Obbligo vaccinale, il nodo dell'immunità di gregge: perché i prossimi giorni sono decisivi

Si apre il dibattito: passaggio inevitavibile, tabù oppure extrema ratio nella battaglia al Covid-19? L'Italia e gli obiettivi da raggiungere: settembre sarà un mese-chiave

Vaccinazione anti Covid

Vaccinazione anti Covid

Milano – Passaggio inevitavibile, tabù oppure extrema ratio nella battaglia al Covid-19? All'indomani dell'approvazione definitiva da parte della Fda (Food and drug administradtion, ovvero l'agenzia del farmaco statunitense) del vaccino Pfizer si apre il dibattito sull'obbligo vaccinale. Il primo a lanciare il tema, subito dopo il via libera, è stato il virologo Andrea Crisanti, secondo il quale questo passaggio "apre le porte a provvedimenti di legge che possono indurre all'obbligo della vaccinazione". Oggi il commissario straordinario Francesco Figliuolo ha detto che "l'obiettivo dichiarato a marzo di vaccinare l'80% della popolazione over 12 anni, sarà pienamente completato entro il 30 settembre". Il numero di somministrazioni dall'inizio della campagna ha raggiunto quota 75.622.961, portando a oltre il 67,6% la percentuale della popolazione over 12 protetta dagli effetti del Covid, pari a 36,5 milioni di vaccinati. La percentuale di coloro che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino supera intanto il 72,3% pari a 39 mln, che diventano 41,6, oltre il 77% dell'intera platea, se si sommano le dosi uniche e le persone già contagiate. 

Costa: settembre sarà decisivo

La battaglia al Covid è giunta a una fase decisiva, per quanto concerne la campagna vaccinale. "Settembre può essere un mese assolutamente decisivo" per le vaccinazioni anti-Covid ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa all'Adnkronos Salute. "Nel nostro Paese quasi 40 milioni di concittadini hanno ricevuto la prima dose e quindi, secondo me, in questa fase dobbiamo continuare ad avere fiducia nei nostri concittadini che hanno dimostrato senso di responsabilità". "Io ho sempre detto che sull'obbligo non sono contrario a priori, però – ha chiarito Costa - i problemi vanno affrontati quando si presentano. Ora abbiamo ancora del tempo davanti, vediamo come proseguirà la campagna vaccinale, tra l'altro – ha sottolineato - in queste ore c'è già una ripresa sulle prenotazioni. E' chiaro e fisiologico che ad agosto ci potesse essere una flessione, dopo di che credo che l'obbligo vaccinale dovrà essere valutato se il problema persisterà".  "Se con la vaccinazione volontaria non riusciamo a raggiungere l'obiettivo dell'immunità di gregge – ha aggunto il sottosegretario - è chiaro che dobbiamo prendere in considerazione anche l'obbligo vaccinale partendo da alcune categorie. Però - ammonisce - ad oggi dobbiamo continuare a veicolare un messaggio di fiducia nei confronti dei vaccini perché io credo che una grossa fetta dei cittadini che non si sono vaccinati non sono 'no-vax' ma persone che magari hanno bisogno di essere un po' persuase e convinte. E non credo – ha aggiunto Costa - che la radicalizzazione del confronto possa portare a risultati positivi". 

Pregliasco: obbligo vaccinale per over 40

"Per avere un autunno-inverno gestibili dovremmo raggiungere una quota di vaccinati il più vicino possibile al 90%, l'80% potrebbe essere l'obiettivo di minima. E visti i numeri attuali (60,7% a ciclo completo, ndr) mi pare difficile arrivarci entro settembre quindi valutare un obbligo per gli over 40 o un Green pass pesante, è una questione di buonsenso" ha detto all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'Università Statale di Milano.  "Le due opzioni sono queste - ha spiegato Pregliasco - e quella più semplice e più facilmente gestibile mi sembra sia quella dell'obbligo per età che, è un dato oggettivo, è facilmente rintracciabile". La necessità di una stretta è frutto di "una constatazione: il vaccino è efficace, sta dimostrando di esserlo ancora anche con le varianti, il profilo di sicurezza mi sembra ben consolidato. Di sicuro - sottolinea il virologo - è un peccato non avere questo scudo".  "Quando con la riapertura delle scuole - ha avvertito- ci sarà un altro colpo di coda del virus e torneremo ad avere 10mila contagi al giorno sarà più impegnativo. Avremo due pandemie, quella dei vaccinati e quella dei non vaccinati con caratteristiche diverse in termini di pesantezza degli effetti". E il rischio, senza un adeguato numero di vaccinati "è che gli ospedali tornino a riempirsi. Magari non avremmo una quinta ondata - ha concluso Pregliasco - ma è bene prepararsi allo scenario peggiore per poter lavorare e vivere al meglio, in modo più libero e poterci occupare delle altre patologie". 

