassazione ha reso definitiva la condanna nei confronti di Carmine Buono per l’omicidio della ex compagna, Antonia Bianco, italoargentina di 43 anni, avvenuto il 13 febbraio del 2012 a San Giuliano Milanese. Nella tarda mattinata di ieri, l’idraulico 59enne, padre di sette figli, si è costituito, accompagnato da alcuni familiari, e si trova ora nel carcere di Bollate. Dovrà scontare l’ergastolo per omicidio volontario e stalking. La Suprema Corte, dopo quasi 20 ore di Camera di consiglio, ha respinto sia il ricorso presentato dai legali di Buono sia quello della procura generale, che a sorpresa aveva chiesto per l’imputato l’annullamento della sentenza con rinvio sostenendo la tesi dell’omicidio preterintenzionale.

Buono era tornato in libertà da due anni. Nonostante le condanne in primo e secondo grado all’ergastolo, l’assassino di Antonia era fuori per decorrenza dei termini di custodia, in seguito all’annullamento della Cassazione del novembre 2015. L’imputato era così tornato a trascorrere una vita normale, almeno fino a luglio quando era stato costretto ad allontanarsi dall’abitazione dove viveva per aver picchiato la compagna con cui conviveva a San Giuliano Milanese. La Cassazione, ieri, ha messo fine alla tragedia dopo quasi sei anni. In lacrime la sorella minore della vittima, Assunta Bianco, che ha atteso la decisione della Cassazione nella sua abitazione, a Milano, insieme ai tre figli di Antonia.

«È stata fatta giustizia - spiega Assunta Bianco -. Finalmente mia sorella potrà riposare in pace e da lassù illuminerà la strada ai suoi figli Maximiliano, Florencia e Gabriele. In questi anni ho sempre combattuto per ottenere giustizia. Sono convinta però che questo processo si sarebbe potuto evitare se le denunce di mia sorella fossero state ascoltate». Ora, l’appello della famiglia di Antonia è che non ci siano sconti di pena per il suo assassino. «Sorveglieremo che nei prossimi anni non ci siano sconti per chi ha ucciso mia sorella - dice Assunta -. Certamente questo processo si sarebbe potuto evitare se le denunce di Antonia fossero state ascoltate. Vorrei mandare un messaggio a tutte le donne vittime di violenza: denunciate sempre, non dovete avere paura. Adesso il mio obiettivo insieme all’avvocato Domenico Musicco è che venga approvata la legge per il risarcimento alle famiglie vittime di un femminicidio».