Nuovo Dpcm Covid: supermercati, negozi, dentista e medico. Dove servirà il Green pass?

Nel documento in arrivo sarà chiarito in quali attività servirà o meno la Certificazione verde dal primo febbraio

Milano, 13 gennaio 2022 - Nuovo Dpcm in arrivo. Dopo quello varato lo scorso 5 gennaio dal premier Mario Draghi, il Governo è al lavoro su un provvedimento particolarmente determinante perché conterrà la lista delle attività comprese o escluse dal decreto di gennaio, che prevede l'estensione del Green pass base (ovvero il certificato verde che si ottiene dopo aver avuto l'esito negativo di un tampone molecolare o rapido) in una serie di luoghi dal primo febbraio. 

Decreto Covid: Super Green pass e Green pass, cosa cambia

Nel testo del decreto legge veniva infatti specificato che, dalla lista di "pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali", per cui servirà la certificazione verde dal primo febbraio, saranno esclusi "quelli necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona, individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato su proposta del Ministro della salute, d'intesa con i Ministri dell'economia e delle finanze, della giustizia, dello sviluppo economico e della pubblica amministrazione, entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione". 

Ma anche questa volta non manca il braccio di ferro tra rigoristi e aperturisti. La bozza messa a punto dal ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta infatti sarebbe piuttosto ridotta, con la Lega che invece starebbe spingendo per includere anche tutte quelle attività che sono rimaste aperte durante il periodo della zona rossa. Sulla questione nelle prossime ore si dovrà quindi cercare una mediazione. Il governo ha 15 giorni di tempo dall'entrata in vigore del decreto legge - lo scorso 8 gennaio - per mettere a punto il Dpcm. Ma vediamo tutto nel dettaglio.

Negozi, farmacie, ospedale e denunce

La spesa al supermercato o nei negozi di alimentari, la farmacia, l'ospedale, l'ambulatorio del medico di base, il veterinario, le edicole e i tabaccai. Una denuncia se si è vittime di reato o per esigenze urgenti di tutela dei minori. Sono queste, secondo quanto si apprende, alcune eccezioni all'obbligo di esibire il green pass (base o rafforzato) per l'accesso a servizi e attività commerciali in arrivo con il Dpcm. Secondo il Mise la lista delle attività cui lasciare l'ingresso libero dovrebbe coincidere con quelle individuate da uno degli allegati del Dpcm del 2 marzo dello scorso anno, che indicava le attività che rimanevano aperte anche in zona rossa. 

Green pass, in quali negozi sarà obbligatorio?

Studi dentistici

Negli studi dentistici l’obbligo di esibire il Green Pass, base o rafforzato, non è previsto dalla legge, mentre odontoiatri, igienisti e assistenti (Aso) sono già obbligati al vaccino, in quanto personale sanitario. Ai pazienti viene richiesta un’autocertificazione, ma in ogni caso il dentista ha il dovere di prestare le cure, soprattutto in caso di urgenze (non per una semplive pulizia dei denti). Raffaele Iandolo, presidente Comitato Albo Odontoiatrico (Cao) nazionale, che conta 63.000 iscritti, ad Askanews ha spiegato: “Nessuna norma prevede che per essere curati bisogna essere vaccinati. Ad oggi chiunque ha diritto a tutelare la propria salute e quindi nei nostri studi si incrocia il diritto del paziente di essere curato e il dovere del professionista di curarlo. Quindi se si chiedesse il Green Pass, ma nessuna norma obbliga a chiederlo, né consente di chiederlo per questioni di privacy, se si chiedesse il Green Pass comunque il Green Pass non avrebbe nessun effetto sulla possibilità che quel paziente venga curato e sull’obbligo da parte del professionista di curarlo”. “Sicuramente non è obbligato a dirlo, però se noi nell’anamnesi chiediamo a un paziente se è vaccinato rispetto al covid o meno, io non credo che ci sia un’invasione della privacy, quindi – ha spiegato, sottolineando – Questa è un’opinione mia personale, ma è evidente che su questo non c’è una norma ad hoc. Noi non possiamo rifiutare dei pazienti rispetto allo stato vaccinale”.

Parrucchieri, estetisti e barbieri

Stando all'ultimo decreto legge, dal 20 gennaio scatta l'obbligo di aver il pass 'base, dunque quello ottenibile anche con un tampone, per accedere ai servizi alla persona: barbieri, parrucchieri, estetisti. 

Banche, poste, uffici pubblici e negozi

Stando all'ultimo decreto legge, dall'1 febbraio, per accedere ad un qualunque ufficio pubblico o a servizi postali, bancari e finanziari, e alle attività commerciali, bisognerà avere il pass base. Da affrontare il nodo centri commerciali, che al loro interno contengono attività di ogni tipo. Perciò il controllo potrebbe avvenire negozio per negozio e non agli ingressi. 

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Reddito di cittadinanza

Chi è senza Green pass perde il reddito di cittadinanza. Il mix tra la legge di Bilancio e il decreto del 7 gennaio che inasprisce le regole sulla certificazione portano a questo risultato. Chi percepisce il sussidio dovrà infatti obbligatoriamente frequentare i centri per l'impiego; ma per entrare negli uffici dovrà presentare almeno la Certificazione verde light, ossia quella che si ottiene con il tampone rapido negativo. Stando ai dati forniti dal governo sul Reddito di Cittadinanza e sull’andamento della campagna vaccinale, risulta che i beneficiari possibilmente a rischio, in quanto non vaccinati e non guariti, sono circa 10o mila. L’intento è quello di portare questi soggetti ad iniziare il ciclo vaccinale il prima possibile, in modo tale da raggiungere quota 10% entro l’inverno. Il sussidio raggiunge attualmente circa 1,3 milioni di nuclei familiari (tre milioni di persone) di cui il 30% ritenuto occupabile e dunque soggetto all'obbligo di frequentare in presenza i centri per l'impiego.

L'elenco dei non vaccinati

Nel frattempo, ieri, durante il Question Time alla Camera il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto sapere che "sarà cura del ministero della Salute predisporre gli elenchi dei soggetti inadempienti" all’obbligo vaccinale per gli over 50 "anche acquisendo direttamente dal sistema della Tessera sanitaria le informazioni relative alla somministrazione dei vaccini acquisite giornalmente dall’anagrafe vaccinale nazionale". In particolare il ministero della Salute, avvalendosi dell’Agenzia delle entrate, invierà una comunicazione ai soggetti inadempienti i quali potranno trasmettere all’Asl competente l’eventuale certificazione relativa al differimento o all’esenzione dall’obbligo vaccinale.