Nuovo decreto Covid: colori delle regioni, Green pass e stato di emergenza. Cosa cambia

Alcune anticipazioni riguardo le decisioni che prenderà il governo. Intanto, i contagi aumentano e la variante Delta continua a fare paura

Un green pass

Un green pass

Milano, 21 luglio 2021 - L'Italia resterà ancora in zona bianca? Sembra che la situazione sia destinata a cambiare: dal 26 luglio alcune regioni potrebbero tornare a tingersi di giallo. Del resto, la variante Delta del Covid continua a determinare un grande aumento dei contagi - quasi 1.500 in più nelle ultime 24 ore anche se le ospedalizzazioni restano a livelli bassissimi, grazie anche alla campagna vaccinale in corso. Ma la crescita del numero dei positivi per alcune regioni ha fatto scattare un campanello d'allarme che si traduce in un rischio di maggiori restrizioni, quanto meno con i parametri attuali. Al momento le regole sanciscono che con un’incidenza di casi settimanale superiore ai 50 ogni 100 mila abitanti si abbandona in automatico la zona bianca per finire in quella gialla.

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Il governo Draghi, però, pare intenzionato a modificare questi criteri, come ha preannunciato il Ministro della Salute Roberto Speranza, ma ancora non è stata ufficializzata la decisione. Prosegue infatti il confronto tra Regioni e governo sia sulla revisione dei parametri per applicare le zone, sia sull'uso del green pass per muoversi e accedere in luoghi al chiuso. Ma anche per quanto riguarda una possibile proroga dello stato di emergenza. Non dovrebbero invece essere trattate le questioni su scuola e sport, tra cui l'ipotesi di obbligo vaccinale per gli insegnanti. Le scelte definitive arriveranno dopo la Cabina di regia di oggi, mercoledì 21 luglio. Poi, giovedì, il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare il nuovo decreto legge.

Colori regioni, cambiano i criteri: le ipotesi

Tra le ipotesi che sono al vaglio c'è quella di ridurre il numero delle zone, da 4 a 3 colori, quella di applicare maggiore flessibilità nella valutazione dei parametri nelle piccole Regioni, e quella di fissare a 150 tamponi ogni centomila abitanti il numero minimo di test al giorno, considerare il numero dei vaccinati. Inoltre viene valutato di scendere al di sotto della soglia del 15% e 20% di occupazione massima dei posti letto in terapia intensiva e nei reparti ordinari per restare in zona bianca. Nei giorni scorsi il ministro della Salute Roberto Speranza aveva definito ragionevole la richiesta delle Regioni di far pesare di più, nell'attribuzione dei colori, il tasso di ospedalizzazione

Da zona bianca a zona gialla, quali regioni a rischio?

A partire dal prossimo 26 luglio, alcune regioni potrebbero tornare in zona gialla.  Si parte dalle isole: Sardegna e Sicilia hanno un'incidenza piuttosto alta (rispettivamente 33.2 e 31.8), ma sono preoccupanti anche i dati del Veneto (26.7), del Lazio (24) e della Campania (21.7). Certo, non è detta l'ultiuma parola: col passare dei giorni l'incidenza di queste zone potrebbe diminuire, anziché aumentare. L'ultimo monitoraggio, venerdì scorso, non fa ben sperare, visto che, parole dell'Iss, "quasi tutte le Regioni e province autonome sono classificate a rischio epidemico moderato" e a basso rischio resistono solo la provincia di Trento e la Val d'Aosta.

Zona gialla, braccio di ferro sui parametri: le regioni a rischio se cambiano i criteri

Le regole della zona gialla

Il passaggio alla zona gialla comporterebbe delle restrizioni, tra cui l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto e delle limitazioni per quanto riguarda i bar e i ristoranti. In zona gialla, infatti, possono sedersi allo stesso tavolo un massimo di 4 persone, ad eccezione di quelle conviventi, sia all’aperto che al chiuso. Le limitazioni sul numero di commensali allo stesso tavolo avrebbe delle ripercussioni anche per i matrimoni e le cerimonie, per i quali si renderebbe necessaria una rivisitazione dei posti a sedere. Nessuna limitazione invece per spostamenti, palestre, piscine e parrucchieri.

E la Lombardia?

In Lombardia da un lato si parla di immunità di gregge (grazie all'elevata adesione alla campagna vaccinale), dall'altro si ripresenta all'orizzone la zona gialla. Quindi, cosa accadrà?  Dal 14 giugno scorso la regione è in zona bianca, "guadagnata" faticosamente dopo lunghi mesi di divieti e sacrifici dei cittadini, e per restare nella fascia di rischio più bassa è necessario che la Lombardia stia lontana dai 50 casi sui 100mila abitanti e che l'Rt si mantenga sotto l'1. La situazione è in rapida evoluzione e il rischio che i dati peggiorino esiste. Ma se i numeri sull'epidemia vanno nella direzione sbagliata, ci sono anche numeri che lasciano ben sperare. La campagna vaccinale sta proseguendo e, soprattutto, i tassi di occupazione degli ospedali restano lontani dai numeri dei mesi scorsi. Intanto, la Regione chiederà alla Conferenza della Regioni di alzare  la soglia di ricoveri per l'entrata in zona gialla.  “Regione Lombardia porterà la richiesta di un aumento rispetto a quello che è stato previsto fino ad adesso in cabina di regia per modificare i parametri da zona a zona - ha detto ieri la vicepresidente e assessora al Welfare, Letizia Moratti  -. La richiesta che Regione Lombardia farà, che abbiamo concordato anche con i rappresentanti delle Regioni, è quella di alzare il tetto delle terapie intensive al 15% e dei ricoveri al 20%, che è la metà di quello che era previsto fin ora". La Lombardia e le altre Regioni chiederanno quindi un'importante cambiamento dei parametri che fino ad ora sono stati in vigore per determinare l'ingresso in zona gialla.

Il Green pass

Più problematica la questione Green Pass, dove non c'è accordo nella maggioranza sui ristoranti al chiuso. Probabile la concessione del certificato solo dopo la seconda dose e che l'utilizzo sia esteso oltre che per matrimoni ed eventi anche per aerei, treni, navi a lunga percorrenza, cinema, teatri, concerti, piscine e palestre.  Il presidente del Consiglio Mario Draghi sarebbe per la linea dell'ampliamento del Green Pass già adottata dalla Francia, anche se si cercherà di trovare una "via italiana". Nei ristoranti potrebbe prevalere l'idea del sottosegretario alla Salute Andrea Costa sull'utilizzo del pass a seconda della situazione. In Consiglio dei ministri, invece, secondo quanto si apprende, non dovrebbero essere trattate le questioni legate alla scuola e allo sport. Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi aveva detto che dell'ipotesi di obbligo vaccinale per gli insegnanti si sarebbe discusso collegialmente nella prossima seduta del Cdm. Ma il tema non dovrebbe essere all'ordine del giorno.

Lo stato d'emergenza

Da decidere anche la possibile proroga dello stato d'emergenza in scadenza il 31 luglio: le ipotesi sono estenderlo fino a ottobre 2021 o gennaio 2022