Bassetti: farlo subito, corriamo rischi enormi

Secondo Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova: "Ormai siamo agli ultimi minuti o meglio in zona Cesarini per introdurre l'obbligo vaccinale, corriamo dei rischi enormi se arriviamo con il 15% della popolazione italiana non vaccinata, parliamo di 50-60enni che rischiano di finire in ospedale tra pochi mesi – ha detto -. Non so cosa stia facendo il Governo, io faccio il medico e quelli seri, ovvero chi ha visto l'infezione da vicino, chiedono fortemente l'obbligo vaccinale. Non ascoltarci sarebbe grave e porrebbe il Governo quasi in antitesi al mondo della scienza e sarebbe difficile da gestire. Tutti gli esperti dicono di intervenire per evitare che si arrivi in inverno con troppe persone non vaccinate". 

Abrignani: si parta da dipendenti pubblici

Sergio Abrignani, immunologo all'Università Statale di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico, in un'intervista a 'Quotidiano Nazionale' alla domanda sulla possibile estensione della legge 76 sull'obbligo per gli operatori sanitari ad altre categorie ha spiegato: "Comincerei da tutti i dipendenti pubblici e da chi interagisce con il pubblico. Ma il Comitato tecnico scientifico è un organo solo consultivo e ha Brusaferro come portavoce. Qualunque scienziato o ricercatore vuole l'obbligo vaccinale. Perché è vero che un vaccinato su 4 può infettarsi di nuovo, ma non va in terapia intensiva e non muore di Covid". 

Ricciardi: il nodo è politico

Anche Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza si è detto "favorevole all'obbligo vaccinale" in un'intervista a Il Foglio. "Ma è chiaro - ha aggiunto - che la scelta è tutta di natura politica". E il dibattito, a livello politico, non manca. Secondo Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo di Forza Italia al Senato e responsabile del movimento azzurro per i rapporti con gli alleati: "Ormai non ci sono più alibi, è dimostrato che i vaccini non solo funzionano, ma sono di certo l'arma migliore contro il Covid. Non vaccinarsi vuol dire mettere nuovamente sotto pressione gli ospedali e impegnare risorse che dovrebbero essere usate per curare anche gli altri malati. Questo non è etico né piu' tollerabile.  Se le percentuali dei non immunizzati non si abbasseranno a breve, il governo - ha aggiunto - dovrà avere il coraggio di prevedere l'obbligo vaccinale". 

Il dibattito

Per la ministra agli Affari regionali Mariastella Gelmini "il vaccino sarebbe indispensabile per chi fa front office nella Pa e per chi lavora nei servizi pubblici. Del resto l'obbligo vaccinale non è un'eresia: esiste già per alcune malattie". Gelmini ha poi precisato che "una decisione del genere però spetta al Parlamento". Secondo il governatore della Liguria Giovanni Toti "l'obbligo vaccinale è l'extrema ratio, ma mi pare che molti esponenti politici anche del governo abbiano sposato quest'idea. Se da qui a qualche giorno arriveremo a una copertura vaccinale delle categorie più esposte almeno dell'80% forse riusciremo a farne a meno – ha detto a "Morning News" su Canale 5 - altrimenti tra chiudere il Paese e l'obbligo vaccinale credo che nessun italiano di buon senso sceglierebbe la prima". Dal leader della Lega Matteo Salvini "un appello agli over 50 anni a fare il vaccino, a mettersi in sicurezza, e non rischiare la loro vita. Ma un obbligo vaccinale troverà il nostro no" ha detto il leader leghista a margine del suo intervento al Meeting di Rimini.  "La Lega chiede tamponi salivari gratuiti per tutti: se passa questo concetto, non ci sono problemi", sostiene Salvini. "Sono contro qualsiasi tipo di obbligo, di multa, di costrizione; sono sempre per la libertà, anche per la libertà di cura".